30/07/2009

Sanità e sistema logistico A/B/C

Ho ascoltato il dibattito coordinato da Oscar Giannino su Radio24Ore con l’apporto di eminenti studiosi e politici interessati a escogitare soluzioni sostenibili per un sistema sanitario nazionale erga-omnes che è da tempo in crisi profonda sia in Italia che in Paesi di grande tradizione in tema di welfare state come la Svezia.

Mi sono permesso di segnalare che gli interventi incentrati sulla misura della qualità e sulla definizione dei criteri e degli standard di controllo sui costi non trattassero il tema-chiave centrale per impostare il sistema sanitario su basi sane. Premessa economicamente corretta di ogni successiva sofisticazione intellettuale che tratti dei parametri tecnici per una sua controllabilità economica e qualitativa.

Mi sono permesso di suggerire infatti che il vero problema dei sistemi sanitari erga-omnes risieda proprio in questo nobile attributo che ne suggerisce la copertura con misure di fiscalità generale e trasferimenti che ne rendano auspicabilmente uguali i servizi forniti a tutti i cittadini. Questo concetto di welfare state avoca la gestione della sanità (ma anche di sostegno in altre forme di invalidità come quelle per ragioni di lavoro) al potere politico sottraendone la responsabilità (e quindi il bilanciamento tra i costi richiesti e i servizi offerti) di spese e controlli ai criteri della gestione industriale, i soli dimostratisi capaci di promuovere un crescente progresso tecnologico-organizzativo che costituisce la solida base per offrire maggiori scelte e benessere alla  più ampia dimensione del mercato in ogni comparto di industria; ivi incluso quello sanitario e riabilitativo che, in assenza di quello sviluppo del progresso tecnologico, sarebbe rimasto ai rimedi di Ippocrate e Galeno.

Oltre a smarrire i soli criteri necessari per assicurare una corretta gestione dei costi e un costante interesse a investire in ricerca di tecnologie medico-chirurgiche, di tecnologie farmacologiche, di tecnologie prostetiche, di tecnologie prevenzionali primarie e secondarie, di tecnologie riabilitative e di approcci organizzativi intesi a rendere più ampia la base dei consumatori dei beni e servizi offerti sul mercato, il concetto di welfare state conduce a far coincidere nel medesimo interesse politico i ruoli di: procurare le risorse necessarie a finanziare il sistema (per via di legislazione fiscale), stabilire i criteri di misura dei costi e della qualità dei beni e servizi offerti (per via di legislazione amministrativo-burocratica) e, infine, stabilire i criteri di controllo dell’equità del sistema (via legislazione legale e organizzazione giurisdizionale). Questa coincidenza in un unico attore dei ruoli conduce inevitabilmente a affidare alla sola scelta della gerarchia dei rappresentanti politici basata sulla loro integrità etica la capacità del corpo elettorale di esercitare il controllo sul sistema sanitario.

Si tratta di un principio in evidente conflitto con i criteri di base della liberal-democrazia industriale che si fonda invece sull’ipotesi che il “governo” di qualsiasi sistema debba ipotizzare la possibilità che i produttori, i consumatori, gli elettori, i controllori e i rappresentanti politici siano eticamente discutibili ma che tuttavia sia il sistema di interessi contrapposti dei consumatori-contribuenti, dei produttori-venditori e degli eletti-elettori a comporsi, non-ostante la propensione universale all’avidità personale, in un sistema auto-regolato e caratterizzato da costante crescita di qualità, riduzione dei costi e estensione della partecipazione: il libero-mercato industriale.

Detto questo, la soluzione industriale del comparto sanitario universale viene ricondotto ad uno dei tanti comparti di industria come ogni altro coronato da costante successo e sostenibilità economica: il comparto assicurativo sanitario-riabilitativo. Vediamo i criteri industriali di carattere privato che potrebbero offrire una soluzione in questa direzione senza escludere eventuali peculiarità di natura etica pur rigorosamente allineata ai principi di rigorosa auto-regolazione per ciò che concerne la corretta gestione e lo sviluppo di migliorie tecnologico-organizzative intese a ridurre i costi e migliorare l’offerta di beni e servizi.

Dopo questa premessa mi sono permesso di citare a Giannino e ai suoi ospiti nel dibattito radiofonico i principi base della soluzione industriale che possono essere facilmente compresi dagli elettori-contribuenti per consentire loro di scegliere tra l’alternativa corrotta e fallimentare del welfare state nata con gli Stati Nazione ottocenteschi e quella di libero-mercato industriale che ha prodotto ogni forma di progresso scientifico e tecnologico fino ad oggi “non ostante” la permanente corruttibilità dei protagonisti politici e industriali. Ogni soluzione deve risultare semplice e comprensibile nei suoi criteri di base e nei suoi rischi e potenziali di sviluppo.

La soluzione che segnalavo si riferisce ad una tecnica di gestione della logistica industriale che anima ogni comparto di industria nel mondo produttivo, redditizio e competitivo: la tecnica è chiamata A-B-C e si può illustrare in poche parole come segue.

La logistica A-B-C ripartisce gli eventi dannosi che richiedono interventi a ripristino della funzionalità di un qualsiasi sistema complesso in tre fasce: A) che cataloga gli eventi rari ma i cui rimedi sono molto costosi, C) che cataloga gli eventi opposti frequentissimi ma i cui rimedi sono unitariamente molto economici, B) che cataloga ogni altro evento intermedio in termini di frequenza e di onerosità individuale.

Una attenta catalogazione in queste tre fasce consente agli amministratori di concentrare le attenzioni e le risorse disponibili per una corretta gestione in tre modi distinti che si ispirano all’“assicurazione del rischio industriale”.

Gli eventi di fascia A si aggregano in genere come i meno onerosi e si prestano a minimi rischi di truffa assicurativa in quanto richiedono interventi specialistici erogabili solo in centri attrezzati e centrali che possono essere agevolmente controllati. Essi inoltre consentono di raccogliere informazioni preziose per migliorare la progettazione e la conduzione dei sistemi in esame e affinare quindi le procedure che possano prevenire il manifestarsi in futuro di eventi di fascia A (prevenzione primaria e secondaria). Per riuscire a ridurre quindi i costi di fascia A i responsabili dell’assicurazione della funzionalità dei sistemi ricevono sia i mezzi che gli incentivi economico-gestionali per migliorare la qualità delle procedure atte a ridurne il tasso. Questa fascia A nel comparto di industria sanità raccoglie eventi come le malattie molto rare e gli interventi chirurgici più rischiosi come i trapianti fegato-polmone, reni o cardiaci. La scarsa numerosità e l’elevata specializzazione di questi eventi permette a qualsiasi sistema assicurativo industriale di scaricare i costi di fascia A sulla fiscalità generale oppure su aumento di oneri delle polizze individuali di fascia B. Resta integro il meccanismo di stimolo alla ricerca di procedure di prevenzione sanitaria primaria e secondaria da rendere eventualmente obbligatoria per tutti gli assicurati onde ridurre l’incidenza di questi eventi. D’altronde non è probabile che si truffi l’istituto assicurativo sottoponendosi a un trapianto di cuore-polmone o a terapie di alto rischio per l’integrità personale.

Gli eventi di fascia C si aggregano invece come più onerosi e si prestano massimamente a rischi di truffa per la loro numerosità e insignificanza di disagi effettuali e conviene venga esclusa totalmente da copertura di tipo assicurativo affidandone la correzione all’offerta di libero mercato industriale che aumenta l’efficacia dei rimedi e la loro onerosità unitaria. In campo sanitario questa fascia di eventi raccoglie i più usuali disagi dal mal di testa periodico, all’influenza, agli anti-concezionali. Il progresso farmaceutico produce costanti ed efficaci soluzioni a fronte di questa fascia di disagi.

Restano da coprire assicurativamente gli eventi intermedi di fascia B che costituiscono la maggiore quantità di disagi sanitari. Questa fascia, come accennato, risulta troppo numerosa per poter essere contrastata con i controlli anti-abuso e infatti l’onerosità dei costi che presenta la lotta alle truffe suggerisce al sistema assicurativo sanitario di riversare piuttosto le risorse disponibili sullo sviluppo di tecnologie e procedure di prevenzione e di riabilitazione che riescano a trasferirne la classificazione tra gli eventi di fascia B (in quanto poco onerosi per permetterne l’autonoma copertura da parte del consumatore) o quelli di fascia A (per quei casi in cui le procedure della prevenzione e di riabilitazione non risultassero adeguate a impedirne lo sbocco in forme più gravi di lesioni con rischio permanente). Questo concentrare l’attenzione sullo sviluppo di nuove tecnologie e procedure di prevenzione-riabilitazione ha due effetti virtuosi oltre che risultare in pieno compatibile con i criteri di una sana gestione economica industriale. Il primo effetto è quello di evitare che gli eventi si manifestino nella loro forma più lesiva per l’integrità dell’individuo o per impedirgli di perdere in modo permanente la propria autonomia funzionale (è il caso del reinserimento al lavoro tramite trapianti invece di pensionare per invalidità permanente). Il secondo effetto è di sollecitare investimenti industriali mirati sulla lotta a specifiche forme di morbilità o rischio sanitario col risultato di abbattere i costi globali degli eventi di fascia B senza escludere dai benefici sanitari i consumatori indipendentemente dalla loro capacità di spesa (purché essi accedano ai servizi di prevenzione-riabilitazione tecnologica aggiornati in modo costante).

La tecnica A-B-C ha consentito progressi costanti e sviluppo tecnologico a partire dalle sue applicazioni alla logistica industriale militare sin dalla prima metà del secolo scorso ed è stata sperimentata con successo dai manager industriali in ogni comparto di industria. Essa risulta pienamente compatibile col libero mercato industriale ed ha il merito di riservare allo Stato e ai rappresentanti politici eletti a sua guida legislativa i soli compiti di valutazione dei servizi offerti dall’industria e delle assicurazioni private, restando così “terzi” in quanto a interessi economici gestiti in parte dalla fiscalità generale (per ciò che eventualmente concerne la copertura degli eventi di fascia A invece di lasciarne la copertura ad aumenti “privati” dei premi di fascia B).