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06/07/05

www.vivalaira.it

 

Questo ?lo scenario da lei disegnato

nel suo articolo su Il Giornalenel caso di ritorno alla lira:

 

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Per l'Italia sarebbe inevitabile una grave svalutazione da crisi di credibilit? ed inflazione (la peggior tassa) nel caso di ritorno alla lira.

La si potrebbe evitare solo dimezzando il debito e portando a zero assoluto il deficit. Andrebbe fatto, intendiamoci, ma il riuscirci in brevissimo tempo per consolidare la nuova lira in modo che il mercato non la consideri carta straccia ?impossibile. Per i tedeschi e i francesi il problema sarebbe simile, pur meno intenso. E se riuscissero a ricreare un franco e marco forti le loro economie verrebbero massacrate dalla competitivit?valutaria intraeuropea e i loro gi?molti disoccupati raddoppierebbero di colpo, con conseguenze di destabilizzazione strutturale che vi lascio immaginare. Se vogliamo una nuova guerra civile in Europa il miglior modo per accenderla ? quella di far saltare l'euro. Quindi, per favore, basta fesserie. Impegniamoci,

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In questi sue affermazioni caro Pelando, intraleggo proprio lo stile dei grilli che sembra voler sbugiardare.

In primis? Chi dice che bisogna uscire dall’euro da oggi a domani, come si fece per entrarci? Questo lo dice Lei, e i suoi amicic grilli, ma chi sta seriamente studiando la cosa dice il contrario?. Tutto ci?che non si fece entrando nell’euro, che non si pu?fare restando nell’euro, si potr? fare uscendone? Legando la lira all’euro con cambio fisso per qualche anno (finch?servir?), e non per pochi mesi come fu nel 2001/2002  la consistenza dell’euro e delle monete collegate non ne risentirebbe, lira compresa? La destabilizzazione intraeuropea tanto millantata non esisterebbe, e gli scambi continuerebbero coi cambi fissi fino ad una graduale uscita dal sistema, senza contraccolpi n?scossoni speculativi di sorta.

L’unico effetto (positivo) auspicabile e comunque neppure certo, sarebbe che l’euro si svaluterebbe s? ma rispetto al dollaro e non in campo intraeuropeo, con innegabili vantaggi per le esportazioni e la competitivit? e per favore non continuiamo a menarla col petrolio?come dice lei impegnamoci? E proviamo a ripescare anche il nucleare, la cui rinuncia fu una scelta scellerata.

 

 

Le disegno io uno scenario alternativo, pi?credibile e meno euro-dogmatico:

L’euro ?stato male imposto, male gestito, e viene male usato, l’uscita lenta e graduale dal sistema (parliamo di anni) di tutte le monete che vi sono confluite, che andrebbero a riconsolidarsi, manterrebbe invariata inflazione, disoccupazione ed economie, ma consentirebbe di ricalibrare i rapporti tra le varie nazioni e monete, eliminando dove possibile ulteriori speculazioni. L’europa deve unirsi nei popoli, prima che nelle monete e nelle economie, come si pu? pretendere che il nostro sud sia competitivo come il nostro nord? E come quindi, a supporre che l’italia possa gestire l’economia, il deficit, il rapporto debito/pil, come la finalndia o la grecia o persino la turchia?

Chi ha partorito queste teoria ?a nostro avviso solo un illuso o uno sprovveduto, oppure anziche un grillo, ?una cicala, che pretende di restare a cantare incurante

del proprio debito, succhiando risorse alle altre formiche dell'eurosistema, abbracciando l'euro non per buona volont?ma per farsi trainare come palla al piede.

Come dice Lei impegnamoci, basta col cicaleggiare,

e basta cantilene da grilli saccenti, ?tempo di provare a lavorare come la saggia umile laboriosa formica.

La verit??che forse non si ?pi?cos?sicuri di sapere o voler tornare a lavorare.

 

 

Resp.le Osservatorio Web

Comitato nazionale “vivalalira?/font>

 

Matteo Veca