Da Finmeccanica a Finbingo

 

Di Carlo Pelanda (19-6-2007)

 

Nel 2001 Finmeccanica era in crisi e prossima alla svendita. Nel 2007 si presenta come gigante globale all’air show di Le Bourget in corso. Il suo leader, Pierfranceso Guarguaglini, è stato nominato nel 2005 “uomo dell’anno” da Aviation Week. Questa rubrica è onorata di esserne consulente e desidera celebrare i successi di Finmeccanica condividendo con i lettori una nota inviata a Guarguaglini.

Prima un riassunto. Tra il 2002 e 2005, acquisendo unità inglesi, Finmeccanica è diventata leader globale nel settore degli elicotteri (Agusta Westland) e un attore primario nell’elettronica della difesa (Selex). Ha conferito in minoranza Alenia Spazio alla francese Alcatel, ma garantendo il mantenimento delle capacità di costruire satelliti in Italia ed ottenendo la maggioranza nell’azienda che cura i servizi. In partenariato con Eads costruisce il bimotore ad elica da trasporto civile Atr che è il più diffuso nel pianeta. Nel 2006 ha lanciato una collaborazione con la russa Sukhoi per la produzione di un jet a medio raggio di grandi ambizioni. Con la recente vendita del trasporto militare tattico C-27J al Pentagono in grandi quantità Alenia Aeronautica sta passando dal ruolo di “componentista” (fusoliere sia per Boeing sia per Airbus) a quello di costruttore di sistemi interi. Per la parte civile, Ansaldo Energia è stata salvata dalla crisi, così come altre unità del gruppo, l’Elsag (automazione) in rilancio. In sintesi, Finmeccanica è stata capace di reagire alla crisi ingrandendosi e non rimpicciolendosi.  Il punto. Ma è ancora troppo “piccola” in relazione alla scala dei competitori globali e dovrà espandersi molto di più. Quali i punti critici della strategia per riuscirci? L’aumento della capacità commerciale in Asia, che prima mancava, ed America è in atto. La riorganizzazione dell’azienda da italiana a veramente multinazionale è in corso, pur con lentezza. Va accelerata. Finmeccanica deve restare un conglomerato militare-civile o specializzarsi nel settore difesa? Resti un conglomerato per bilanciare eventuali restrizioni della spesa militare e punti molto sull’energia. Ma resta irrisolto il problema principale. Il 30% posseduto dallo Stato tende a deprimere i valori prospettici di espansione dell’azienda. Se fosse privatizzata il mercato riceverebbe il segnale che è libera di saturare i propri potenziali e ciò ne porterebbe subito, per la giusta valorizzazione proiettiva dei successi già conseguiti,  la capitalizzazione in Borsa a 25 miliardi, dai meno di 20 di oggi, rendendo più facile reperire il capitale per ulteriori acquisizioni. Da Finmeccanica a Finbingo.                 

Carlo Pelanda