31/08/2006

Esimio prof. Pelanda,

mi permetto di dare  una mia  (stravagante?)  interpretazione all’improvvisa uscita di Prodi e compagni sulla legge relativa al conflitto d’interessi. Posto che è un grande vantaggio per il centrosinistra avere come avversario lo screditabile e ricattabile Berlusconi piuttosto che un altro, e visto che  nel centrodestra  negli ultimi tempi si è cominciato seriamente a parlare di successione al suddetto (vedi l’articolo di  S. Fontana di ieri su Libero), gli strateghi dell’Unione, temendo la scomparsa di Berlusconi come il peggiore dei mali,  hanno studiatamente deciso di provocare l’orgoglio della CdL e indurla a far quadrato intorno alla figura del loro capo. Come nel passato hanno usato l’odio contro Berlusconi per mobilitare la loro base, così oggi tentano di suscitare l’amor proprio del  centrodestra per salvare Berlusconi. La furiosa reazione, di questa mattina,  di esponenti e giornali vicini alla CdL è la riprova che avevano visto giusto. Stia pur certo che da oggi in poi nel Polo e nei giornali collaterali  non si discuterà più di cambio di leaderschip ma di come difendere il capo perseguitato. Ed il gioco è fatto. Ma la legge sul conflitto d’interessi non si farà. Almeno per il momento. E’ per il centrosinistra una carta troppo importante per potersela giocare in così poco tempo. La terranno lì, e la rispolvereranno ogni tanto solo  per calmare la loro base o farne un’arma di ricatto politico.

Donato Antonio