31/12/2009

Scienza, Arte e Magia: concetti di fine-anno

Oscar Giannino come al solito ha organizzato un interessante dibattito radiofonico incentrato sull’abuso che si fa delle previsioni e degli oroscopi in occasione del Capodanno. Evento solo numerico che neanche è condiviso globalmente né storicamente come data di inizio dell’anno stagionale, amministrativo, storico, astrologico o astronomico. Sembra comunque che anche la “scienza” dell’economia (non ostante la sua più recente integrazione con altre forme di “arti” previsionali come la psicologia col Nobel del 2002 a Daniel Kahneman) subisca il richiamo della “magia” determinato dalle aspettative umane sul “cambiar pagina”.

Come segno di adesione umana a queste aspettative dei lettori (potenziali e reali) della rubrica ‘Occidentali’ mi sembra doveroso sottoporre alla loro lettura critica qualche considerazione sul carattere “mitologico” di quelle voci in cui siamo abituati di suddividere per gradi di diversa dignità la curiosità della conoscenza che stimola l’uomo a crescere su un vano percorso di “acquisizione intellettuale” di familiarità con la Realtà.

Ogni persona “intelligente”, se vuole realmente “intelligere” la Realtà non può limitare la sua mente né entro i confini esclusivi della conoscenza “scientifica” né entro quelli più emozionali della conoscenza “artistica”. Qualunque fosse la scelta a-priori di chiudersi all’una o all’altra la condannerebbe infatti a rinunciare ad un gruppo di stimoli di riflessione intellettuale entrambi caratterizzati da storia, da successi e da carenze che, come vedrò d’indicare nel seguito, non possono arrogarsi maggiore dignità né per le proprie capacità di pre-vedere gli eventi, né per assicurare della Realtà una visione d’assieme e di maggiore esaustività.

Intanto la rinuncia a trattare tutto ciò che non sia “razionale” significa, in ogni epoca, solo a rinunciare alla stragrande maggioranza del patrimonio delle “conoscenze”. Infatti la “scienza” è solo una lenta definizione di dettagliate relazioni tra sottoinsiemi di dati acquisiti in precedenza e messi in relazione tra loro tramite “logiche” e “linguaggi” di carattere “artistico” (magia, religione, affabulazione, simboli rappresentativi). La “logica scientifica” è solo successiva e più ridotta qualitativamente rispetto alle “logiche artistiche” che, nella storia, spesso sono curate entrambe dai medesimi soggetti umani come è noto sia in medicina, che in astro-logia/astro-nomia, che in farmacopea, in agraria o in allevamento del bestiame – solo per portare qualche esempio di comparti che da origini esoteriche, hanno alimentato sottoinsiemi “scientifici” in senso riduttivo. La rinuncia a tutto ciò che non sia “razionale”, significa in genere limitarsi solo a ciò che sia stato chiarito, nelle dinamiche che animano le sue manifestazioni osservabili, dalla “scienza”. Si tratta in genere di aspetti solo marginali e qualitativamente parziali che la “scienza” è riuscita a chiarire, secondo ottiche disciplinari molto settoriali e parcellizzate, di una realtà che, invece, è indiscutibilmente unitaria. Inoltre si tratta di pure conoscenze “divulgative” di quelle primarie conoscenze scientifiche. Conoscenze quindi spesso distorte dal tentativo semplificativo di renderle comprensibili alle più vaste audience di studiosi, studenti, professionisti, politici e corpi elettorali.

Il “caso Maxwell” rappresenta un eccellente esempio di questa “riduzione” deteriore, in quanto rischiosa per il rigore e la completezza. La “semplificazione” riduttiva (divulgativa) della teoria di Clark James Maxwell, condotta da Lorenz a metà del 1800, ha inibito il progresso scientifico, fino all’avvento di Albert Einstein, per circa mezzo secolo ed ogni progresso tecnologico in campo energetico fino a tutt’oggi.

L’Uomo è parte integrante di una Realtà ricca di segnali di cui intuisce i significati “magici” che stimolano le sue sensibilità “artistiche”. L’uomo cerca di consolidare questo patrimonio di percezioni “artistiche” dando ai dati disponibili una sistemizzazione entro strutture “logiche” di cause-effetti che possano rendergli familiari le più diverse forme di evoluzione del contesto naturale.

Inizialmente ognuno dei sistemi logici è sottoposto ad un processo di verifica “scientifica” nel tentativo di affinare le previsioni ottenibili dal capitale dei dati sperimentali rilevati con sempre più elevata accuratezza. I cicli cosmici, le stagionalità, le sequenze temporali nelle coltivazioni, le modalità e le sequenze di trattamenti per la conservazione delle derrate sono stati tutti patrimoni “artistici” della scienza agraria millenni prima che questa potesse solo cominciare a definirsi tale. Oggi, con la genetica e le OGM, stiamo rivedendo in modi traumatici e drammatici i confini e i contenuti stessi di quella “arte”.

Analogo percorso ha seguito l’”arte medica” che è stata alimentata da osservazioni “artistiche” in scuole “esoteriche” sulle forme di disagio cui erano esposte in modo selettivo tipologie umane correlate con le periodicità cosmiche che ne avevano governato la gestazione e la nascita. La fisiognomia stabiliva altri tipi di sistematizzazione dei comportamenti prevedibili in persone afflitte dalla presenza di specifici profili fisici, astrali e caratteriali.

La psicologia ha arricchito di ulteriori conoscenze “artistiche” questa complessa congerie di “conoscenze” e la genetica sta gradualmente apportando contributi pratici nella cura e nella prevenzione selettiva dei rischi di morbilità e nel miglioramento delle “razze”. Un fatto che l’”arte” dell’allevamento e delle coltivazioni ha utilizzato con “logica efficace” (seppure solo su basi “artistiche”) nel corso dei millenni per migliorare la produttività delle coltivazioni, la redditività degli allevamenti e la resistenza ed adattabilità all’ambiente delle specie.

La localizzazione dell’acqua viene curata dai rabdomanti con efficacia da millenni fino a tutt’oggi ben prima che le prospezioni geologiche concepissero più raffinate, complesse e costose metodiche “scientifiche”.

Le previsioni sismiche di carattere “artistico” (le più recenti quelle di Bendandi nel 1900 in Romagna), hanno precisioni previsionali comparabili con quelle “scientifiche” odierne fornite dagli osservatori più costosi ed equipaggiati.

Le previsioni meteorologiche di tipo “artistico” (dolori artritici, irrequietezza di animali, igrometri a capello o a cambiamento di colore) hanno fornito previsioni analoghe a quelle della “scienza” più avanzata fino al secondo conflitto mondiale in cui statisticamente si è rilevato a-posteriori che le “previsioni” fornite dai modelli fluidodinamici più complessi avevano avuto successo nel 50% dei casi!

Oggi le rilevazioni fotografiche trasmesse in tempo reale dalla rete di satelliti meteorologici ci danno una “visione” dell’evoluzione delle dinamiche atmosferiche e tuttavia, l’estrapolazione nel tempo di quelle immagini (dati di fatto) diventa immediatamente poco credibile con l’estendersi del tempo d’infuturamento; come dimostrano i costanti fallimenti della costosa e complessa rete della protezioni civile nella diffusione di allarmi preventivi connessi all’impatto degli uragani nell’area del Golfo del Messico.

Dire “scientifico” quindi non vuol dire “prevedibile”. Anche l’”arte” vuole e consente di prevedere. Dire “sistemizzazione logica” non vuol dire “scientifico”, anche l’”arte” e la “magia” danno sistemizzazioni logiche potenti alle loro proiezioni.

Dire “modello prescrittivo” riduce la gamma ma non aumenta la precisione del concetto di “scientifico” infatti è ormai noto dalla teoria dei sistemi caotici auto-regolati di Ilya Prigogine e di Per Bak che sia solo possibile fornire una descrizione qualitativa di tempo. Luogo e intensità di cambiamenti di forma dei sistemi complessi (delle loro “catastrofi” sia microscopiche come nei laser, sia macroscopiche come nei terremoti).

Ogni “modello” artistico o scientifico che esso sia si pone delle esigenze di previsione, se non altro per aggiustare il tiro e non perdere di credibilità nei confronti della propria audience.

Dire “scientifico” non può essere riferito all’uso del linguaggio “matematico”- infatti anche l’astrologia se ne serve e la scelta di linguaggi matematici alternativi può condurre a descrivere la stessa teoria “scientifica” in termini così riduttivi da risultare erronei. Un linguaggio corrente invece può “divulgare” una teoria in termini scientificamente corretti anche se meno precisi di quanto ci si attenda da linguaggi matematici come è avvenuto agli albori di ogni nuovo progresso “scientifico”.

La psicologia ad esempio sta progredendo rapidamente adottando linguaggi naturali integrati da simbolismi “artistici”. Le applicazioni “ingegneristiche” dell’”arte” psicologica sono sempre più efficaci e specializzate adottando tecniche “artistiche” (un tempo riotenute “magiche”) per pilotare il sistema-psiche da assetti bloccati dal disagio, attraverso fasi transitorie di “catastrofi” indotte verso assetti “quasi stabili” caratterizzati da maggiore serenità psichica. Ciò eliminando l’uso “magico” di droghe chimiche che la “scienza” chimico-farmaceutica aveva finora adottato, per inadeguatezza dell’”arte medica”, al fianco di altrettanto “magiche” metodiche quali l’elettrochoc o le docce ghiacciate somministrate ai poveri “isterici”.

Le ”arti”  del para-normale dotate di una consolidata storia di scuole esoteriche e di protagonisti di vario grado di accertata efficacia e credibilità (Pitagora, Ippocrate, Galeno, Campanella, Bruno, Nostradamus, Brahe, Galilei, Cagliostro, Mesmer, Hahnemann, Rasputin, Hitler fino a Rol, Geller e Croiset oggi) hanno da sempre preteso che l’”antenna uomo”, essendo integrato nel continuum della vita che rende unitario il cosmo intero, agisca sia da “antenna” capace come sofisticato sensore di raccogliere i segnali dell’imminente evoluzione degli eventi sia da “catalizzatore” capace come attuatore critico di innescare quella evoluzione incanalandone lo sviluppo secondo specifici percorsi tra i molti alternativi consentiti dall’assetto instabile delle energie cosmiche.

I guaritori, i santoni, i mistici, i maghi si pongono tutti su questa linea di comportamenti logici anche se la “scienza” ne rifiuta lo studio solo in quanto ha a-prioristicamente deciso di ignorarne la sussistenza per le troppo complesse e “inspiegabili” relazioni tra uomo e realtà. Salvo però accettarne l’esistenza come “dote” di eccellenza sotto l’altrettanto “magica” voce di “intuito” professionale.

Tuttavia oggi sappiamo che lo studio delle proprietà (credibili e verificate) di molti tra i più noti paragnosti, alla luce delle conoscenze dell’”arte” psicologica, hanno indotto istituzioni tra le più pragmatiche e efficienti (CIA, FBI e KGB tra esse) a investire grandi capitali e impegni di ricerca per riuscire a acquisire una maggiore conoscenza “scientifica” sulle capacità paranormali dell’antenna-catalizzatore “uomo”.

Ne sono perfino derivate conoscenze tecniche molto sofisticate che hanno dato origine ad aziende che producono e distribuiscono beni e servizi tecnologicamente definiti in materia di adattamento della psiche a vivere stati di esperienza non-normale; il Monroe Institute ne è un esempio.

D’altronde sappiamo dall’epistemologia delle scienze che ogni disciplina conoscitiva (anche le “esoteriche” e “artistiche”) può svolgere la sua ricerca sotto una classificazione di “scienza” purché la metodologia da essa seguita renda “falsificabili” i ragionamenti sistematizzati in teorie seppure sviluppati in contesti di realtà non oggettuali ma su concetti astratti e puramente ideali.

In definitiva credo possa dirsi che la diversità tra i due gruppi di “scienze” (analitico-riduzioniste e olistico-intuitive) risieda più che nel metodo di lavoro o nei temi affrontati, nelle finalità che si propongono. Le “scienze esatte” infatti si propongono di raggiungere un grado crescente di comprensione dei meccanismi che governano i fenomeni naturali al fine di esercitare crescente controllo sul mondo esterno all’individuo. Le “arti esoteriche” invece si propongono di aumentare la familiarità degli individui con una Realtà naturale di cui fanno parte integrante al fine di aumentare le capacità di autocontrollo sulle risorse interne dell’uomo per aumentarne la convivenza armonica con la Natura.

Entrambe le “scienze” adottano strumenti speculativi ed esercizi di applicazione pratica di quanto appreso. Esercizi che entrambe praticano in scuole disciplinari secondo procedimenti ben rodati che assicurano ai partecipanti una crescita sulla via della “conoscenza” che si prefiggono. Un esempio di “scuola esoterica” di maturazione della propria personalità che forse potrebbe essere comprensibile senza ricorso alle magie della “misteriosofia” è quello della associazione Alcolisti Anonimi. Una sorta di percorso esoterico diviso in “12 passi” che gestiscono una dinamica di gruppo autogestito. Un processo che si dimostra efficace e accessibile a chiunque sia disponibile a modificare se stesso per liberarsi da dipendenze aliene alla propria armonia più intima; occasionalmente incentrata sul tema “alcool”. La “scuola AA” è stata fondata da 12 massoni che per uscire dal problema hanno programmato un lavoro sulla propria “pietra grezza” per costruire da essa il “tempio nuovo” dell’uomo libero e solidale.

In definitiva credo sim possa dire che nulla è “scienza” in senso definitivo e prescrittivo così come nulla è “magia” nel senso deteriore e stigmatizzabile. Tutte le discipline sono forme di “arte” che, per approfondire le conoscenze, sono condannate ad un progressivo processo di “riduzionismo” che è l’obiettivo opposto a quello della “scienza”. Sapere tutto di nulla sembra la condanna della “scienza”. Sapere nulla di tutto è invece il fine dell’”arte”. La Realtà essendo troppo grande per essere “posseduta” dalla scienza prescrittiva dell’uomo raziocinante ed essendo l’Uomo troppo “trascendente” i suoi stessi limiti per potersi limitare a contemplare passivamente la Realtà in atteggiamento di “estasi artistica” la “scienza” e l’”arte” umane sono destinate a integrarsi con gradualità per riuscire a sviluppare appieno il potenziale proattivo della creatività e dell’introspezione della Natura grazie alle sue doti “intuitive” (potenti anticipazioni e stimoli del progresso) e a quelle “razionali” (strumenti di lenta, settoriale ma inarrestabile accumulazione critica delle conoscenze senza esclusioni a-priori di tematiche).