04/05/2013

 

Leggo sempre con attenzione i Suoi articoli che mi trovano sempre molto d’accordo. Ciò premesso ci sono due questioni che mi pongo ed alle quali non so dare risposte ragionevoli ed è per questo motivo che mi sono deciso a scriverLe nella speranza che possa illuminarmi e, magari, farne oggetto di qualche Suo articolo.
1) Lei, e non solo, scrivete, giustamente, che un’arma a disposizione dell’esecutivo per diminuire il debito pubblico, è quella della graduale dismissione del patrimonio pubblico; secondo Lei perchè nessun governo l’ha mai presa in considerazione? Sembrerebbe, agli occhi di un benpensante, l’iniziativa più logica e da avviare immediatamente. Gli effetti sarebbero perlomeno due e sicuri:
a) assumendo per realistico il valore di 200 Miliardi, si ridurrebbe il Debito Pubblico a circa 1.800 Miliardi portandolo a poco più del 110%
b) la spesa per interessi calerebbe da circa 90 Miliardi a 81 miliardi recuperando così 9 Miliardi, all’anno, da destinare a politiche di sviluppo.
Poi ci sarebbero effetti accessori da valutare, ma tutti positivi, circa una logica diminuzione dello spread a causa di una valutazione che non potrebbe essere che positiva da parte dei mercati finanziari.
2) Si è molto parlato, durante l’ultimo governo Berlusconi di Costi Standard nella Sanità e, mi sembra che un provvedimento legislativo che li introducesse, sarebbe stato pronto, nell’ultimo periodo di quel governo.
Sarei curioso di sapere la Sua opinione sul perchè il governo Monti non lo abbia varata, invece di introdurre tasse a raffica e sul perchè oggi, con la necessità di reperire risorse, l’attuale governo non  l’annoveri nelle cose da fare subito.
Peraltro un quesito connesso allo stesso argomento è: . corrisponde a valutazioni abbastanza esatte l’ammontare annuo di risparmi che tale provvedimento permetterebbero di circa 28 Miliardi?
Vedi caso sarebbero quelli che servono per reperire le risorse appena stimate di circa 30 Miliardi !!!
La ringrazio in anticipo e Le auguro i migliori successi professionali.
 
Gianfranco Curti