Sono le ore 20.00 del 21 luglio 2001 e una
giornata da dimenticare sta per finire qui a Genova.
Siamo sulle prime pagine di tutti i giornali
del mondo perche' il tanto sbandierato Vertice dei G8 si sta tenendo
nelle meravigliose e luccicanti sale del Palazzo Ducale. Quegli otto
personaggi chiusi li dentro, in un limbo del tutto artificiale, non
sanno cio' che e' capitato e che ancora sta succedendo nel resto della
citta'.
Perdonate questa mia mail che vi giunge non
richiesta ma ritengo che, alla fine della seconda giornata di scontri,
sia mio dovere di cittadina genovese denunciare cio' che e' capitato
nella mia citta' anche prima di questi due giorni di fuoco. So che voi
che abitate in altri luoghi sapete solo in piccola parte gli accadimenti
di questi giorni ma penso che sia giusto essere piu' esaurienti al fine
di farvi capire il grave torto che ci e' stato fatto.
Torniamo indietro di un paio di settimane,
all'inizio di tutto quanto. Si decise che Genova dovesse essere
militarizzata per assicurare il tranquillo svolgimento del Vertice.
L'arrivo dei primi rinforzi di Carabinieri e Polizia non ha sconvolto
nessuno; era si', una visione insolita per noi ma non ci disturbava.
Giorno dopo giorno il numero di uomini in divisa e' andato aumentando e
alle normali forze dell'ordine si sono aggiunti il Battaglione San
Marco, la Folgore, la Marina, l'Aviazione e un certo numero di cecchini.
Ci fu data l'assicurazione che i militari non sarebbero venuti in
contatto con i manifestanti ma che sarebbero stati impegnati a difesa di
punti sensibili quali il porto e l'aeroporto. A questo scopo e' stata
perfino dislocata una batteria di missili terra-aria all'aeroporto,
sotto sorveglianza di 400 militari dell'Aeronautica. Faccio notre che a
Genova l'Aeronautica e' normalmente presente con pochissime unita'.
In un balletto di comunicati che hanno
causato solo una grande confusione, veniva prima smentita e poi
confermata la chiusura delle principali vie di comunicazione della
citta': strade, autostrade, stazioni, aeroporto. Nessuno era piu' in
grado di capire veramente cosa sarebbe rimasto operativo e cosa no
durante i giorni del G8 e quelli subito precedenti.
A partire da martedi' 17 la citta' ha
cominciato ad assumere un aspetto sempre piu' inquietante: ogni via che
sbuca su Via XX Settembre (l'arteria principale della citta') era
sorvegliata da un autoblindo quando dei Carabinieri e quando della
Polizia, le normali pattuglie lungo le strade si erano smisuratamente
ingradite fino a comprendere 10/11 elementi quando, in condizioni
normali, bastavano pattuglie di due elementi. I negozi iniziavano a
prendere misure di sicurezza, provvedendo ad installare robuste
coperture di acciaio o legno a protezione delle vetrine e delle insegne
per cui, sempre piu' negozi andavano chiudendo.
Poi, nei giorni a seguire, sono spuntate le
gabbie: il simbolo della vergogna.
Genova era stata suddivisa da chi si doveva
occupare della sicurezza del Vertice in tre zone: zona libera, zona
gialla e zona rossa. La zona rossa, quella comprendente i palazzi del
Vertice, doveva essere inclusa dentro ad una grande gabbia di acciaio
fatta di tanti elementi a grata di 5 metri di altezza. Queste grate
dovevano passare attraverso strade, piazze, vicoli tagliando
radicalmente in due la citta' e avrebbero cessato di esistere alle ore
22 di domenica 22 luglio. Essendo una zona di massima sicurezza, solo
chi e' in possesso di un pass puo' accedervi ma cio' ha comportato che
famiglie intere siano separate, che anziane vecchine non possano andare
a ritirare la loro pensioncina perche' la posta si trova magari in zona
rossa e loro in zona gialla, che non si possa fare la spesa perche i
negozi si trovano in zona non accessibile e cosi' via. Nel
perimetro della zona rossa sono stati previsti dei varchi che sono
risultati troppo pochi per il traffico e i bisogni dei cittadini che vi
vivono all'interno. Le gabbie sono state innalzate tra mercoledi' e
giovedi' scorso e venerdi' scorso i varchi sono stati saldati cosicche
gli abitanti del Centro Storico incluso nella famigerata zona rossa sono
virtualmente prigionieri. E' possibile uscire dalla zona tramite piccole
porticine di mezzo metro di larghezza ma solo previo aver mostrato i
documenti attraverso una piccola feritoia all'agente di turno. E' stato
anche tragicamente provato che in caso di emergenza, i soccorsi non
fanno in tempo ad arrivare dal momento che un anziano signore caduto da
un balcone all'interno della zona "fortificata" e' deceduto in
quanto i soccorsi non hanno fatto in tempo ad arrivare. Era stato
trasportato malamente al di fuori delle grate a spalla in quanto neanche
la barella poteva passare dal metro e mezzo della porta. All'interno
della zona rossa giace il Centro Storico, una zona non certo delle
migliori, priva di ospedali e con gran parte dei negozi chiusi a causa
del G8.
I continui controlli, l'avvicinarsi del G8
hanno reso l'atmosfera di Genova irrespirabile, pesante, paranoica. La
sera prima dell'inizio del Vertice pareva di vivere in una citta'
spettrale... nessuno in giro, la zona rossa totalmente spopolata, la
vita ferma.
Mentre i genovesi erano sottoposti a
continue perquisizioni, controlli di documenti, forzati ad allungare i
loro consueti giri di chilometri perche' non erano autorizzati a
camminare nelle loro piazze e nelle loro vie, il Presidente del
Consiglio, Silvio Berlusconi, veniva a Genova spesse volte per
supervisionare gli ultimi ritocchi ai preparativi del vertice. Non gli
e' piaciuto il modo in cui un monumento era stato pulito e l'ha fatto
ripulire. Non gli sono piaciuti i silos della citta' e li ha fatti
coprire con dei teli. Stessa sorte per alcuni palazzi di architettura
moderna, ricoperti da teli raffiguranti facciate di palazzi piu'
gradevoli. Ha ritenuto che un solo colore di fiori per le aiuole fosse
una grave mancanza e ne ha preteso tre. Ha voluto piante di limoni per
le sale del G8 ma dal momento che le povere pianticelle non avevano
limoni ai loro rami, li ha fatti aggiungere appendendoli coi fili. Ha
protestato cercando di far vietare alle massaie del Centro Storico
di stendere i loro panni perche' da Palazzo Ducale era una vista
disdicevole e cosi' via. Evidentemente tutto cio' era molto piu'
importante che la sicurezza dei genovesi.
Veniamo a queste due tragiche giornate, oggi
e ieri. Era prevedibile che in mezzo a migliaia di manifestanti pacifici
potessero nascondersi dei guerrafondai e si sapeva che poche centinaia
di loro avrebbero potuto mettere in ginocchio la citta'. Nonostante
questo, la zona intorno al G8 era blindata, assolutamente impenetrabile
(almeno nei piani di chi la zona rossa l'aveva ideata cosi') mentre il
resto della citta' risultava sguarnito.
Ieri, intorno alle 12.30, gli anarchici
insurrezionalisti, i cosiddetti squatter, hanno abbandonato il corteo
dei pacifisti per seminare distruzione. Hanno attaccato tutto cio' che
hanno incontrato lungo la loro strada, bruciato automobili, distrutto,
bruciato e saccheggiato negozi, sporcato muri, divelto pali,
demolito stazioni di servizio per procurarsi benzina per le loro bombe
molotov. Hanno annichilito tutto quanto sul loro percorso e il loro
percorso ha interessato i quartieri di Quarto, Albaro, San Fruttuoso,
Marassi, Foce, Staglieno, Castelletto. Potete immaginare anche voi che
non conoscete Genova che si tratta di una fetta molto grande della
citta'. Il conteggio delle auto in fiamme, dei negozi cancellati, degli
arredi urbani demoliti e' infinito. La Polizia che ha fatto? Niente, li
guardava mentre distruggevano la citta' e non muoveva un dito per
fermarli. In compenso ha manganellato gruppi di contestatori pacifici
mentre un'orda di assatanati metteva a ferro e fuoco la citta'
impunemente.
Ho visto coi miei stessi occhi assalire il
carcere a colpi di molotov, ho sentito andare in frantumi le finestre e
ho visto alcune camionette dei Carabinieri ferme a 400 metri, immobili.
Nessuno ha fermato quegli invasati e una volta capito che col carcere
non si otteneva niente, hanno proseguito la loro strada di distruzione
risalendo le vie fino a lambire la mia, distruggendo ogni cosa.
Intanto, la zona intorno al G8 straripava di
forze dell'ordine ferme, intente al massimo a manganellare i
contestatori pacifici. La zona rossa, nel frattempo, la zona piu' sicura
del pianeta, era stata violata da quattro persone che pacificamente
avevano sbullonato la grata e si erano introdotte all'interno dell'area
di massima sicurezza.
Oggi, stesso discorso. Pensavamo che la
lezione di ieri fosse stata di una qualche utilita' ma invece nulla.
Anche oggi questi barbari sono stati lasciati liberi di distruggere la
citta' senza essere minimamente ostacolati. Si sono perfino presi
l'ardire di assaltare una stazione di Carabinieri e la Questura. Poi,
come a risolvere in parte l'arcano, e' arrivato un comunicato del
Sindacato di Polizia che denuncia come a Genova siano stati mandati
rinforzi composti al 50% da ragazzi alla loro prima esperienza sul campo
invece degli uomini di provata esperienza, come era stato assicurato.
Cio' ci ha reso chiaro come mai che non avessero la forza di attaccare
delle bestie inferocite. Di bugie, sapete, ne sono state raccontate
tanto. Ci era stato assicurato che la stazione ferroviaria di Genova
Brignole sarebbe rimasta aperta per favorire il deflusso dei
contestatori ed invece e' stata chiusa e riaperta oggi in fretta per
permettere ai contestatori pacifici di scappare letteralmente da Genova
invasa e in fiamme. Ci era stato promesso che i militari non sarebbero
stati impiegati per respingere i manifestanti ed invece Via XX Settembre
e' presidiata dalle Forze Armate.
La nostra citta' e' stata lasciata in mano a
un branco di bestie che hanno spadroneggiato come hanno voluto mentre
l'elite delle nostre Forze Armate era a non fare niente nei pressi di
Palazzo Ducale. Tutto cio' e' una vergogna.
Oggi George Bush si e' congratulato con le
forze dell'ordine dicendo che il loro primo impegno era quello di
difendere loro otto... E' disgustoso che un capo di stato possa dire una
cosa simile a fronte dei danni subiti da una citta'... anzi, dalla
citta' che lo sta ospitando.
Stamani ho fatto una passeggiata a poche
centinaia di metri da casa mia, dove ieri sono passate le orde dei
barbari: ci sono segni dappertutto del loro passaggio e mi domando,
assommati a quelli del resto della citta', quanti miliardi lo Stato
dovra' darci per risarcirci dei danni subiti.
La mia citta' questa sera non e' piu la
Genova di sempre. Conta miliardi di danni, esercizi completamente
spazzati via e conseguentemente molti posti di lavoro saltati,
automobili ridotte a carcasse fumanti, pali, panchine, aiuole divelti e
sbattuti in mezzo alla strada, perfino strade la cui pavimentazione e'
stata usata a mo' di arma, ancora sento il rumore degli elicotteri sopra
alla mia testa e urla dei manifestanti che se ne stanno tornando nelle
loro citta'. Ho visto colonne di fumo nero alzarsi dai quartieri, fuoco
aggredire e i pompieri impossibilitati ad avvicinarsi per spegnerlo
perche' minacciati seriamente dagli squatter, gli stessi Carabinieri del
Tuscania affermare che non hanno visto una simile cieca e sorda violenza
neanche in Kosovo. Ho visto muri imbrattati di scritte che nessuno
sapra' decifrare perche' in tutte le lingue, sangue che colava dai visi
di manifestanti e poliziotti, ho visto una violenza inutile e fine a se
stessa che ne ha alimentata altra nei genovesi che non hanno potuto
incolpare quel povero Carabiniere ventenne per essersi difeso.
Mentre l'inferno si scatenava a Genova sotto
forma di violenza e fumo di roghi e lacrimogeni, laggiu', a Palazzo
Ducale, i sorrisetti e i complimenti si sprecavano, falsi e falso tutto
laggiu', come i limoni attaccati alle piante e i teli con le facciate
piu' belle. Per otto persone che certo chiamare grandi e' troppo, e'
stata sacrificata una citta' di 700.000 abitanti, prima imprigionata e
poi data in mano ai teppisti lasciati a sfogarsi in quartieri
inermi purche' non si avvicinassero alla zona dei colloqui.
E' stato chiesto agli otto di rinunciare al
G8 e concluderlo anzitempo per salvare la citta' e loro non ci hanno
neanche pensato, hanno proseguito e per il secondo giorno di seguito la
citta' e' stata ferita e violentata da scontri perfettamente inutili.
Com'e' possibile, alla luce di tutto questo, pensare che questi signori
tengano in qualche modo in considerazioni le sorti del Terzo Mondo se
hanno dimostrato totale indifferenza per una citta' del Primo Mondo?
A questa mail di denuncia (di cui mi scuso
per la lunghezza) mi sono permessa di aggiungere alcune piccole immagini
di bassa qualita' per rendere veramente l'idea di cio' che oggi e ieri
abbiamo vissuto qui a Genova. Chiedo a tutti voi, per permettere a
otto persone come noi di radunarsi e parlare per un solo giorno di false
promesse (perche' poi il G8 vero e proprio e' durato solo da ieri
pomeriggio a oggi pomeriggio) valeva la pena sacrificare una citta'
intera?
Grazie per aver avuto la pazienza di
arrivare fino in fondo a questa mail.
Stefania Bosi
Genova
Foto tratte da "Il Corriere
Mercantile" di sabato 21 luglio 2001
Genova1: scena di tafferugli in una via
cittadina
Genova2: auto capovolta e bruciata come
altre decine in mezza citta'
Genova4: autoblindo dei Carabinieri in
fiamme (l'autista e' in ospedale con il cranio sfondato)
Genova5: teppista in azione
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