“ è difficilissimo cambiare modello interno in poco tempo. Infatti, per prendere tempo senza cambiare e continuare il modello trainato dall’export le nazioni tendono prima a svalutare la moneta: la Cina endemicamente, l’America stessa, ecc. L’euro è rimasto alto perché per la Germania, in realtà, il suo valore di cambio, comparato al marco teorico, era competitivo. Ma tale valore ha ridotto la competitività del resto dell’Eurozona. Ora l’euro sarà abbassato, ma ciò non risolverà il problema. Le euronazioni dovranno per forza ridurre di almeno un terzo spesa pubblica e tasse per lasciare più capitale nel mercato interno e permettergli di crescere via consumi ed investimenti. “ Egregio Professore
sono parole Sue, a meno di tagli redazionali, ne riconoscerà il contenuto.
Sono parole profetiche che pesano come macigni sulla coscienza di chi governa le sorti dell’Europa.
Quali sono le garanzie che i denari sottratti ai risparmi degli italiani, ho detto risparmi non retribuzioni, prendano la strada degli investimenti produttivi e non a finanziare i costi veri della politica e cioè i compensi ai partiti?
Non ne abbiamo alcuna garanzia ed infatti, prima che sia troppo tardi, occorre resettare il parlamento a tutti i costi e tornare al Popolo.
Ci indichi un Suo orientamento, un comportamento costruttivo, un’ancora di salvezza politica, per non finire nella melassa della bolscevizzazione dei cervelli, nelle spire di un futuro senza libertà.
Con immutata stima.
Suo Agdan
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Egregio Professore |