12/04/2006
Stim.mo Prof. Pelanda,
 
mi permetta un breve commento sul risultato elettorale.
Il centrosinistra ha tremato veramente fino all'ultimo minuto, consapevole, sin dall'inizio dell'avventura elettorale, dell'improbabile esito proveniente dalle urne. Ora che possiedono Camera e Senato, il centro sinistra così coalizzato deve fare, ovviamente, ciò che non ha mai fatto prima nella storia dell'Italia democratica: "lavorare duro" (come sottolinea Prodi) non soltanto per rispondere alle esigenze degli elettori che li hanno votati, ma per dare una qualche soddisfazione all'altra metà del Paese che nel centrosinistra non si riconosce. Ed è difficile accontentare entrambe le "partizioni" di elettori. Prodi, rifiutando la proposta di Berlusconi per una "Grosse Coalition", ha già fatto vedere i fili che pendono sopra alla sua testa. Se fosse veramente il "governatore" indiscusso di tutti noi, avrebbe potuto accettare la proposta e la governabilità del Paese era salva! O, perlomeno, avrebbe dato un segnale di grande volontà di far ripartire il Paese alla metà del Paese che non lo ha votato, mantenendo le positività ed aggiungendo quel che, secondo LUI, manca.
Ma i burattinai sono tanti e molti di loro non vorrebbero usare gli stessi fili per cinque anni.
La CDL non dovrebbe più sprecare risorse in contestazioni, ma "far buon viso" ed analizzare con grande criticità (e competenza) i percorsi che il nuovo governo, con ovvia baldanza, intraprenderà, così da mettere a punto tutte le strategie possibili per produrre tutte le incrinature possibili nella fiducia che gli elettori del centrosinistra hanno riposto il 9/10 aprile scorsi.
 
Da tempo, il più diffuso quotidiano economico italiano pubblica pezzi autorevoli sui grandi economisti contemporanei, ma mai come in questi ultimi mesi ha dato grande enfasi al liberismo smithiano (ripreso, a modo suo, da Vaciago qualche giorno fa). Il Paese, con ogni probabilità, compresi coloro che non ne conoscono le teorie, ha voglia di un modello di liberismo moderno, adattato al nostro contesto mediterraneo, nel rispetto della dignità di chi lavora e di chi non può lavorare (e non di chi non vuole); la CDL dovrebbe identificare ed isolare gli aspetti essenziali del proprio liberalismo ed mostrarne gli effetti, di breve-medio-lungo termine, al Paese, come quarant'anni fa il M.° Manzi fece con tanti ragazzini ed adulti analfabeti di allora...In queste elezioni l'italiano ha dimostrato una grande partecipazione alla vita economico-politica del Paese...soprattutto economica. Occorre dare all'italiano quelle semplici conoscenze macroeconomiche con le quali egli possa riconoscere le "bufale" a prima vista, in modo da poter evitare i raggiri politici provenienti da qualsiasi parte. E la parte, da molti anni, è sempre la stessa.
 
Cordialità vivissime
 
Zamax "smithiano"