01/04/2007

Caro professore il titolo della e-mail vorrebbe parafrasare il famoso ‘colossal’ di Griffit degli anni venti in negativo per questo nostro povero Paese in mano a degli incompetenti nelle discipline di governo.

Mi faccia riepilogare brevemente ciò che mi sembra stia avvenendo al di fuori di ogni sistema di ‘misurazione ufficiale’:

‘dalle pagine di cronaca locale che sfuggono in genere ai meccanismi di ‘censura’ più istituzionali, in Italia c’è una costante crescita di credibilità nei confronti dei seguenti fenomeni:

  • Economia sommersa (contro i comportamenti dei sindacati sia datoriali che operai)
  • Contrabbando di beni e servizi dalla droga all’adozione ai servizi sanitari ai trasferimenti di valuta (contro i le illiberalità di fisco e banche)
  • Gossiping diffuso (contro I comportamenti corporative di tutti glo ordini da quello giudiziario a quello dei giornalisti)
  • Simpatia verso il ‘localismo’ (contro gli atteggiamenti ‘para-mafiosi’ e non-trasparenti dei vertici nazionali)
  • Autorità Papale (contro i qualunquismi ed i relativismi etici della politica)
  • Pacifismo no-global (contro la acclarata sudditanza inerme in politica estera)
  • Globalizzazione filo-UK/USA (contro l’altrettanto acclarata incapacità dello Stato a tutelare la Nazione)

Possiamo cercare di ‘misurare’ (almeno nei loro ‘differenziali’ di crescita se non nei loro valori assoluti) questi fenomeni di lenta ma inesorabile disgregazione del consenso nazionale nei confronti delle istituzioni politiche (ivi incluso la Confindustria di Montezemolo-benedetto-da-Dio) per indicare a qualche homo-novus la strada di riappropriazione della leadership (magari suggerendo per l’Italia l’adesione all’Unione USA come 52° stella in quella bandiera?)?

Grazie per l’attenzione sempre benevola

Carlo Vitali

 

 

06/04/2007

Caro professore, La stimo da tempo per le Sue posizioni umane che traspaiono dai Suoi scritti su ‘il Foglio’ ed ho quindi letto in questa chiave di simpatia anche il ‘coccodrillino’ che Ella ha voluto stendere in morte di Andreatta. Una tra le inflazionate e inutili ‘menti sottili’ di questo nostro povero Paese.

Al di là infatti del valore intellettuale dei professionisti in qualsivoglia disciplina ne ‘filtro’ la dignità umana e concedo molto selettivamente in corrispondenza a ciò le mie simpatie e disponibilità a collaborare.

L’Italia è un caso molto particolare in Europa (anche se ritengo che la sua peculiarità sia di sottolineare in modo molto emblematico un fattore comportamentale presente in quasi tutti gli altri Paesi).

L’Italia è un Paese pieno di individualità dotate di ‘genio’ a tutti i livelli. Questo potenziale di intelligenze non è mai riuscito a trovare in Patria adeguati canali per concorrere alla crescita del ruolo internazionale del Paese. Neanche al livello minimale del concetto di Patria (ovvero al livello del Comune - come insegna padre Dante).

Io ho sempre cercato di identificare in questa peculiarità un segno positivo che si è venuto a formare dopo il crollo dell’Impero Romano grazie al lavorio millenario di Santa Madre Chiesa che ne ha cercato di surrogare il ruolo impadronendosi dei valori base di diritto civile e mettendoli in pratica tramite la Curia Romana che da allora esercita il ruolo di sostituto del Senato Romano con una lettura delle tendenze politiche e civili in chiave mondiale.

Non esisterebbe in questa lettura della nostra storia patria alcuna possibilità di ascendere a status di Potenza Politica analogamente a Francia, Regno Unito, Spagna ed altri Paesi europei.

È forse per questo che gli intellettuali italiani di maggior successo abbiano dovuto emigrare e porsi al servizio degli Stati Nazione altrui. Il Papato non ha mai avuto bisogno di politici o intellettuali non-organici alle scelte della Curia. Neanche i Papi non-organici alle politiche della Curia hanno mai avuto vita facile.

Si figuri quindi se al di là del segno decoroso di dolore umano che Ella ha voluto contribuire nei confronti di Andreatta posso credere realmente a quell’ennesimo ‘soggetto di genio’ come a una ‘mente sottile’ che potesse aspirare a creare per la prima volta in duemila anni un struttura politica nazionale degna di tal nome.

Né vale la pena (come spesso fanno le ‘menti sottili’ dopo avere fallito) attribuire la colpa al destino cinico e baro o alla sconfitta bellica o al crollo del muro di Berlino. L’Italia è un pollaio di ‘menti geniali’ (metto anche la Sua e quelle di minore pubblicizzazione mediatica includendo esempi anche apparentemente ‘indegni’ ad una prima lettura che hanno potuto esprimere la propria ‘genialità’ solo dopo essere emigrati partendo da uno status personale addirittura di ‘illetterati’).

Da Machiavelli a Mazarino a Rudolph Giuliani il successo italiano lo si può leggere in campo mondiale dalle scienze, all’industria.

Per restare ancorati alla politica una ‘mente sottile’ (da Moro a La Pira a Dossetti a De Mita ad Andreotti) ha due scelte 1) restare umilmente ‘organico’ alla Chiesa Romana e quindi svolgere un ruolo secondario anche se importante di agevolare le decisioni politiche della Curia oppure 2) cercare di creare un proprio centro di potere capace di dare successo alle proprie scelte politiche individuali.

Il vero italiano è tagliato costantemente a metà da una sorta di croce tra queste due scelte. Infatti la nostra creatività individuale ci spingerebbe a tentare la via numero 2) imponendoci di prendere in senso storicamente tardivo le distanze dalla ‘politica italiana’ (guelfa o ghibellina non è importante) per creare appunto tardivamente un’entità decisionale autonoma in Italia (è stato un tentativo perdente che possiamo riscontrare nella storia italiana dai comuni alle signorie ai regni di ogni sorta dagli Svevi alle Due Sicilie ed ai Savoia).

L’altra alternativa è quella di abbandonare questo Paese per dedicarsi a concorrere in piena libertà a studiare e offrire i propri contributi intellettuali alla definizione di politiche di ben maggiore respiro rispetto a quelle italiane. Emigrare (anche se solo intellettualmente) negli USA. L’unico Paese che non è ancora uno Stato Nazione e che è quindi obbligato per la sua dimensione economica e per le spinte etniche interne ad avere capacità relazionali di dimensione globale in cui una vera ‘mente sottile’ capirebbe che esistono spazi ben più appaganti di espressione.

Le ‘menti sottili’ che si intignano invece a sprecare le proprie genialità (certamente esistenti in quanto italiano anche in Andreatta) nella costruzione di una politica autonoma con sede in Italia (che tra l’altro essendo un Paese ‘trasformatore’ e povero non potrebbe esprimere alcunché) mi sembrano degne della stampa di partito ma certamente non di credibili riconoscimenti scientifici o culturali.

Se non capiscono neanche che ove ha fallito Machiavelli (consiglieri di Principi ben più autonomi sul piano decisionale) e dove Cavour si è dovuto accontentare di creare un’entità legale (il Regno dei Savoia) priva di contenuti reali (era a tutti chiaro come occorresse ora creare gli italiani) o ove Mussolini (un politico eccellente come riconosciuto da Churchill, Stalin e Roosevelt) ha dovuto celermente vestire le ghette, creare un ceto medio sul quale poter contare di sostenere una politica autonoma (battezzando i figli e sposandosi in chiesa), ed infine dover scegliere il suicidio militar-politico ‘bluffando’ sperando in una Blitzkrieg entrando in guerra senza capacità militari (che al di fuori dell’arma aerea disprezzava per esperienza diretta in guerra e nei salotti) oppure al suicidio intellettual-istituzionale rinunciando al suo sogno di un Suo Paese Grande Potenza non esistono molti spazi di successo per ‘menti sottili’ di cui, mi consenta, sento spesso parlare senza peraltro avere riscontri pratici credibili. Ivi incluso la ‘mente sottile’ di Moro che si è dovuta smentire con indecenti lettere scritte poi dal ‘carcere popolare’ che egli stesso aveva contribuito a ‘incanalare’ tra le istituzioni allargate (leggi l’attualissimo caso di politica estera gestita con surrogati ‘irresponsabili’ come Emergency o l’altrettanto ma molto più pericoloso ‘surrogato irresponsabile’ alle politiche mondiali dei vari movimenti verdi attivi ‘contro’ gli Stati di democrazia liberale tramite vero e proprio eco-terrorismo).

Io vorrei più ‘menti sottili’ italiane che (come Andreotti) diano contributi di creatività intellettuale italiana alle decisioni politiche della Curia di Roma oppure che, emigrate negli USA, mi garantiscano contenuti di cultura italiana millenaria a scelte politiche di dimensione globale (anche per bilanciare le decisioni politiche che l’Italia impone al mondo grazie alla Curia di Roma).

Grazie per la Sua scelta Veronese-Georgiana, cordialmente

Carlo Vitali