11/08/2013
Egregio Pelanda, sono almeno quattro anni che cerco un articolo come quello che Lei ha scritto, che conforti le mie idee che sostengo da anni. Nessuno si è cimentato in una critica come la Sua sugli enti statali(in minuscolo). Infatti non è possibile che i dipendenti statali, che vivono perchè ci sono altri che producono reddito, non  vengano rimossi dai loro posti di, si fa per dire, di lavoro.
Lasciando stare tutti quelli che lavorano veramente come, forze dell’ordine, infermieri, vigili del fuoco ecc... che andrebbero premiati con una maggiorazione dello stipendio, tutti quelli preposti alle scartoffie dovrebbero essere legati ad una sorta di posto proporzionato. Mi spiego, siccome non si fa molto o nulla per proteggere il posto di lavoro di aziende, che sono costrette a licenziare, anche per mancanza di denaro proveniente dallo stato, dovremmo proporzionalizzare il licenziamento o la messa in mobilità anche del dipendente pubblico. Mi spiego, un dipendente di azienda a casa , un dipendente pubblico a casa, così difenderemo meglio il Suo concetto di protezione degli anziani, o altri Italiani in difficoltà. Una sorta di compensazione dalla grande “Mamma Stato”, che tutti protegge e perdona anche più della nostra religione. Vedrà che impegno ci sarebbe e si vedrebbe subito quante persone in più sono state assunte e si sceglierebbero poi i migliori che probabilmente, per doti innate verrebbero allo scoperto. Mio padre negli anni 80 diceva che se un ingegnere lavora presso la motorizzazione civile, non è un grande ingegnere, sicuramente è stato scartato dall’Industria. Nella aziende questo succede, i migliori emergono sempre e fanno grande l’Azienda. Nello stato come sappiamo contano molto le correnti di partito  e questo non succede.
Continui nella Sua battaglia e spero che qualche altro collega La segua.
Con simpatia
Demos Fuochi