09/07/2013

Egregio professore,

sono totalmente d’accordo. Tuttavia ci sono – come da Lei rilevato – alcuni punti fermi 1) La Germania che ha interessi ma , come nella recente vicenda libica, non si muove e manda avanti altri  2) il Regno Unito che si dimena per non essere totalmente estromesso dallo scacchiere  3) La Francia che agisce ormai in mandato proconsolare degli USA.

A questo punto che dire ? a)Che l’Italia si è lasciata trascinare nella guerra libica senza poter e volere agire altrimenti b) che quella guerra, come del resto le questioni tunisine , egiziane e ora siriane sono state create ad arte senza però che sia chiaro l’obiettivo o almeno che – se i risultati sono questi – le teste che hanno elaborato piani e azioni sono molto misere c) che Berlusconi in quel frangente ha fatto delle dichiarazioni inquietanti : che egli era costretto ad entrare nella coalizione perché sia il Colle che la Farnesina spingevano in quel senso . Ma allora che ci stava a fare lui come Presidente del Consiglio ? Perché non ha avuto le palle di dire al Presidente della Repubblica che quella non è materia ascrivibile alla sua Magistratura ? E poi, il Ministro degli Esteri Frattini : costui era un suo ministro oppure un convitato di pietra a garanzia di altri interessi ? Inoltre Berlusconi ha detto che sia lui che la sua famiglia sarebbero stati minacciati . Non stento a credergli , l’ombra di Mattei è sempre presente ! Tuttavia, quando si accettano cariche di Governo, bisogna metter in conto che la propria vita vale come quella di un soldato semplice in zona di operazioni. Sono situazioni in cui le chiacchiere stanno a zero e la spina dorsale – se c’è – si rivela altrimenti è meglio cambiare mestiere.

Tralascio il fatto poco pulito del Trattato di Amicizia con la Libia e di non avere cercato di impedire l’assassinio – il morto non parla ! – di Gheddafi .         

Quindi, molto bene che l’Italia agisca con sagacia consolidando la sua posizione in Libia ma – credo – che bisogni fare attenzione che tutto questo lavoro non venga spazzato via se dovesse entrare in conflitto con maggiori interessi francesi, britannici e tedeschi.

Per questo , tutto il Canale di Sicilia , il Golfo di Sirte e il Mediterraneo sino a Creta devono essere considerati una proiezione dei nostri diretti interessi .  

Ma per questo ci vuole una marina credibile e che mostri i denti coprendo in maniera reale ed efficace le aree marittime di nostro interesse per cui è necessario procedere ad un programma di costruzioni nuove senza diminuire – anzi pensando ad un leggero aumento – degli effettivi delle tre Armi.

Il commercio si promuove , in certi momenti e in certe aree, anche con la copertura militare che lo garantisce e i cui costi vengono finanziati  proprio dal successo commerciale.   

Per risparmiare ci si ritiri immediatamente dall’Afghanistan e soprattutto dal Libano meridionale che può diventare da un momento all’altro una trappola pericolosa. Ma non ci si deve ritirare – anzi aumentare nei limiti delle nostre possibilità – la presenza militare italiana nei Balcani , dove a poche centinaia di chilometri da casa nostra abbiamo un nido di serpi alimentato dall’Iran e aiutato dalla penetrazione neo ottomana turca.  

Altrimenti, se qualche corvetta francese verrà a darci ordini a voce a pochi metri da Porto Empedocle, ebbene sarà quello che ci siamo andati a cercare.  

Cordiali saluti.

Adriano Verani