Un cambiamento da gestire attivamente


Di Carlo Pelanda (28-12-2015)

Il 2016 sarà un anno cruciale per il tentativo di creare un mercato globale delle democrazie. L’accordo di libero scambio con elementi di mercato unico tra 12 nazioni del Pacifico, tra cui Stati Uniti, Giappone, Messico, Canada, Australia, Nuova Zelanda, ecc., in sigla TPP, attende le ratifiche dei Parlamenti. Un accordo più strutturato è in negoziazione, dal luglio 2013, tra Ue e Stati Uniti, in sigla TTIP, e sta entrando in fase finale. Le due aree TPP + TTIP valgono circa il 67% del Pil mondiale, includono nazioni democratiche, con due sole eccezioni, ed escludono Cina e Russia. La Cina, spaventata dal dover rinegoziare l’accesso al nuovo mercato senza poter continuare la concorrenza sleale, ha avviato nel 2015 una propria area di libero scambio e sia lusinga sia ricatta molte nazioni affinché non aderiscano al TPP. Inoltre cerca di condizionare gli europei, con investimenti, affinché non firmino il TTIP. La Russia è perfino più spaventata: resterebbe isolata e dovrebbe dipendere da una Cina che ha l’intenzione di dominarla nel futuro. I recenti comportamenti sia aggressivi sia collaborativi di Mosca sono molto influenzati dall’obiettivo di mostrare ad America ed Europa l’utilità di includere in qualche modo la Russia. Due motivi spingono TPP e TTIP. Economico: necessità per le democrazie di stimolare la crescita rendendo più fluido un mercato internazionale tra loro e compatibile con modelli ad alti costi sistemici. Nelle democrazie chi vuole protezioni può votare e ciò aumenta i costi mentre nelle non-democrazie questi restano bassi e provocano concorrenza non bilanciabile. Geopolitico: la necessità di un sistema più grande della Cina per poterla condizionare. L’Unione sovietica non era parte del mercato globale e poteva essere “contenuta” senza danni globali. La Cina lo è, contenerla implicherebbe crisi mondiali, quindi va condizionata affinché abbia comportamenti stabilizzanti. Il punto: la creazione di nuove aree di mercato integrato è il nuovo modo per fare imperi. Pericolo di conflitti? Solo se l’area TPP + TTIP resterà chiusa. Se, invece, aprirà finestre agli esclusi, poi vi sarà un equilibrio pragmatico tra nuovi imperi. L’Italia avrà il massimo vantaggio, con la Germania, dal TTIP, ma questo si ridurrebbe se la frizione con la Russia aumentasse. Renzi e Merkel si incontreranno ai primi di gennaio: sarebbe un buon momento per convergere allo scopo sia di accelerare il TTIP sia di aprirvi una finestra per la Russia, pur condizionata. Nel mondo c’è un cambiamento epocale che va gestito attivamente e non passivamente anche dall’Italia.