Molto Gentile professor Carlo Pelanda, seguo sempre con interesse i Suoi articoli su Libero e qualche anno fa ho avuto il piacere di leggere una Sua risposta con la quale Lei mi faceva giustamente notare le difficoltà di ordine economico-finanziario e tecnico-progettuale che impedirebbero la realizzazione di una TAV da Rimini a Trapani che potrebbe liberare i tre quarti delle zone costiere italiane da una ultracentenaria ed ingiusta servitù .
Oggi mi chiedo se si potrebbe risolvere all’origine la iattura “spread” imponendo, agli italiani detentori di depositi bancari e di fondi vari, l’acquisto obbligatorio della totalità del nostro debito pubblico con un interesse dell’1% , come in Germania ed in Giappone, dato che gli eventuali utili da altri tipi di investimento vengono nel tempo azzerati dalla continua erosione ed inflazione, dalle quali sembra che si salvino solo i cosiddetti grandi investitori.
Mi chiedo inoltre se per combattere la piaga dell’evasione all’IVA,a suo tempo definita imposta a cascata, non si potrebbero utilizzare le più recenti tecnologie informatiche a partire dai milioni di PC presenti in quasi tutte la scrivanie degli impiegati italiani (ricordo che negli anni trenta da noi c’era un finanziere in divisa, seduto accanto agli operai che salavano le alici nei vasi , a controllare il consumo giornaliero del sale grosso , avuto dalla Ditta Rizzardi a prezzo scontato , perchè era monopolio di Stato e per noi umani veniva venduto in tabaccheria, come il chinino).
Come ultimo mi domando perché non riusciamo ad adottare un metodo di Governo come quello usato dal generale De Gaulle , che chiedeva ogni volta con un referendum ai Francesi se approvavano o meno le sue proposte innovative e dopo la prima risposta negativa si è tranquillamente ritirato a Colombè le Deux Eglises?
La saluto cordialmente
ex dirigente sanitario del settore età adulta dell’Uls 32 di Chioggia.
01/12/2012
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