30/05/2012

Dott. Pelanda Salve. Ho letto il suo articolo (anzi tutt'e due) su ilsussidiario.net. Non ho parole per dire quanto è lucida e equa la sua analisi. Ho l'età e le normali vicissitudini di vita per testimoniare personalmente quello che lei sostiene. Nato nel 1968, dopo il diploma (1987) e un'anno di naia (1988), inizio a lavorare nell'azienda di mio padre, una tipografia artigiana. Nel 1990 si decide di ampliare l'azienda con un socio. Investimento di 120 (vecchi) milioni di lire, entrando in banca all'età di 22 anni!! Lavoro duro. Poche distrazioni. Responsabilità....altro che bamboccione!! 28 anni matrimonio. Tre figli.
Situazione attuale: 44 anni, sempre tre figli. Un altro investimento per rinnovare i macchinari, per lo più fatiscenti. Un debito con (dis)equitalia cumulato in tutti questi anni di 20mila ¤uro (iva, inps, bollette varie) che diventa 35mila ¤uro!! Rata mensile di 500 ¤uro. Salti mortali per pagare la rata inps (mia e di mia moglie, socia della società familiare), altrimenti niente durc...e quindi niente forniture pubbliche...e quindi chiusura. E quando non ce la faccio? Chi la paga? I miei genitori pensionati! chi altri?...che spettacolo!! ma...basta così! L'ho annoiata abbastanza.
Da tutto questo cosa traiamo? Mettiamo che io sia sfigato! E allora tutto è giustificato. Ma allora perchè tutta la mia generazione che ha contato solo sulla forza del mercato sta nella mia stessa situazione? Siamo tutti sfigati?...mah! C'è qualcosa che non torna. Perchè dei miei coetanei coloro che oggi stanno bene hanno lavorato alle dipendenze negli ultimi 20 anni? Con tutte le coperture sociali (ferie pagate, malattia, permessi per figli etc).
Chiariamo bene un concetto: io le tasse non è che non le voglio pagare eh! Le voglio pagare eccome! Ma tante (troppe!) volte tra comprare le scarpe e i vestiti dei figli e versare l'iva...opto per i figli....
Con simpatia
Giangavino

ps: dimenticavo...vivo in affitto, non ho casa di proprietà. Almeno non pago l'imu!!