Contro l’incertezza il consolidamento euroamericano


Di Carlo Pelanda (11-12-2015)


Il futuro dell’Unione europea è sempre più incerto: frammentazione interna, instabilità nazionali, frizione con la Russia, relazioni ambigue con la Cina, offensiva jihadista, crisi degli investimenti che blocca la ripresa e rende vulnerabile il sistema all’irruzione delle nuove tecnologie disintermedianti. Soluzioni? Non ce ne sono di solo europee perché l’Ue, anche se fosse compatta, è troppo piccola per applicarle con successo. L’Ue residua deve necessariamente cercare un consolidamento esterno: accelerare i negoziati TTIP, cioè la formazione di un mercato euroamericano come piattaforma per una convergenza politica e di standard economici e finanziari con gli Stati Uniti che fornisca nuova utilità all’alleanza delle nazioni europee. Ciò darebbe fondamenta più solide alla Nato e quindi più capacità di sicurezza, più forza negoziale per contenere l’espansione russa, addomesticare Mosca e nel futuro renderla alleata, più potenza di scala per costringere la Cina a rispettare le regole antidumping e i nuovi standard del mercato euroamericano, se vorrà avervi accesso, e la reciprocità. La prospettiva di un mercato euroamericano, che poi si congiunga all’area di libero scambio formata da Stati Uniti e altre 11 nazioni del Pacifico, tra cui Giappone e Australia, e al NAFTA, aggiungendo quindi Canada e Messico, è una leva forte per nuovi investimenti privati, ora stagnanti per incertezza, in quanto possono scontare la genesi espansiva di un megamercato integrato che complessivamente produce circa il 67% del Pil mondiale. Più investimenti privati, anche in situazione di calo di quelli statali per eccessivo debito, faciliteranno innovazioni e il trasferimento del lavoro dagli impieghi obsoleti a quelli del futuro, minimizzando il rischio di disintermediazione tecnologica. L’euro, senza destino in un’Europa isolata, ne troverà uno nuovo come moneta di un pezzo rilevante del nuovo mercato. Inoltre dovrà convergere con il dollaro per evitare instabilità nei flussi commerciali e tale convergenza diventerà il pilastro finanziario e il prestatore di ultima istanza del pianeta. Anche l’America è troppo piccola per restare da sola e sta premendo per l’integrazione economica con le altre democrazie. Solo i ciechi non vedono che la soluzione di sopravvivenza e rilancio sia per l’America sia per l’Europa, come per le altre democrazie, è una fusione tra loro che crei una Libera comunità di nazioni convergenti talmente grande da poter annichilire nemici, domare gli emergenti e dinamizzare l’economia tecnologica. Approfondimenti nel mio Nova Pax, ora in libreria.