!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.0 Transitional//EN" "http://www.w3.org/TR/xhtml1/DTD/xhtml1-transitional.dtd"> La crisi del settore tecnologico, sia sul piano borsistico sia su quello delle vendite, di entit tale da far temere la mort

 

 

LItalia avanguardia deldisgelo economico europeo

 

Di Carlo Pelanda (21-5-2001)

 

 

Da tempo la Germania insieme allItalia - additata come il malato economico dEuropa. Il suo modello di Stato sociale pesantissimo per fiscalit e vincoli che deprimono gli investimenti e la crescita. Il governo socialdemocratico, instauratosi dopo la vittoria di Schroeder su Kohl nel 1998, non riuscito, nonostante le promesse di rendere pi centriste le politiche di sinistra, a modernizzarlo e renderlo pi leggero. E ha scelto lopzione pi pericolosa per fare un po di sviluppo nonostante questo blocco: favorire la svalutazione delleuro (gi gracile di suo) allo scopo di compensare con le esportazioni la mancanza di crescita interna. Quando la locomotiva americana tirava (fino a met del 2000), tale metodo ha funzionato un po. Ma ora risente doppiamente del rallentamento statunitense. La sua crescita per il 2001 viene continuamente rivista al ribasso: da uniniziale stima attorno al 3% a timori che vada sotto il 2, mettendo a rischio cos i conti pubblici tedeschi. Guarda caso, appena emerso questo brutto andamento si cominciato a sussurrare nei circoli europei che dopotutto il rigore del pareggio di bilancio statale la regola base di stabilit delleuro - potrebbe essere reso pi flessibile in casi di ciclo economico negativo. Ed infatti, anche per tale motivo, leuro si ulteriormente indebolito. E chiaro che quello che succede a Berlino tocca tutti noi via Bruxelles.

La Francia, anchessa governata dalle sinistre, apparentemente, va meglio. Questo solo perch alcuni fattori fortunati - per esempio il fatto che producono il 65% dellenergia elettrica per via nucleare risentendo meno del caro petrolio - ed istituzioni molto efficienti permettono allo statalismo pesante doltralpe di distribuire meglio la ricchezza disponibile. Ma il modello resta vecchio, incapace di crearne di nuova. E nel prossimo futuro la Francia si trover a gestire, oltre che lemergenza di pensioni e spesa sanitaria fuori controllo come in tutti gli Stati sociali europei irriformati, anche il disastroso errore di aver applicato la legge sulle 35 ore (da noi evitata per un pelo) che ne sta massacrando lefficienza economica.

Agli italiani questa stato di cose deve preoccupare. Lasfittica economia tedesca, per esempio, assorbe di meno le esportazioni dei prodotti del Nordest che tradizionalmente vi dipende molto. Combinato con il temporaneo rallentamento globale, leffetto si sente in modi sempre pi evidenti. Lindebolimento delleuro per motivi di compensazione dellinefficienza interna tedesca (e francese) apparentemente utile anche alle esportazioni italiane. In realt tale vantaggio competitivo tra laltro non sostanziale alla luce dei fatti degli ultimi due anni - non bilancia tutti gli svantaggi derivanti dalleuro troppo debole (inflazione importata, distorsioni nel mercato dei capitali, ecc.). Soprattutto, le brutte prospettive economiche di Francia e Germania fanno prevedere che questi paesi trasferiranno sul piano della politica europea i loro problemi, essendo le due nazioni con maggior peso: protezionismo, minor rigore della finanza pubblica e relativo impatto sul valore di cambio delleuro, aumento dellinflazione interna dovuta allinefficienza ed esterna, Borse continentali in continuo affanno. In sintesi, con una Francia e Germania cos messe - che insieme fanno circa la met del Pil complessivo delleurozona -se non cambier il loro modello politico, dovremo aspettarci un futuro prolungato di stagflazione. E gli italiani intrappolati.

Certo, noi dovremmo stare zitti perch negli ultimi anni (dellUlivo) siamo stati il fanalino di coda delleconomia europea. E con la nostra semicrisi endemica abbiamo contribuito non poco ai guai dei nostri partner perch abbiamo sommato lanostra debolezza alla loro. Ma da pochi giorni gli italiani hanno dato il potere ad una maggioranza politica che ha in programma una riforma liberalizzante accelerata e seria. Questo vuol dire che lItalia, nel 2002, potr dare un buon contributo alleconomia complessiva delleurozona, di cui costituisce quasi il 20% del Pil totale. Ma, a causa della loro preponderante grandezza economica combinata, se Francia e Germania non cambieranno in fretta il loro modello economico in direzione di una maggiore crescita, alla fine resteremo bloccati entro un ambiente rigido ed economicamente stantio. Per questo le elezioni politiche del 2002 in ambedue i Paesi avranno un valore critico per tutta larea continentale. E presto per far previsioni, anche se la delusione dellelettorato tedesco nei confronti del governo socialdemocratico sempre pi vistosa. Ma c una novit che riguarda un possibile effetto Italia su questi due momenti elettorali. Il successo strepitoso delle riforme liberalizzantiin Spagna ed Irlanda non ha avuto conseguenze esterne rilevanti perch Paesi non ritenuti comparabili (per scala, storia recente, modello industriale, ecc.) con il cuore del sistema europeo. Ma leventuale successo in Italia, paese molto simile agli altri due principali, avrebbe un impatto formidabile sullopinione degli elettori: se la liberalizzazione e la riforma di efficienza funziona da noi, lo potr fare anche in Francia e Germania. Per questo dovremo essere doppiamente responsabili e determinati.