11/04/2008

Una domanda fulminante: ma a nessuno e' ancora venuto in mente che
prima del 13 aprile viene l'11?

Non pensi subito che stia dando i numeri, mi sto riferendo a cio' che
successe in Spagna l'11 marzo 2004, alla vigilia di elezioni in cui il
partito dato vincente era quello piu' filo americano e interventista
in Iraq.
Sono molte le analogie tra la situazione spagnola di allora e quella
italiana di adesso e se dovessi pensare ad un paese in cui mettere in
atto cio' che pochi giorni fa ha incitato a fare Al Zawairi, non potrei
che pensare al nostro.
Purtroppo noto una assenza totale di attenzione al problema, sia
mediatica che, spero di sbagliarmi, istituzionale: in breve ho paura
che ci faremo trovare con le braghe calate. Non che con il governo
che ci troviamo le braghe siano state alzate in molte occasioni, ma
questa volta ci sarebbe poco da scherzare.

Perche' un attentato adesso?
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Il terrorismo di Bin Laden ha avuto sempre come obiettivo l'economia
occidentale, ben sapendo che solo mettendo in ginocchio questa potra'
vincere la sua partita.
Nel 2001 non colpi' Washington, potere politico, ma il World Trade
Center a New York cioe' il potere economico.
Di fatto l'attentato causo' una frenata dell'economia mondiale,
accompagnata da una rivoluzione totale nel mondo degli affari.
Cambiarono le modalita' di accesso agli stati, lo scambio delle merci, i
prezzi delle materie prime, l'equilibrio energetico dei paesi dipendenti
dal petrolio e molto altro ancora.
Oggi il mondo e' in una situazione estremamente critica: l'economia in
stallo, il prezzo del petrolio alle stelle, il dollaro ai minimi e la
crisi di liquidita' delle banche dovuta al terremoto dei mutui sub-prime
non lasciano spazio ad alcun polmone compensativo o paracadute.
Quale momento migliore per colpire?
Un attentato adesso potrebbe spingere l'occidente nel baratro.

Perche' in Italia?
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Perche' se voglio far cadere qualcosa colpisco il sostegno piu' debole.
L'Italia e' il paese piu' vulnerabile, quello che piu' facilmente puo'
crollare economicamente portando con se' gli altri.
Non dobbiamo dimenticare che dipendiamo energeticamente quasi
interamente dall'estero, in particolare dal petrolio arabo e dal gas
russo/libico e non abbiamo materie prime. Questo fa si che le nostre
possibilita' di ripresa in un contesto di crisi siano molto basse.
Il governo attuale ha di fatto abbassato la guardia su ogni aspetto
della sicurezza nazionale, in particolare immigrazione, proselitismo
islamico, controllo del territorio, antiterrorismo.
Siamo alla vigilia di elezioni importanti che potrebbero portare in
carica un governo in grado di ridurre la vulnerabilita' intrinseca del
nostro paese rendendo piu' forte l'intero castello occidentale.
Mediaticamente non si parla di un possibile attentato in Italia e questo
comporta un basso grado di attenzione nella popolazione civile.

Dove e come?
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Nell'Italia di oggi, duole dirlo, e' possibile qualsiasi cosa in
qualsiasi luogo. Non voglio dare idee ai terroristi qualora questa
lettera venisse pubblicata e mi tengo le mie ipotesi sul come. Per il
dove ritengo valido il motivo per cui l'11/9 scelsero New York e dico
Milano e non Roma.

Cosa si puo' fare?
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Niente panico ne' allarmismi inutili, solo cerchiamo di alzare il grado
di attenzione del paese. Oggi uno zainetto dimenticato su un treno porta
a pensare a quel poveraccio che lo ha smarrito. In un paese pronto porta
ad avvertire la polizia. E' solo un esempio ma la differenza tra un
attentato riuscito e uno fallito la fanno i piccoli ed insignificanti
particolari.
E non dimentichiamoci che la miglior difesa e' fare in modo che
l'avversario debba cambiare i suoi piani ed improvvisare.

Chiaramente sarei felicissimo di sbagliarmi completamente ed essere
definito paranoico.

Un cordiale saluto da un affezionato lettore Suo e del Giornale
Ing Roberto Bolis