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03/11/2007

Caro Prof. Pelanda,

 

Sono un comune mortale che lancia un appello a tutte le persone di buon senso desiderose di esplorare nuove vie per promuovere progetti utili per la collettivit? molti dei quali gi?esistono ma stentano a decollare per mancanza di visibilit? Far?subito alcuni esempi ma prima mi sembra utile sciogliere un equivoco. Assistiamo continuamente a dibattiti, anche televisivi, come quello dell?i style="mso-bidi-font-style: normal">Infedele del 31.10.07 per citarne uno, i quali puntano sull’incredibile sperequazione esistente fra i redditi alti e quelli pi?bassi. Si tratta di una realt?mondiale, non solo italiana, che ormai nessuno contesta pi? Ma ci?non significa che i “super-ricchi?si trincerino nella propria sfera di cristallo, ignorando quanto succede nelle parti basse della piramide sociale. Non tutti si chiudono nell’indifferenza del benessere. Anzi, molti, per temperamento, per carattere o perch?consapevoli dell’importanza della propria immagine, sarebbero pronti a sostenere progetti utili se solo ne fossero a conoscenza. Sicuramente, tante iniziative a sfondo economico, non finalizzate al puro lucro, possono interessare persone in grado di sponsorizzarle o comunque di fornire un appoggio concreto, fuori dagli schemi istituzionali.

Quali sono i progetti utili per rimediare alle storture e disfunzioni del Sistema? Ecco alcuni esempi.

[1] Le reti di lavoro fra singoli (cinquantenni troppo giovani per andare in pensione, troppo vecchi per essere assunti; laureati sotto-occupati od utilizzati a sproposito?: solo offrendosi insieme sul mercato riusciranno a trovare pi?incarichi, anzich?dipendere da un solo canale; ogni individuo ha le proprie doti, il punto ?farle conoscere agli altri, valorizzare le risorse (esempio casalinghe in grado di eseguire da casa col computer ricerche, traduzioni, disegni, registrazioni contabili?.

[2] Pubblicit?collettiva, fra piccole imprese a vocazione complementare, dato che lo spazio sui media costa un occhio della testa.

[3] Tutte le forme di collaborazione fra vicini: ad esempio il car pooling, pi?persone in una sola macchina, per facilitare gli spostamenti da casa al lavoro e dal lavoro a casa; per portare e ritirare i figli da scuola.

[4] Reti di fattorini per il ritiro di oggetti usati da case ed uffici.

[5] Le iniziative per il turismo tutto l’anno, non solo per i due mesi estivi; ad esempio, verso posti di agriturismo abbinati a compravendita di prodotti locali. In prossimit?dei centri urbani: le gite organizzate per comprare frutta e ortaggi direttamente dai coltivatori, saltando gli intermediari, quindi con riduzione di prezzi.

[6] Le azioni concertate fra amministrazioni locali e volontari per la bonifica del territorio, la ripulitura delle spiagge, la prevenzione degli incendi boschivi (a tale proposito, nei mesi di agosto e settembre 2007, pi?quotidiani italiani nonch?il portale degli specialisti della sicurezza e addirittura un resoconto del Senato della Repubblica hanno riportato una notizia incredibile: un nuovo dispositivo brevettato, detto “bomba intelligente?in grado di spegnere gli incendi; l’inventore, un ingegnere romano ha presentato il suo prodotto al Dipartimento della Protezione civile, alla Guardia forestale. Quale sar?stato l’esito?)

[7] La raccolta differenziata dei sacchetti di plastica (grandissimo fattore d’inquinamento).

[8] La costruzione di collettori d’acqua nelle zone aride, nonch?la manutenzione degli acquedotti esistenti, necessarie per il fabbisogno domestico e l’irrigazione.

[9] Essenziali anche le operazioni a medio e lungo termine, come l’impianto di alberi frangivento disposti in fila per la protezione delle coltivazioni (in Calabria ci sono?ricordiamoci che gli effetti del maremoto, detto Tsunami, nel 2004, sono stati meno devastanti laddove erano rimaste le mangrovie; che il fuoco che ha appena devastato ampie zone del Sud California era trascinato dall’incontenibile vento proveniente dal vicino deserto, privo di qualsiasi sbarramento protettivo).

Insomma, le azioni fattibili, checch? si dica, sono tante, tantissime (ovviamente col sostegno di sponsor privati che, come detto sopra, si possono avvicinare prima, coinvolgere poi).

Solo cos? attraverso i mille rivoli delle iniziative utili, si riuscir?a controbilanciare gli inevitabili scompensi della globalizzazione. Usando il buon senso, come antidoto alle chiacchiere infinite. Chiedo pertanto a coloro che vogliono prendere in mano il proprio destino di farsi avanti; in tanti, insieme, poich?solo il numero fa la forza; parlate in giro; mi potete anche scrivere (mmrams@bluewin.ch), volendo ci possiamo incontrare.
 
Max Ramstein, Mendrisio, Canton Ticino