Un voto per l’Italia forte
Di Carlo Pelanda (27-5-2007)
Voto locale o nazionale? Europeo. In Europa si sta alzando un vento di destra che spazza via i modelli di sinistra che in economia, politica estera ed ordine interno non funzionano. In Francia e Germania è impressionante il risveglio della politica forte contro quella debole. Il punto: in questa svolta “forzista” dell’Europa l’Italia non può stare ferma quattro anni con un governo che la rende debole, pena la marginalizzazione. Per questo il voto locale in atto va visto come l’unica opportunità a breve per rimetterci sul binario giusto.
I deputati
tedeschi hanno appena approvato una detassazione
sostanziale sulle imprese portandola a livelli di supercompetitività. Il Bundesrat voterà l’approvazione finale in
settembre e con il primo gennaio 2008 le imprese italiane dovranno
competere con aziende tedesche meno cariche di costi. Mi ha sorpreso che un
governo di coalizione bianco/rossa osasse una mossa
del genere. Ho chiesto. La risposta è stata: per interesse nazionale. Le élite politiche ed industriali hanno condotto un’analisi
realistica delle condizioni che avrebbero permesso alla
Germania di poter restare una potenza industriale globale, ridurre la
disoccupazione endemica e poter sostenere una moneta con valore di cambio
elevato. La conclusione è stata che la detassazione
per aumentare la competitività delle imprese era l’unica cosa da fare. E subito,
perché il temporaneo boom globale offre un
extragettito che permette di ridurre sostanzialmente le tasse senza rischiare
troppo l’equilibrio di bilancio. Mentre in Germania la politica e le èlite economiche facevano questo, mentre