Caro
Pelanda, concordo col suo commento all'articolo di Ida Magli, e penso
che tocchi davvero all'Occidente tentare di favorire un'evoluzione in
senso "laico" dell'Islam. Mi permetto comunque di segnalarle
alcuni problemi : 1) Ammesso che l'Islam sia davvero riformabile, come
e quanto tempo sarà necessario? 2) Abbiamo questo tempo? 3) Gli
islamici sono assimilabili? Per quanto è dato capire, quelli
residenti in Europa - anche da molti anni, anche quelli di seconda
generazione – sono del tutto refrattari ad ogni forma di
integrazione culturale, anzi, al contrario, finiscono per rafforzare
ancor più la loro identità islamica e per stringersi ancor più
intorno ai loro valori, disprezzando e rigettando i nostri. Non tutti
sono terroristi, certo, ma quasi tutti li approvano e quasi tutti
vedono di buon occhio la conquista islamica dell’Europa, una
islamizzazione che può avvenire semplicemente per pressione
demografica, pacificamente e ben prima che possa crearsi una frattura
e un conflitto fra islam “buono” e islam “cattivo” : faranno
prima, cioè, loro a islamizzare noi che noi a occidentalizzare loro.
Anche perché 4) la gran parte della popolazione europea sembra ancora
lontanissima dal rendersi conto della reale portata della minaccia in
atto e preferisce la politica dello struzzo o quella di Monaco 1938. Alla
luce di quanto sopra, soffiare nelle trombe – come fanno Fuori dai denti, lei pensa che l'Occidente sopravviverà a questa sfida? E l'Europa? La saluto con grande stima Francesco Birardi |