In attesa del rimbalzo americano

 

Di Carlo Pelanda (5-3-2001)

 

 

Il tormentone economico attuale riguarda lentit dei lavori di riparazione della locomotiva americana, il quando potr riprendere a tirare il convoglio delleconomia mondiale - reale e finanziaria - e con quale forza motrice. Tutto il mondo eurozona ed Italia comprese - dipende dalle esportazioni verso lAmerica e dalleffetto stimolatore che questa ha nel mercato dei capitali. Vediamo quindi lo scenario interno statunitense.

La tendenza recessiva. A met del 2000, dopo il rialzo dei tassi utile a raffreddare leccesso di crescita le aziende hanno preso atto della volont restrittiva dellautorit monetaria e hanno ridotto gli investimenti per il 2001 scontando una stagnazione. Ci ha amplificato ed accelerato il movimento discendente, creando una sorpresa negativa. Che ha modificato al ribasso le previsioni di profitto futuro delle aziende quotate in Borsa. I mercati azionari sono scesi, il Nasdaq crollato, e la famiglia media americana non ha incassato nel 2000 i proventi dei propri investimenti finanziari, mettendo in difficolt quelle che li avevano gi impegnati per ripagare i debiti assunti per comprare qualcosa. In estrema sintesi, per invertire la tendenza recessiva sarebbero necessarie tre condizioni: (a) riduzione dei tassi monetari per rilanciare gli investimenti; (b) dare pi capacit di spesa alle famiglie e permettere a quelle indebitate di tornare a pari, (c) ottenere leffetto stimolativo delle due prime misure in tempi brevi, prima che la contrazione economica aumenti il tasso di disoccupazione (che ancora allottimo livello del 4%).

Lautorit monetaria (Fed) ha gi da tempo imboccato la strada della riduzione dei tassi. Per lincertezza sugli esiti elettorali del novembre scorso si trovata costretta ad agire in ritardo di circa due mesi sulla tabella che sarebbe stata appropriata. Ha recuperato a gennaio, con un taglio a sorpresa. Ma, in generale, la discesa dei tassi non pu essere troppo repentina. Rischierebbe di creare un eccesso di entusiasmo finanziario e conseguente bolla, non sostenuta dagli andamenti delleconomia reale sottostante. Tale rischio notevole perch comunque lAmerica non ancora in recessione e resta forte la fiducia del mercato in un futuro rimbalzo. Quindi la Fed deve rispettare una tabella di emersione controllata per non creare unembolia nel corpo economico. I tagli ci saranno, ma non necessariamente con la velocit utile ad anticipare il rimbalzo prima che intervengano pesanti tagli alloccupazione e ulteriori cadute della Borsa.

Proprio per questo motivo la Fed, inizialmente ostile alla proposta di Bush di usare una bella fetta del surplus del bilancio federale (stimato in 5600 miliardi di dollari nel prossimo decennio) per tagliare le tasse piuttosto che per ridurre il debito, ha cambiato idea e ora sostiene il progetto. Che, in essenza, prevede di ridurre i carichi fiscali di circa 3,2, milioni di miliardi di lire equivalenti in dieci anni. Cosa che equivale ad aumentare di circa 1.600 dollari annui la capacit di spesa della famiglia media americana. Tale quantit di ricapitalizzazione via defiscalizzazione certamente stimolativa.

In sintesi, le due misure utili a minimizzare la recessione e a favorire il rimbalzo sono state prese. Ma questo stato solo un primo passo. Il secondo riguarda lefficacia delle misure dette in relazione al tempo. Se il mercato le percepisce come segnale di riavvio della crescita entro un mese o due, allora si pu scommettere su un rimbalzo della crescita americana gi a partire dal secondo semestre ed un Pil a fine 2001 sul 3 3,5%. Se i tempi si allungano, la tendenza recessiva dovr sfogarsi di pi (licenziamenti, contrazioni degli investimenti) ed il rimbalzo sar inevitabilmente ritardato con un prolungamento dellincertezza forse per tutto il 2002. Prevedere quali dei due scenari si avverer molto difficile. Certamente lamministrazione Bush sta facendo il possibile per anticipare leffetto ottimistico della stimolazione fiscale, prevedendone la retroattivit dal 1 gennaio 2001. Ma i tempi tecnici di approvazione parlamentare, con la complicazione di una parit di fatto tra democratici (che si oppongono) e repubblicani, rimandano lattivazione di tale misura a fine marzo o met aprile. Dei limiti di velocit dei tagli dei tassi si gi detto. Pertanto rester una notevole incertezza nelle prossime quattro/sei settimane. Complicata dal fatto che le Borse devono ancora finire lo sgonfiamento dalla bolla precedente e raggiungere un valore di pavimento dal quali poi risalire. Dobbiamo temere grossi guai?

Alan Greenspan, presidente della Fed, li annusa e, dichiarando che il peggio deve ancora arrivare, ha messo le mani avanti. Tuttavia i dati pi recenti segnalano una buona notizia. Finora il mercato non ha reagito allannuncio della svolta stimolativa perch prevaleva il senso di delusione relativo allo sgonfiamento della crescita precedente. Ma proprio in questi giorni si vedono segnali che indicano un umore migliore: il mercato ha digerito il boccone amaro e ora ha appetito. Infatti i consumatori americani mantengono un alto ottimismo. Poich questo lindicatore chiave (decide i destini di 2/3 delleconomia americana) sono propenso a scommettere che la svolta produrr in tempo utile i suoi effetti. Ancora una volta leconomia mondiale sar salvata dallesuberanza del consumatore americano.