31/12/2009

Anima e disegno intelligente

Seguo da sempre con interesse le elucubrazioni intellettuali relative alla “creazione”, alla graduale crescita di intelligenza che caratterizza le “creature” presenti nella Natura lungo tutto l’arco dell’evoluzione dal Caos ai successivi, osservabili gradi di crescente Ordine; diversificazione e distinguibilità. Si tratta di un processo per fasi ma unitario che si è manifestato con trasformazioni dell’energia indifferenziata primordiale in forme di energia ben distinte che noi oggi riusciamo a classificate in quattro distinti campi energetici riferiti alle forze fondamentali; gravitazionale, elettromagnetica, nucleare debole, nucleare forte. Crescita di Ordine dal Caos che è contraria ai dettami stessi della teoria termodinamica; quindi un “fenomeno continuo ma innaturale”

Questa semplicità di forze fondamentali che animano la complessità della Natura dal livello più piccolo al più grande tramite aggregazioni sempre più complesse dei fenomeni in osservazione e la linea di tendenza dell’evoluzione della Natura dalla situazione di massimo caos iniziale verso un ordine sempre più ricco e complesso rende credibile l’esistenza di un meccanismo innato nella Natura che la spinge a progredire lungo una linea di intelligenza crescente che sarebbe altrimenti attribuibile ad una sequenza di eventi casuali la cui disordinata composizione in ordine complessivo risulterebbe sempre meno credibile alla luce della stessa teoria matematica della probabilità.

Questo “disegno intelligente” ispira in un modo innato la evoluzione naturale dal big bang fino ad oggi esso quindi deve interessare in modo unitario e organico ogni aspetto in cui si manifesta la crescente diversità di quell’unica energia primaria che ha originato l’evoluzione. Gli aggregati sempre più complessi delle quattro forme fondamentali del campo energetico unitario gradualmente originano tutti i fenomeni che possiamo studiare tramite discipline settoriali ma animate da metodi epistologicamente scientifici che ci consentono di acquisire una conoscenza “riduttiva” ma sempre più ricca di una Realtà naturale animata da un’intelligenza che di per sé ha carattere “olistico”.

È inevitabile che anche la possibilità di studiare la materia animata segua lo stesso approccio riduzionista di un metodo scientifico che deve guidare l’analisi criticabile delle affermazioni logiche sui concetti in oggetto. Ciò che si definisce “vita” deve permeare in qualche modo tutto il Creato anche se possa osservarsene a gradi diversi la presenza nelle più varie forme in cui la si riesce ad osservare. Perfino l’identificazione ristretta della “vita” agli aggregati di materia caratterizzati dalla presenza di DNA  è per taluno criterio troppo restrittivo. L’aumento di forme complesse di “vita” tra le creature osservabili viene associata alla crescente complessità del sistema neurale delle specifiche specie animali. Ciò esclude dalla dignità di esseri intelligenti (ma non da quella di esseri viventi) la vita vegetale. Analogamente il fatto che sia lo stesso DNA presente e regista dello sviluppo dalla prima cellula (seme fecondato) al suo assetto finale di individuo adulto a caratterizzare ogni individuo detentore di quella forma di “vita” sembra non sufficiente per riconoscere ad ogni individuo della specie immediata dignità di “sopravvivere”. Analogamente si riconosce a talune specie caratterizzate da un grado di complessità neurale maggiore di altre un maggiore diritto di attribuire diritto di “sopravvivere” ad altre caratterizzate da minore complessità. Ci si può nutrire di animali (per non parlare dei vegetali) e si può perfino “sopprimere” un individuo in corso di sviluppo per le più varie ragioni. Ciò conduce quindi a cercare di definire i criteri di questa scala di dignità che viene attribuita alle varie forme di “vita”. Quel criterio non si può identificare nel “livello di intelligenza” come è talvolta avvenuto (eutanasia, eugenetica, soppressione degli individui intellettualmente “inferiori”) nella storia della civiltà umana. Quindi si è sviluppato un altro gruppo di discipline cui si cerca di affidare il compito di definire i criteri del grado di “dignità della vita”. Si tratta di discipline che trattano di concetti meta-fisici e cioè di aggregati concettuali di livelli di complessità superiori a quelli direttamente osservabili in Natura; concetti più astratti di quello di “intelligenza”.

Il diritto è una di queste discipline che tenta di codificare scientificamente i criteri etici nei comportamenti sociali. La psicologia è un’altra di queste discipline che tenta di stabilire i criteri scientifici di un’educazione di sani comportamenti e relazioni sociali negli individui. Si tratta di discipline che hanno consentito alla scienza di acquisire sempre più sofisticate conoscenze sulle manifestazioni dell’intelligenza lungo una scala “naturale” di soddisfazione di bisogni che ispira ogni individuo dotato di “vita”. Si è scoperto quindi che la scala dei bisogni alla base delle motivazioni comportamentali “intelligenti” presenta la graduale evoluzione da aspettative più materiali (benessere fisico), ad altre di contenuti sempre più psicologicamente sofisticati e alla totale rinuncia di Sé per gratificare gli Altri (sublimazione dell’amore). In altri termini l’attrazione per la gratificazione dei propri bisogni (un modo di formulare il concetto di “amore”) ispira le scelte di relazione e relativi comportamenti dei singoli individui di una specie. Esiste una dedizione più egotista che è sostituita da dedizioni sempre più altruiste ai figli, alla famiglia, al gruppo sociale, alla patria, alla società.

Questa materia di studio disciplinare adotta criteri scientifici comuni alle altre ma tratta concetti di ancora maggiore complessità che vengono raccolti nell’ambito del concetto di “spirito”. Questo concetto quindi è al di sopra di quello di “intelligenza” e di quello di “vita”. Si tratta di un concetto che è presente in diversi gradi in Natura sotto forma di aggregazioni che sono studiate dalla “teologia”. Lo “Spirito” ispira ogni uomo a seguire comportamenti “etici” di crescente dedizione e di trascendenza delle proprie esigenze individuali per seguire in pieno “libero arbitrio” una scala crescente di comportamenti “morali” che aderiscono a una Legge di Natura che precede quella del diritto civile. Al vertice di questa Legge di Natura si colloca lo Spirito per eccellenza cui si attribuisce di avere creato l’energia primordiale e di averla dotata del disegno intelligente che può essere gradualmente “capito” dall’intelligenza umana seppure in chiave riduzionista come quella che ci è necessario seguire per metodo scientifico.

Si può quindi dire che lo spirito “animi” tutta la Natura in quanto Creata dall’Ente trascendente con atto unitario e dotato da un’intrinseca tendenza evolutiva “giustificata” alla crescente realizzazione del “disegno intelligente” che consente alle creature una sempre più evoluta percezione dell’”ordine” che è guidato dalla Legge Naturale. Le creature si caratterizzano per il grado crescente di capacità intellettiva che consente loro di aderire a comportamenti e relazioni sempre più “etici” e cioè rispettose del Creato e di tutte le creature che lo popolano. Questi comportamenti sono “eticamente corretti” in quanto adottati con convinzione libera ed intima e non per imposizione altrui. L’elemento che agisce come protagonista in questa adozione di sempre più “etici” comportamenti è lo “spirito” che si manifesta in ciascuna creatura lungo una scala di esperienze che sono le sole capaci con gradualità di giungere a “giustificare” il “libero arbitrio” a tenere comportamenti e relazioni sempre più ispirate alla Legge Naturale che non a quelle dell’Evoluzione delle Specie, a quelle del Patto Sociale e a quelle Religiose Farisaiche. La Legge Naturale in altri termini è ispirata dallo Spirito e non è accessibile a chi rifiuta di ascoltare la sua voce intima (l’anima) che, per quanto flebile, è dotazione innata in ogni creatura. Si comporta in modo “giustificato” all’ Spirito chiunque sia consapevole dell’esistenza al di sopra della Natura di un Ente Trascendente il cui Spirito anima il Creato. Hanno un’anima sempre più forte coloro che di comportano “come se Dio esistesse” (etsi Deus daretur) sia negandolo oppure cercando tracce della Sua presenza che siano intellegibili alla “ragione” evitando di escludere dalla conoscenza scientifica gli apporti delle scienze teologiche. Sia gli atei, gli scettici o i “credenti” sono ormai afflitti da nuove forme di tormento intellettuale che “lottano” contro l’intromissione scomoda ma “ulteriore” dello “spirito” tra i protagonisti della propria crescita di conoscenza sulla Natura.