Solo
la convergenza euroamericana potrà evitare il caos globale
Di
Carlo Pelanda (10-1-2007)
Il periodo
della Pax Americana è finito ed inizia un nuovo ciclo
nelle relazioni internazionali. In quello precedente, dal 1945 al 2005, Stati
Uniti ed URSS si sono divisi il dominio del mondo, fino alla fine degli anni
‘80, impedendo ad altri imperi di emergere. Negli anni ’90 l’America si è trovata a
gestire da sola tutto il pianeta, ma senza adattare il proprio modello imperiale
ai nuovi requisiti di governance planetaria. Ciò ha
lasciato un “vuoto di governo” nel cui spazio sono emerse senza regolazione
nuove potenze globali e regionali - Cina, India, Iran,
il movimento jihadista, ecc. - e dove l’America non
ha saputo trovare una nuova formula di alleanza né con la Ue né
con la Russia postsovietica. Fino al 2005, jihadisti
e India a parte, le nuove potenze sono rimaste più introverse che estroverse,
dando l’illusione che l’ordine mondiale centrato sul primato
americano non stesse subendo tensioni sostanziali. Ma
dal 2005 le nuove potenze sono diventate estroverse. La Russia guidata da Putin, falliti i tentativi di alleanza
con l’America (2001) e con la Ue (2003), appena ha visto salire i
prezzi dell’energia, avendone tanta, ha avviato un’azione imperiale esterna via
ricatto energetico, per esempio bloccando l’espansione ad est dalla Ue. La Cina, affamata di energia e timorosa di
subire un contenimento, ha proiettato dall’area regionale a quella globale la
propria influenza diretta. L’Iran ha preso una postura di potenza regionale.
Tutto questo è avvenuto per reazione a contingenze specifiche, ma reagendo i
nuovi poteri si sono accorti che l’America non aveva più la forza per regolarli
e ciò li ha resi aggressivi.
Per controreazione gli alleati dell’America hanno
fatto lo stesso. Gerusalemme, non fidandosi più dell’ombrello statunitense, ha
fatto filtrare la capacità di nuclearizzare l’Iran.
Il Giappone sta costruendo una capacità atomica per dissuadere le ambizioni
cinesi. Bush sta tentando di ripristinare la credibilità della propria forza per non perdere il controllo
su alleati e sfidanti. Ma l’America è ormai troppo piccola. Solo una alleanza euroamericana avrà la
scala per mantenere in ordine e sotto standard occidentale il pianeta. Merkel lo ha capito e, appena presa la presidenza di turno della Ue, ha proposto a Bush tale formula pur travestendola come convergenza solo
economica per evitare dissensi eccessivi. Questa rubrica ritiene sia l’unica
soluzione per la nuova era, con l’accortezza di includere successivamente
Russia, Giappone ed India (www.lagrandealleanza.it).
Ma accetterà l’America l’idea di condividere l’impero e il resto degli europei
quella di esserlo nuovamente?
Carlo Pelanda