01/04/2011

LA CRISI LIBICA

   Gli avvenimenti attuali in Libia mi ricordano gli anni trenta, quando la Società delle Nazioni di Ginevra, che fu sostituita dall’ONU alla fine della seconda Guerra mondiale, su iniziativa del focoso Ministro degli Affari Esteri britannico Eden, comminò all’Italia, rea di imitare le nazioni colonizzatrici in Africa, le sanzioni economiche.
   Le quali rafforzarono il patriottismo italiano ed il regime fascista e costrinsero l’Italia a chiedere aiuto alla Germania nazista, con le conseguenze ben note.
   La lungimiranza degli inglesi e dei francesi di allora è pari a quella sfoggiata oggi nei confronti della Libia, che è spinta nelle braccia del terrorismo islamico.
   Un’ altra prova che la storia non insegna nulla: l’ignoranza e l’avidità delle nazioni egemoni non cambia.
    Anche oggi si ricorre all’autorità dell’ ONU per mascherare un’ operazione di egemonia economica e si spaccia l’ aggressione brutale della Francia e della Gran Bretagna contro la Libia come un intervento “umanitario”. La politica delle cannoniere non è cambiata.
    La vecchia messinscena dei crimini contro l’umanità per distruggere i propri avversari e deferirli alla Corte Internazionale dell’Aia è stata attuata con abilità e tempestività.
    Così come la risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dell’ ONU, per giustificare i bombardamenti sulla Libia senza dichiarazione di guerra e senza porre alcun limite.
    Il precedente è gravissimo: qualsiasi nazione non gradita al direttorio dell’ONU può essere accusata di delitti e bombardata indiscriminatamente, senza riguardo per le popolazioni inermi.
    C’è già  stato il discutibile precedente nei Balcani, con l’intervento della NATO e degli aerei italiani per bombardare la Serbia..Ma si pensava che ciò fosse un conflitto  locale irripetibile.
   Ora invece si mobilitano decine di Nazioni nell’ ONU per dare l’ostracismo al regime di Gheddafi
 e per abbatterlo militarmente, fingendo di non sapere che la maggioranza delle Nazioni membri dell’ONU è retta da regimi non meno autoritari di quello libico.
    Assistiamo al trionfo della mistificazione e dell’ipocrisia, a spese di migliaia di civili, che sono sacrificati  per la loro  liberazione dal cielo..
    Non sappiamo dove ci porti questa guerra non dichiarata.
    Ma è certo che da oggi si devono rivedere gli Statuti delle organizzazioni internazionali,
ad incominciare dall’ ONU, per evitare che simili aberrazioni si ripetano.
     Ad esempio si deve riformare il Consiglio di Sicurezza dell’ ONU, che non rispecchia più
la maggioranza dei suoi membri. I membri permanenti costituiscono una anomalia oggi non più giustificata. Tutti i membri dovrebbero avere eguali diritti e doveri.
     L’Unione Europea si è dimostrata in questa circostanza inesistente.  Ed hanno ripreso ad operare liberamente le vecchie Nazioni dominanti, per difendere i propri previlegi ed i propri interessi.
    Da tempo ormai i singoli membri si domandano se la rinuncia alla propria sovranità è compensata da una maggiore sicurezza economica e militare.
     La capacità delle strutture multinazionali si verifica nelle situazioni di crisi e di emergenza.
      Purtroppo l’UE è fallita nella gestione della politica estera. Se non troverà una rapida soluzione,
l’UE sarà destinata a disgregarsi sotto gli attacchi provenienti dall’esterno: concorrenza economica globalizzata, politica monetaria comune, finanza internazionale incontrollata, immigrazione selvaggia, terrorismo islamico, ecc.              
     La crisi libica è un banco di prova decisivo per la UE. Vediamo come ne uscirà.
        
                                                                                     Salvatore Custòdero