L’America adotta il multilateralismo selettivo come metodo di controllo imperiale indiretto più efficiente ed efficace

 

Di Carlo Pelanda (22-3-2005)

 

 

 Parecchi commentatori sono rimasti sorpresi dalla decisione americana di cooperare con gli europei per la pressione antiproliferativa verso l’Iran invece di attivarne una di tipo unilaterale. In realtà si tratta dell’applicazione del modello di gestione imperiale elaborato originariamente dall’Amministrazione Bush, definibile come  multilateralismo selettivo. Se ne può osservare l’adozione in diversi casi. Corea del Nord, gli Usa rifiutano un tavolo negoziale bilaterale ed insistono per costruirne uno che coinvolga le nazioni contingue. Israele-palestinesi, l’America non vuole più trovarsi come potenza singola ordinatrice del teatro e cerca di coinvolgere gli Stati rilevanti dell’area. Medesimo approccio lo si trova per la relazione con la Siria e, appunto, per il caso iraniano. Il concetto strategico di fondo è stato spiegato da Condoleezza Rice in un saggio pubblicato su Foreign Affairs nel 2000. Dove analizzò il pericolo di un’America che doveva occuparsi di tutti i guai del pianeta intervenendo direttamente sui singoli casi. Idea perseguita da Clinton che portò a clamorosi insuccessi: rifiuto da parte dell’India di moderare il proprio riarmo nucleare; fallimento della pressione bilaterale sulla Corea del Nord, della mediazione statunitense tra Arafat e Barak, del piano di rinascita dell’Africa, ecc. La Rice sostenne che l’interventismo indiretto sarebbe stato un modo più efficiente ed efficace di combinare interesse nazionale e requisiti di controllo globale. Cioè coinvolgere più attori nella soluzione di un caso, lasciando che la pressione americana lavorasse attraverso questi. Metodo simile a quello adottato dall’Impero romano che cercò una formula di dominio indiretto, per ridurre costi e rischi, ma che mantenesse una buona forza ordinatrice: fai quello che vuoi, ma se non metti a posto le cose a casa tua e dintorni come vogliamo noi poi arriva la Legione che pialla tutto e tutti. La variante odierna è quella di forzare le potenze di una regione a tenerla in ordine entro uno schema che rispetti gli interessi dell’Impero. Solo se queste non ci riescono poi arriva la Legione, ma come eccezione entro uno standard di influenza indiretta. Dopo l’eccezione del 2001-2003, l’Impero ora sta adottando tale dottrina del multilateralismo selettivo e continuerà a farlo almeno fino al 2008. In tale scenario, per avere potere di scambio con gli americani, una nazione alleata dovrà essere molto rilevante in almeno uno dei teatri regionali. Per questo si raccomanda ad una recentemente distratta politica estera italiana di prendere una posizione più forte nello scacchiere mediterraneo.    

Carlo Pelanda