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10/06/2007

Papa e Bush: Globalizzazione a misura d’uomo

 

Il prof. Carlo Pelanda, purtroppo ancora cervello solitario, nell’editoriale del 11 giugno su il Giornale , illumina il significato forte del viaggio di Bush in Europa.

“Senza pretendere di alzare il velo che copre le delicati relazioni tra Impero e Papato provo ad ipotizzare, scrive Pelanda, cosa stia succedendo perch? mi ?sembrata una svolta di enorme rilievo? Per inciso: credo che una base minima di formazione scientifica tecnica, che Pelanda ha ai massimi livelli, sull’universo digitale dei byt e della rete, sarebbe necessaria al mondo della politica e della cultura per la comprensione degli eventi.Chiuso l’inciso.

Vediamo i segni della svolta di enorme rilievo illuminati dal prof. Pelanda con la sua acclarata incisivit?

 

Primo: Accordo “pesante?Bush ?Benedetto XVI

Lo racconto attraverso emozioni. Dice Bush, andando all’incontro, “vedr? Benedetto XVI per la prima volta e la mia intenzione ?soprattutto ascoltarlo? Pensa evidentemente, anche, al sondaggio dove si evince che sette americani su dieci gli hanno raccomandato di ascoltare il Papa.

Benedetto XVI nell’incontro gli ha sostanzialmente detto: “Se gli USA vogliono avere un ruolo grida, allora si mettano a capo di una grande campagna contro la sofferenza del mondo, impegnandosi a combattere la fame, le malattie, la povert?che assediano tre quarti del pianeta?

Poche ore dopo Bush alla tavola rotonda con l’O.n.g cattolica della Comunit? di S. Egidio affermava: “Il Papa lo ha chiesto e noi lo faremo?

 

Secondo: La nuova laicit?nell’era della globalizzazione.

Scrive il prof. Pelanda: “Nel 2001 e 2003 ci furono momenti in cui l’Imperatore ebbe la tentazione di farsi Papa per rafforzare la spada unendola alla croce. E momenti in cui Roma dovete fare geopolitica in proprio mettendo la croce contro la spada. Questa rottura non fu mai aperta, ma ci fu. Ora, secondo me il Papa ha realizzato in base ai preoccupanti fatti in corso che la cristianit?ha bisogno di un Impero che la difenda. O che comunque agisca senza metterla in difficolt? convergendo.

E l’Imperatore ha colto che senza l’aiuto di Roma non va da nessuna parte?

 

Terzo: Nuova frontiera occidentale per la globalizzazione

Le strategie dell’Impero e del Vaticano convergono naturalmente dopo la sostanziale divergenza con Giovanni Paolo II che fortissimamente vuole l’unit?delle tre grandi are cristiane (cattolica, ortodossa, protestante).

Convergono nel sostegno aperto dell’Impero alle “comunit?cattoliche di volontariato che gestiscono un enorme rete di diplomazia riservata per fini umanitari in tutta l’Africa ed oltre, compresa quella islamica, con una credibilit?ed influenza senza pari. Il Papa mai potr?concedere sostegni aperti all’Impero anche per tenere separati Stato e Chiesa, massima priorit?per Roma, ma le organizzazione operative connesse alla Chiesa stessa potranno chiedere e stimolare interventi?

Conclusione

Il viaggio di Bush in Europa segna una svolta di enorme rilievo per quello che si e detto sopra.Ma anche perch?questa ?la via concreta per liberare l’umanit?dal relativismo.

Per quanto riguarda l’Europa: la Francia con Sarcosy mira a farne forza trainante del nuovo Occidente. L’Italia potr?dare il suo qualificato contributo se emarginer?i cattocomunisti rappresentanti nostrani del relativismo. Le nuove frontiere occidentali comprenderanno Russia e America Latina con in testa il cattolico Brasile. L’Europa ha cos?un ruolo insostituibile.