03/04/2008

 

Caro Pelanda,                                                                                                   Grosseto  3.4.2008

     il gettito fiscale continua a crescere, addirittura un più 10% nei primi mesi del 2008, nello stesso tempo siamo tutti allarmati per la crescita dell'inflazione 3%, 4% o più a seconda  delle stime.

Il cosiddetto risanamento della finanza pubblica ha prodotto dunque una notevole massa di risorse che lo Stato ha incamerato,una massa superiore a quella prevista.

Non è chiaro se e di quanto sia stato ridotto il debito pubblico, né quale sia, in realtà, il disavanzo pubblico attuale. 

Chi ha pagato il conto di questa operazione?

Tutto il denaro che "gli evasori" sono stati costretti a versare nell'erario, da dove proviene?

Commercio, servizi, distribuzione e produzione sono stati spremuti; recuperando una fetta di evasione ed elusione più o meno grande, oggettivamente aumentando la pressione fiscale globale.

È un costo in più che gli attori economici hanno dovuto recuperare, per mantenere i conti in equilibrio, talvolta per sopravvivere.

Hanno dovuto scaricare sui prezzi i costi aggiuntivi; non c'è alcuna alternativa.

Colui che paga il conto e’ sempre e comunque il consumatore finale; e, come sempre, i più penalizzati sono stati proprio i più deboli della società.

Nel frattempo i prezzi hanno cominciato a crescere per conto loro spinti da un aumento della domanda mondiale di materie prime che, oltre ai combustibili fossili, ha interessato ferro, grano e molte altre risorse agricole e naturali che finora interessavano quasi esclusivamente le società industrializzate.

Una politica miope ha caricato una situazione già minacciosa per motivi internazionali di un extra prelievo fiscale che minaccia di far crollare un castello di carte già poco stabile.

Ci troviamo oggi con uno Stato sempre più ricco ( per modo di dire) e con dei cittadini sempre più poveri; è una situazione che non durerà a lungo, la crescita economica, già vicina allo zero, calerà ancora e con essa, fatalmente, gli incassi dell'erario.

Molti dei cosiddetti esperti sostengono che il gettito fiscale non si può ridurre, che le finanze dello Stato hanno bisogno di quei soldi; c’è da dubitare della loro conoscenza, il gettito fiscale si ridurrà comunque da solo ed in modo difficilmente recuperabile.

Quando l'erario si prende la metà del reddito, ed in Italia potrebbe essere più del 50%, non è possibile alcuno sviluppo economico; se poi le esportazioni frenano....

L'evasione fiscale e il consumo di merci prodotte in paesi che pagano pochissimo il lavoro hanno consentito a milioni di soggetti con redditi medio bassi di sopravvivere, facendo una potente azione di calmiere,  tanto più evidente nel sud.

Sono risparmi a due cifre percentuali; ogni tentativo di incidere su questo o su quello aumenterà la platea delle famiglie che non arrivano a fine mese.

Ma la giustizia sociale..... i diritti dei lavoratori dei paesi emergenti..... sono parole, concetti teorici; gli effetti pratici dell'inseguimento di questi slogan sono prezzi più alti e poveri più poveri.

Navighiamo in una situazione mondiale difficile con un paese che non sembra in grado nemmeno di comprendere i meccanismi dell'economia.

Abbiamo ascoltato in questi giorni l'annuncio trionfale del nuovo "tesoretto"; quale che sia questa cifra, sono risorse tolte alla crescita e gettate in un pozzo.

Ed i cittadini sono ancora un po’ più poveri, tutti.

Cordialmente

 

 

Roberto Alessi

Grosseto