Papa e Bush: Globalizzazione a misura d’uomo Il
prof. Carlo Pelanda, purtroppo ancora cervello solitario,
nell’editoriale del 11 giugno su il Giornale , illumina il significato
forte del viaggio di Bush in Europa. “Senza
pretendere di alzare il velo che copre le delicati relazioni tra Impero e
Papato provo ad ipotizzare, scrive Pelanda, cosa stia succedendo perch? mi ?sembrata una svolta di enorme rilievo? Per inciso: credo che una
base minima di formazione scientifica tecnica, che Pelanda ha ai massimi
livelli, sull’universo digitale dei byt e della rete, sarebbe necessaria
al mondo della politica e della cultura per la comprensione degli eventi.Chiuso
l’inciso. Vediamo
i segni della svolta di enorme rilievo illuminati dal prof. Pelanda con la
sua acclarata incisivit? Primo:
Accordo “pesante?Bush ?Benedetto XVI Lo
racconto attraverso emozioni. Dice Bush, andando all’incontro, “vedr? Benedetto XVI per la prima volta e la mia intenzione ?soprattutto
ascoltarlo? Pensa evidentemente, anche, al sondaggio dove si evince che
sette americani su dieci gli hanno raccomandato di ascoltare il Papa. Benedetto
XVI nell’incontro gli ha sostanzialmente detto: “Se gli USA vogliono
avere un ruolo grida, allora si mettano a capo di una grande campagna
contro la sofferenza del mondo, impegnandosi a combattere la fame, le
malattie, la povert?che assediano tre quarti del pianeta? Poche
ore dopo Bush alla tavola rotonda con l’O.n.g cattolica della Comunit? di S. Egidio affermava: “Il Papa lo ha chiesto e noi lo faremo? Secondo:
La nuova laicit?nell’era della globalizzazione. Scrive
il prof. Pelanda: “Nel 2001 e 2003 ci furono momenti in cui
l’Imperatore ebbe la tentazione di farsi Papa per rafforzare la spada
unendola alla croce. E momenti in cui Roma dovete fare geopolitica in
proprio mettendo la croce contro la spada. Questa rottura non fu mai
aperta, ma ci fu. Ora, secondo me il Papa ha realizzato in base ai
preoccupanti fatti in corso che la cristianit?ha bisogno di un Impero
che la difenda. O che comunque agisca senza metterla in difficolt? convergendo. E
l’Imperatore ha colto che senza l’aiuto di Roma non va da nessuna
parte? Terzo:
Nuova frontiera occidentale per la globalizzazione Le
strategie dell’Impero e del Vaticano convergono naturalmente dopo la
sostanziale divergenza con Giovanni Paolo II che fortissimamente vuole
l’unit?delle tre grandi are cristiane (cattolica, ortodossa,
protestante). Convergono
nel sostegno aperto dell’Impero alle “comunit?cattoliche di
volontariato che gestiscono un enorme rete di diplomazia riservata per
fini umanitari in tutta l’Africa ed oltre, compresa quella islamica, con
una credibilit?ed influenza senza pari. Il Papa mai potr?concedere
sostegni aperti all’Impero anche per tenere separati Stato e Chiesa,
massima priorit?per Roma, ma le organizzazione operative connesse alla
Chiesa stessa potranno chiedere e stimolare interventi? Conclusione Il
viaggio di Bush in Europa segna una svolta di enorme rilievo per quello
che si e detto sopra.Ma anche perch?questa ?la via concreta per
liberare l’umanit?dal relativismo. Per
quanto riguarda l’Europa: la Francia con Sarcosy mira a farne forza
trainante del nuovo Occidente. L’Italia potr?dare il suo qualificato
contributo se emarginer?i cattocomunisti rappresentanti nostrani del
relativismo. Le nuove frontiere occidentali comprenderanno Russia e
America Latina con in testa il cattolico Brasile. L’Europa ha cos?un
ruolo insostituibile.
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