01/12/2008
Egregio prof. Pelanda
 
ho letto il suo articolo odierno sul Tempo e mi sorprendo ancora una volta del fatto che nessun economista, opinionista, ricercatore, sindacalista, giornalista, ecc. ponga il problema di come ridurre il peso della nostra pazzesca "ipertrofia istituzionale", almeno come possibile risparmio, per rendere disponibile qualche miliardo di euro annuo, tanto necessari con questa crisi. Inoltre si tratterebbe di modifiche strutturali non una tantum.
Qualche volta si accenna che le province non servono, che i parlamentari sono troppi. Ma non viene mai fatto presente che noi, poveri italiani, siamo "gestiti" da ben 6 livelli politico/amministrativi, che non hanno riscontro altrove. Elencando dal basso abbiamo:
 
1. circoscrizioni; 2. comuni; 3. province; 4. regioni; 5. governo nazionale; 6. istituzioni europee (per citare solo quelle che paghiamo direttamente).
 
A Roma (dove abito) la mia circoscrizione ha ora 27 consiglieri (fino alle ultime elezioni erano 16) che risultano prendere 2000 euro al mese. Quindi 54.000 euro al mese fra tutti, oltre alle indennità di presidente, vicepresidente, minisindaco e miniassessori. Per 19 circoscrizioni, solo a Roma, abbiamo 54000 x 12 x 19 = 12,3 mil di euro (almeno) all'anno. Per una città che ha oltre 8 miliardi di debiti non capisco perchè pagarli, perchè, mi creda, ai cittadini queste assemblee propio non servono, ma sono assai utili ai politici per creare una carriera per le nuove leve e ridurre la pressione di queste ultime sui livelli più alti. Pare che in Italia di tali consessi ce ne siano oltre 800 (le circoscrizioni erano riservate alle città con oltre 500.000 abitanti, ma pare che una recente legge le abbia estese a quelle con 100.000).
 
Non solo: Lei saprà, credo che le contee degli USA sono circa 4400, mentre i comuni italiani (un trentesimo del territorio USA, un quinto della popolazione) sono 8102. In Inghilterra, per citare una dimensione simile alla nostra, pare abbiano solo un migliaio di contee.
 
Delle province, dice ora Castelli della Lega che "sono espressione del territorio, attenti ad abolirle".  Ma sono 105 e alimentano migliaia di politici. Quei soldi non sarebbero meglio impiegabili in investimenti? Il PD, bontà sua, arriva a proporre di abolire quelle che verrebbero sostituite dalle aree metropolitane (e quindi non si abolisce niente).
 
Abbiamo ancora regioni a statuto speciale. Perchè? Servono ancora? A chi?  E perchè 20 regioni? Il Molise deve valere quanto la Lombardia e la al d'Aosta quanto il Piemonte? Il Veneto deve proprio essere diviso in tre? Non ne basta uno?
 
Il parlamento nazionale è il più pletorico dei paesi civili. Circa mille parlamentari contro i 550 dei soliti USA. Ma perchè non imittaiamo gli USA su queste cose, anzichè sul Federalismo? Ad esempio lo stato della California (più grande e ricco dell'intera Italia, con la popolazione della Spagna) ha un governatore ed un parlamento di 80 deputati; è suddivisa in 58 contee. E basta. Come sarei contento di avere istituzioni così leggere. Tralascio l'Europa; ricordo solo la retribuzione ridicolmente elevata dei nostri parlamentari europei.
 
Ma tutto questo non viene mai in mente a nessuno. O meglio, nessuno si azzarda a parlarne. Nanche durante una crisi definita la peggiore degli ultimi cento anni. Neanche con il nostro debito pubblico. Neanche per reperire risorse da destinare ad investimenti produttivi. Neanche prestigiosi economisti che potrebbero facilmente quantificare i vantaggi economici e, non solo, ma anche quelli importantissimi legati allo snellimento dei processi gestionli del paese, alla riduzione dei centri e delle occasioni di corruzione, al reimpiego produttivo di tanta gente ambiziosa e volitiva. Il tutto senza licenziare un solo dipendente pubblico, salvo i politici (che hanno sempre altre occupazioni, da loro tralasciate per "spirito di servizio")
 
La mia domanda è: perchè ciò non avviene?
 
Forse per paura o timore? per interesse? per sfiducia? perchè ci vorrebbe coraggio? perchè agli italiani va bene così?
 
Non è un problema di destra o sinistra, di partito A o partito B. Si tratta di uscire dal latifondo politico.
 
Sarei davvero grato di una Sua opnione.
 
F.M.
Roma