( ( ));
28/11/2007

Facendo seguito ad una mia lettera del febbraio di quest'anno in cui
 sostenevo appassionatamente la Sua perorazione,
 in un articolo appparso sul "Giornale", della necessit?e
 dell'ineluttabilit?dalla formazione di un partito unico sostanzialmente
 d'ispirazione liberaldemocratica, mi ritrovo (ci ritroviamo) dinanzi ad un
 apparente sfaldamento di tale
 auspicata prospettiva.
 Dico "apparente" in quanto ritengo si tratti, da parte di An e Udc, di
 atteggiamenti che fanno leva unicamente sugli apparati di partito, sulle
 ambizioni personali, su piccoli interessi di bottega che nulla hanno a che
 fare con i principi,
 i valori e gli interessi che gran parte della popolazione italiana
vorrebbe vedere affermati.
 Siamo, per l'appunto, al tanto vituperato "teatrino della politica" di cui
i cittadini non ne possono pi? bisogna
 assolutamente mettere in discussione (Berlusconi mi sembra tenti di farlo)
 la vecchia concezione di "partito".
 Perch?non si parla mai sui giornali di quanti siano gli iscritti ai
partiti in Italia? Penso non pi?di due milioni di persone. Gli elettori sono
oltre quarantacinque milioni!
 Se si tenessero a mente questi dati e li si divulgasse adeguatamente il
 quadro risulterebbe molto pi?chiaro: non esiste
 la minima ragion d'essere perch?non si debba arrivare ad un accorpamento
di forze omogenee che, rappresentando temi sostenuti unitariamente dai
 cittadini che in queste si riconoscono, non dovrebbero, per l'appunto,
 marciare ognuna per conto proprio.
 Oggi, come otto mesi fa, rivolgo un appello a Lei e a quelle personalit?br> di altrettanto spessore morale e culturale, non
 incasellate nei giochetti del potere "politicante", affinch?Vi facciate
 promotori di iniziative che concorrano a smuovere l'acquiescenza allo
statu quo, al fine di creare un forte movimente d'opinione che, travolgendo la
 barriera frapposta dalle "miserie" della politica, riesca a far finalmente
 uscire l'Italia dalla palude in cui ?finita.
 Il popolo del 2 dicembre 2006 ve ne sarebbe profondamente grato.
 Cordiali saluti.

 Roberto Natali