Costi della guerra ed oltre

 

Di Carlo Pelanda (12-10-2001)

 

 

LItalia si trova di fronte ad un nuovo problema economico. Quanto dovr spendere sia per la partecipazione militare alloperazione Libert duratura sia, pi in generale, per laumento delle politiche di sicurezza, esterne ed interne? Non esistono ancora indicazioni di scenario cos chiare da permettere un calcolo preciso. Ma le tendenze in atto suggeriscono che ora di pensarci e di sollecitare la formazione di unopinione pubblica in materia.

Non sono preoccupato per i costi diretti ed immediati del nostro contingente che si sta preparando alla missione di sostegno dello sforzo alleato in Afghanistan. La finalit della nostra partecipazione primariamente simbolica, cio solo un pegno concreto che segnala ladesione italiana alloperazione. Ci non toglie rilevanza al contributo tecnico dei nostri militari. I carabinieri paracadutisti sono specialisti di riconosciuto livello mondiale per missioni sia di protezione antiguerriglia (per esempio di convogli umanitari) sia di rastrellamento. Gli elicotteri Mangusta sono macchine di prima qualit e i loro piloti ben addestrati per il controllo di un teatro operativo. Cos quelli dei cacciabombardieri Tornado, anche se le macchine sono un po vecchie, pur ancora efficaci. Ma, appunto, lItalia li mander in piccoli numeri. Se la marina impegner la portaerei e gli otto caccia Harrier imbarcati, oltre ad altre navi, ci non costituir un grande costo aggiuntivo in quanto normalmente la nostra flotta sempre in movimento e pronta al combattimento. In sintesi, laumento di spesa oltre la norma sar di qualche miliardo di euro, niente che possa metterci in difficolt.

Ma sono molto pi preoccupato in merito ad altre spese ed a quelle militari future. Con la partecipazione alla guerra lItalia si impegna di fatto ad un ruolo maggiore di esportazione della sicurezza. Per esempio, nella prospettiva della costruzione di uno Stato palestinese, annunciata da Bush e ritenuta ormai da tutti una necessit per calmare le acque e le sabbie in tutta larea mediorientale, chi pagher i costi di sostegno a tale iniziativa? Evidentemente, sarebbe perfino controproducente se il nuovo Stato palestinese non avesse una capitalizzazione iniziale tale da costruire un welfare decente, infrastrutture, un sistema pensionistico, ecc.. Partir da zero e qualcuno dovr pagare, dove il chi paga ha un significato politico critico. Anche gli occidentali dovranno mettere mano al portafoglio. E non solo l. E ovvio che per stabilizzare i regimi islamici moderati ci vorranno molte pi carote affinch i giovani della costa Sud del Mediterraneo (ne nascono 12 per 1 italiano) trovino un lavoro e non abbiano la tentazione, per disperazione, di arruolarsi nelle file di Bin Laden o di un suo equivalente tra un decennio. Qui il conto economico comincia a salire di molto. Schizza verso lalto se includiamo anche il finanziamento della ricostruzione e del primo sviluppo nei Balcani. I miliardi di euro (ciascuno equivalente a quasi duemila miliardi di lire) cominciano ad essere centinaia, nel prossimo decennio. Sar gentile e non citer il costo corrente e dei prossimi due o tre anni per aumentare la sicurezza interna contro atti terroristici, ma non dimenticatevi questa voce di bilancio. E la cortesia non pu arrivare al punto da tacere la necessit di spendere di pi per le forze armate nei prossimi venti anni. Loperazione in Afghanistan, infatti, solo linizio di un nuovo processo geopolitico basato sullidea che lOccidente deve impegnarsi direttamente per fornire ordine allarea islamica. Dopo la guerra con lIrak non apprendemmo questa lezione. Lidea era: si tira una bastonata quando serve e poi si va via. Ora non sar pi cos: bisogner essere pronti e capaci di somministrare sia bastoni sia carote, per decenni, a questa area geoculturale. Le seconde le ho dette, ma i primi implicano per lItalia: costruire altre due portaerei, rinnovare laviazione militare, accelerare e potenziare la transizione verso lesercito professionale, ecc. Inoltre i nostri armamenti dovranno essere futurizzati per poter essere pi selettivi. Una bomba normale uccide il nemico, ma anche il bambino. Per salvare il secondo ci vuole un munizionamento intelligente. Che costa e che noi ora non abbiamo in quantit sufficienti. In sintesi, si prospetta un aumento della nostra spesa militare combinato con un incremento impressionante dei costi di sostegno allo sviluppo dei Paesi poveri.

Da un lato ci va visto come un investimento. Il costo per esportare ordine procurer un vantaggio di mercato. E ci non preoccupa, anzi. Ma solo a condizione che tale investimento sia spalmato su tutti i Paesi che ne godranno i benefici, entro un sistema di calcolo che definisca per ciascuno il giusto prezzo. Noi italiani tot, i tedeschi tot, gli americani tot, i norvegesi tot, ecc. Se si instaura questo principio, allora lOccidente potr sostenere i costi necessari senza pesi eccessivi per un singolo Paese grazie ad una condivisione intelligente ed equilibrata tra tutti. Ma nella realt non si vede emergere un concetto di questo tipo. Qui il punto su cui dobbiamo cominciare a riflettere con realismo, piuttosto in fretta.

 

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