L’inclusione della Turchia e l’avvio di un megabusiness e non un problema

 

Di Carlo Pelanda (9-10-2004)

 

 

L’inclusione della Turchia nella Ue va valutata in relazione non solo in relazione ai problemi che pone, ma anche delle opportunità che apre, ed in uno scenario ampio e non ristretto. Un sistema mediterraneo integrato diventerebbe l’area a maggior crescita del pianeta. Vi sarebbe la connessione tra l’economia matura europea e quella povera, ma con potenziali di crescita stellari, della costa sud: un mix che fa crescere investimenti e consumi totali a boom. Non solo nell’area costiera, ma nel retroterra esteso. Tutta l’Africa, l’Asia centrale con attrazione a sud del baricentro economico russo e balcanico via mar Nero. Tale sistema territoriale – adottando lo schema di Wallerstein – avrebbe un centro economico emergente a maggior sviluppo: l’Europa costiera connessa con un submercato emergente centrato su Turchia, Nuovo Iraq, Israele, Egitto, agganciato a quello balcanico-russo meridionale. La Germania e l’area baltica diventerebbero una pur ricca semiperiferia, il resto periferia, ma a sviluppo comunque forte sostenuto dalla scala del volano così messo in moto. Il tutto farebbe girare più ricchezza per circa un miliardo e mezzo di persone. Il punto: il massimo di sviluppo si ottiene quando un sistema ricco compra la povertà e la trasforma in capitalizzione del povero, a sua volta nuova opportunità per il ricco stesso. Il pro è che nell’area mediterranea la povertà è geograficamente vicina alla ricchezza e quindi con bassi costi logistici per ottenere l’effetto volano. Il contro è dato dalla difficoltà di trasformare in democrazie secolarizzate e stabili i regimi islamici. Ma il problema sarebbe risolvibile da una Ue che premesse per la loro democratizzazione come condizione per una associazione graduale, economicamente subito effettiva, pur senza inclusione piena.  Francia ed Italia avrebbero il massimo interesse per aprire tale via perché diventerebbero le più ricche. La seconda, infatti, preme, ma la prima è di traverso. Probabilmente Parigi fa fatica a staccarsi dall’idea originaria che una Ue “chiusa” sia veicolo del suo miglior vantaggio nazionale. In realtà lo sarebbe di più una Ue sufficientemente coesa per ottenere l’effetto integratore, ma configurata come mercato “aperto” che si espande. Paura dell’invasione fondamentalista? Uno è spiritualista se non ha niente, ma se ha soldi andrà nello shopping center invece che in moschea. In sintesi, l’Islam va visto come un’area secolarizzaribile incentivando e condizionando l’autocooptazione dei suoi regimi entro il mercato europeo. Doppio business: più sicurezza e ricchezza. E la Turchia ne è il primo passo.     

 Carlo Pelanda