29/02/2008

Carenze Istituzionali

L’internazionalizzazione galoppante dell’economia industriale impone ovunque, per coglierne i benefici e ridurne gli associati disagi, di adeguare i tradizionali poteri istituzionali.

La civiltà occidentale ha generato l’economia industriale grazie all’egemonia dell’innovazione tecnologico-organizzativa di libero mercato competitivo a produrre una migliore qualità di vita rispetto a qualunque alternativa mirante a programmarne la crescita.

L’economia industriale cresce grazie ai principi liberal-democratici che hanno consolidato nell’opinione pubblica la sua legittimità. Quei principi sono maturati in un processo di tentativi ed errori che sono costati sangue, sudore e lacrime a molte generazioni.

Oggi stiamo esportando il fenomeno dell’economia industriale su base globale e ciò, inevitabilmente, comporterà la graduale adesione di ogni Paese del globo agli stessi principi giuridici purché la gradualità consenta ai Paesi meno ‘occidentali’ di adattarvisi e purché i Paesi occidentali adeguino alle nuove esigenze i propri poteri istituzionali conservando fiducia nei principi fondanti della sua civiltà. L’unica che, creando l’egemonia industriale, permette di separare l’innovazione del progresso economico di interesse comune dalla possibile conservazione privata dei costumi più tradizionali.

La civiltà che ci definisce ‘occidentali’ si riduce a un efficientissimo crogiuolo di rapporti produttivi in cui tutti possono concorrere per conseguire il proprio benessere senza dover rinunciare alle diversità culturali proprie o del proprio gruppo di appartenenza. I principi giuridici che ci consentono di convivere in questo spirito sono pochi e occorre esserne consapevoli per non rischiare di subire modifiche istituzionali distorsive dei criteri stessi della legittimità liberal-democratica con l’inevitabile decadere dello stesso progresso industriale e con conseguenze negative per la qualità di vita  sia degli occidentali sia di chi lo è ancora solo parzialmente ma vi aspira magari a costo di penose emigrazioni tanto più liberali quanto più illegali.

Queste pagine raccolgono considerazioni sul tema della civiltà occidentale e sui rischi che vi incombono a causa della perdita diffusa e graduale di consapevolezza nella opinione pubblica sui principi sui quali essa si fonda. La perdita di consapevolezza è agevolata dall’assenza di interesse dei mezzi di comunicazione sociale di massa per temi che non comportano di per sé alti livelli di ascolto; a meno di non renderne interessante il dibattito.

La carente attenzione dei media e l’inefficacia formativa delle istituzioni educative accademiche, conducono alla perdita dei cardini che hanno invece garantito la formazione delle generazioni di occidentali che si sono avvicendate da Roma e Atene lungo il medioevo fino al rinascimento e all’illuminismo. È allora che si è smarrita l’armonia culturale delle istituzioni avviando al declino degli istituti liberal-democratici sotto la pressione dello sviluppo industriale. Occorre proporre anche alle scuole medie riflessioni sul rischio che corriamo oggi di perdere l’integrità dei principi liberal-democratici e le perdite conseguenti di libertà e di benessere.

Le libertà sono indivisibili e possono crescere con gradualità ma si perdono complessivamente.

Le responsabilità sono solo individuali e inalienabili; solo ciò legittima la delega dei poteri alle istituzioni che ne portano responsabilità esecutive limitatamente alle deleghe loro affidate:

  • · l’esecutivo ha solo responsabilità di attuare i programmi necessari perché i suoi elettori possano provvedere a guadagnarsi in piena responsabilità il pane quotidiano.
  • · le sole responsabilità del legislativo sono di rendere comprensibile e di facile uso il corpo di norme per agevolare gli elettori a guadagnarsi il pane quotidiano senza dover attraversare le possibili crisi dovute ai cambiamenti in fieri.
  • · il giurisdizionale ha la sola responsabilità di giudicare sia il rispetto alla lettera delle leggi sia delle leggi alla costituzione liberal-democratica senza tentare di legiferare in modo indiretto interpretandole senza averne delega di responsabilità (mandato) dagli elettori.
  • · la scienza non deve censurare né legittimare le attività dei tre poteri più tradizionali diluendone così le responsabilità istituzionali ad essi delegate senza averne ricevuto diretta delega dagli elettori (garantendo, a titolo di esempio, l’origine umana del riscaldamento globale o la non-vita del feto prima d’una certa data o l’irrecuperabilità terapeutica dei malati).
  • · i media (le comunicazioni sociali) non devono contribuire a formare gli equilibri politici senza averne ricevuto legittima delega dagli elettori (cfr. Quarto Potere, alias Citizen Kane).

 

Fiscalità ed ‘illegalità’

Tra le tipologie di reato inventate dai codici, quella dell’evasione-elusione fiscale porta i crismi della persecuzione illiberale. Spesso infatti la Storia ci illustra esempi di diffusi comportamenti assunti dai sudditi di regimi illiberali per ridurre le pretese della voracità fiscale sul proprio reddito familiare.

La fame di risorse dei governi (i vari Giovanni senza Terra) è abbinata alla fame illiberale di sinecure clientelari dei loro apparati burocratici (i relativi Sceriffi di Sherwood).

Ai sudditi non è lasciata altra scelta se non quella di eludere le leggi fiscali (sono noti gli impatti storici del fisco sulla struttura edilizia – tetti a cono del trulli, fronte canale ridottissimo e relative elevazioni smodate delle abitazioni ad Amsterdam) o ad evaderle (contrabbando non solo di valuta ma di beni troppo tassati e lavoro nero – cioè libero da tutele di legge).

L’altra strada è quella della ribellione fiscale che ha promosso l’avvento della libertà nella Storia con la nascita di istituzioni statuali più liberal-democratiche di quelle ritenute opprimenti (la rivoluzione americana e quella francese ne sono noti esempi) oppure con l’instaurarsi di forme illiberali ma meno invise ai produttori di reddito locali (i casi Robin Hood e quelli delle varie ‘mafie’ che storicamente sono nate come liberazione da governi autoritari e non come ‘spaccio di droghe’).

Queste ultime sono forme illiberali e pertanto una volta nate creano un regime di oppressione e inefficienza che inibisce le potenzialità di sviluppo economico della comunità. A quel punto è la ‘mafia’ a legittimare l’intervento altrettanto illiberale dello Stato dietro la bandiera doppiamente etica di liberazione dalla criminalità organizzata e di solidarietà per lo sviluppo economico. Le ‘mafie’ storicamente promuovono la legittimità di interventi autoritari e illiberali che a loro volta alimentano fiscalmente azioni politico-burocratiche peculiari di elite oppressive e parassitarie in luogo di azioni di libero mercato le uniche capaci di promuovere la graduale uscita dell’economia mafiosa dall’illegalità per accettare il ‘riciclo’ delle proprie risorse (criminali) in comparti legali con la conseguente riduzione della criminalità e crescita del benessere nazionale (i casi del ‘proibizionismo’ degli anni venti-trenta e dell’industria dello spettacolo negli USA sono emblematici).

Ci si vorrebbe far credere invece che i problemi del fallimento delle ‘terze vie’ alla felicità risiedano solo nell’esistenza di connivenze internazionali (i complotti giudaico-massonici) che soddisfano l’avidità dei sudditi che esportano le proprie risorse sottraendole al finanziamento dei ‘programmi etici’ decisi dalla saggezza delle elite di governo. Siamo sempre a Re Giovanni e Robin Hood in questa povera e disastrata Europa. La libera circolazione dei capitali consente oggi di investire il proprio risparmio in Paesi che gli assicurino migliore tutela. Contravvenire al segreto bancario con atti ‘para-mafiosi’ dei servizi segreti per perseguire i trasferimenti internazionali è un atto assolutamente incompatibile coi criteri della liberal-democrazia. La Giustizia dovrebbe rendere inutilizzabili sul piano giurisdizionale le informazioni carpite con atti illegali.

Questo punto di vista è solo marginalmente analogo a quello espresso dal Ministro danese alle finanze.