18/04/2012

Egregio Dr. Pelanda,

 

sono un Consigliere Regionale del PDL eletto in Emilia-Romagna, spesso leggo i suoi articoli e quasi sempre li condivido.

In particolare, il contenuto del suo intervento su Libero del 17 aprile, esprime compiutamente e con ineccepibili riscontri  tecnici, ciò che anche io, modestamente, penso da tempo e che non trovo adeguatamente sostenuto né in sedi politiche, ne in contesti economici.

Siccome anche io ritengo che un condono (oltre al resto da lei elencato) sia indispensabile per dare una sferzata a questa situazione che non può essere trattata in modo ordinario, mi permetto suggerire due considerazioni per controbattere alle inevitabili critiche moralistiche che un’iniziativa come questa potrebbe.

In primo luogo il fastidioso intervento per far pagare (si può adeguatamente e realisticamente graduare il quantum) chi ha evaso, o semplicemente chi vuol vivere tranquillo in futuro, permetterebbe di gravare meno di quanto si stia facendo ora sulla generalità dei cittadini.

Inoltre, in un periodo di grandi riforme Costituzionali, ad iniziare dal pareggio di bilancio, si potrebbe inserire una norma che renda impossibili o difficilmente praticabili in futuro altri condoni in modo che non si possa dire che la reiterazione di condoni alimenti l’evasione continua.

Inoltre, a quel punto un inasprimento delle sanzioni anche penali per chi evade sarebbe plausibile ed opportuna. Infine, l’attività ispettiva delle Forze dell’ordine, rivolta all’attualità e non più al passato, potrebbe garantire quella certezza di essere scoperti in caso di una qualche violazione, che ogni testo di diritto considera più deterrente che lo stesso aumento della sanzione.

 

Nel manifestarle nuovamente la mia stima e la mia ammirazione per ciò che scrive, le porgo i più cordiali saluti.

 

Marco Lombardi