Europa pari all’America:2067?

Di Carlo Pelanda (18-1-2003)

 

 

Alla fine degli anni 50 i think tank americani temevano che lčUrss sarebbe
stata capace di raggiungere la potenza economica statunitense entro una
decina dčanni. Fu un abbaglio dovuto allčimpatto emotivo del colpaccio
orbitale fatto da Yuri Gagarin, dalla sovrastima degli effetti espansivi
della ricostruzione post-bellica e, sopratttutto, dalla poca conoscenza,
allora, del differenziale di efficienza tra unčeconomia pianificata e una
libera. I cultori di scenaristica possono trovare qualche cenno nei vecchi
rapporti di ricerca dello Standford Research Institute. Ma più sfortunate
furono le previsioni dellčufficio sovietico per la pianificazione: entro
cinque anni. In verità, gli scenari segreti del Kgb nello stesso periodo
furono molto più realistici: gap difficilmente colmabile. Tradizione che fu
ripresa da Andropov nel 1977 quando scrisse che ci sarebbe voluto un
cambiamento totale di modello per dare alla Russia una speranza di restare
potenza mondiale: di fatto, imitare lčAmerica. Potrebbe sembrare
irrispettoso inserire nel seguito di una tale premessa la valutazione della
credibilità relativa alla previsione-obiettivo formulata dallčUnione Europea
nel summit di Lisbona 2000: raggiungere nel 2010 le capacità degli Usa. Ma
un velo di irriverenza è giustificato dal fatto che tale scenario sembra più
basarsi sul metodo del volontarismo burocratico di tipo sovietico che non
sul realismo. La probabilità che il vecchio continente riesca in otto anni a
pareggiare lčAmerica è minimo. Il motivo è semplice. Il modello europeo
continentale (Francia, Germania, Italia) è basato sulla priorità della
redistribuzione della ricchezza e non della sua creazione. Fino a che
resterà così non è possibile che gli europei possano competere con un
sistema, invece, disegnato per privilegiare la crescita. Un Andropov
resuscitato direbbe allčUnione, novella Urss: cambia tutto e forse ce la
farai, se non lo fai, no. E si sorprenderebbe di un Prodi che si lamenta del
ritardo in merito allčagenda di Lisbona: ovvio. Questa rubrica consiglia
allčUnione di lasciar cadere lo scenario-piano di Lisbona e di sostituirlo
con uno łcondizionaleČ (realismo) e non łtemporaleČ (fuffa). Per esempio:
lčEuropa certamente potrà pareggiare o superare lčAmerica, ma a tre
condizioni: (a) liberalizzazione economica piena; (b) fatta inizialmente da
un modello che lascia la sovranità alle nazioni affinché ciascuna possa
gestire lčinevitabile turbolenza sociale a modo suo e, quindi, senza
contraccolpi sulla tenuta dellčUnione; (c) e poi annullare le sovranità per
creare un vero mercato unico e godere di un boom dovuto allčeffetto scala.
2067?
Carlo Pelanda