15/12/2006

Gentile Prof. Pelanda, sono uno studente di Finanza  presso la Bocconi.
Le invio delle riflessioni che facevo circa la cessione di Alitali che mi
piacerebbe condividere con lei.

Con stima,
Pasquale Ingino

"CESSIONE DI ALITALIA da parte del governo, suo attuale azionista di
controllo (49,9%).

Il progetto di cessione della compagnia di bandiera prevede alcuni
elementi su cui occorre riflettere:
1-la short list dei potenziali acquirenti sarà compilata valutando non
il prezzo di acquisto della compagnia, bensì il piano industriale
presentato dal potenziale acquirente;
2-condizioni restrittive sulla gestione della stessa: ad esempio, non
dovrà esserci riduzione di personale;
3-una clausula di lock in, sarebbe a dire: tu che acquisti non puoi
disinvestire per 1-3-5 anni;
4-oggetto d?offerta sarà il 30,1% delle outstanding shares della
stessa, con successivo obbligo di OPA totalitaria: in breve,
l?acquirente potrebbe ritrovarsi tra un anno ad essere l?azionista
unico (del 100%) dell?azienda.
Tali sono le idee espresse dall? Esimio Professor (w l?Italia
meritocratica!) Prodi a riguardo (tra l?altro a mercati aperti, mmah),
pur non essendo ad oggi il bando non ancora disponibile.

Riflettiamo sui 4 punti proposti, cercando di capirne il significato:
1-In una economia moderna, in una economia di Mercato, in una economia
Occidentale, le transazioni ?soprattutto se di società quotate-
avvengono in virtù del sacrosanto principio della Trasparenza, la cui
santità è sancita da secoli di teoria economica, dalla prassi dei
mercati, e dalla UE.
L?utilizzo del piano industriale (piuttosto che del prezzo) quale
criterio di scelta dell?acquirente deroga a tale principio.
In breve e semplificando: dati due potenziali acquirenti, nell?ipotesi
che chi investe lo fa per ricavare profitti e non sia fuori di testa,
se ve n?è uno che ritiene di avere un piano industriale migliore
dell?altro, ciò risulterà nel prezzo offerto per l?acquisto
dell?azienda stessa.
Pertanto scegliere in virtù del piano industriale e non del prezzo
sottende una logica altra rispetto alla annunciata volontà di
?garantire stabilità e certezza? (cito Prodi) ad Alitalia: vuol dire
scegliersi l?acquirente ?semmai garantendogli condizioni d?ingresso di
particolare favore-. Potrebbe voler dire farsi un amico in più
(ricordate Soros?) o ricambiare un favore ad un vecchio amico
(Debenedetti?).
Da buon governo un po? post -(ma non troppo post) comunista ed un po?
figlio dell?IRI, il suo modus operandi è testimone di una chiara
volontà di dirigere il Mercato, è il manifesto del principio: il
Mercato non si autodetermina (così come in tutte le economie
Occidentali), il Mercato lo fa chi comanda. L?URSS docet.

2-Constatato che le compagnie aeree oggigiorno non possono più contare
sui ricavi ?a causa dell?incertezza della loro dinamica (terrorismo,
petrolio, TAV,etc)-, stando la sfida competitiva nel taglio dei costi,
date l?enorme rigidità della struttura di costo di Alitalia -imputabile
in larga parte al costo del personale, che mi fa sì che Alitalia perda
?1 mln al dì nonostante abbia gli aerei pieni- e la nota sovrabbondanza
di personale dell?azienda, ha ragione quel Luca (di sinistra) quando
afferma: ?Non si può non ridurre il personale, non si può imporre di
mantenere nel business anche le rotte su cui si perde: gli imprenditori
non sono dei kamikaze!?.
La lobby dei sindacati da una parte e il governo che di economia non
capisce un tubo dall?altra ignorano?

3 e 4-Imponendo tali condizioni si elimina automaticamente dal novero
dei potenziali acquirenti i fondi di private equity, che sono gli unici
che potrebbero esser capaci di dare un futuro ad Alitalia, date le
condizioni in cui essa versa, viste le masse da essi gestite,
l?esperienza nelle ristrutturazioni aziendali, la capacità manageriale,
gli incentivi che hanno ad operare con diligenza (leggi: profitti).
Ancora: quale investitore ?se non un fondo di private equity o
speculativo- potrebbe mai acquistare il 100% (secondo Citigroup, pari a
circa ?1,2mld) di una compagnia che ha una rischiosità alta e fattori
di rischio (leggi ?tra l?altro- sindacati) difficilmente gestibili?

Signori, se questo è quanto il mio governo riesce a produrre, io a 23
anni, laureando in finanza, penso di essere maturo e competente
abbastanza per aspirare al Ministero dell?Economia. Modestia a parte.

P.I.