25/06/2010

Cosa cercava di applicare Tesla in tema energetico

Dalla lettura della teoria del campo elettromagnetico di Maxwell, Tesla aveva ricavato una sua visione semplificata delle relazioni tra “uomo e energia” (uomo-natura) in un modo che si puó riassumere come segue.

Tutto in Natura é ”energia”. Essa costituisce un campo unitario e primordiale che assume le molte manifestazioni osservabili in modo diverso solamente grazie ai diversi modi in cui l´energia si trasforma da un tipo a un altro di campi di forza che si manifestano a seconda della specifica “sonda” che vi dobbiamo immergere per potere esercitare le nostre misure sperimentali.

Se tutta la “realtá” puó riassumersi in un campo energetico unitario, é evidente che ció che osserviamo della realtá che ci circonda non sia altro che un insieme di “cose” (eventi osservabili) immerse in un campo di energia che le attraversa e che proviene in modo “gratuito” e rinnovato costantemente dalle stelle (tra le quali la piú prossima a noi é il Sole ma che non é l´unica a irradiarci d´energia). Un campo che é destinato ad esaurirsi solo con l´estinguersi di questo assetto “fondamentale” della realtá naturale; l´energia stellare.

Si trattava di un´attualizzazione della lezione filosofica greca che afferma “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.

Ció che noi uomini riusciamo a fare con la tecnologia é solamente il “trasformare” quantitativi “gratuiti” d´energia da una forma non utilizzabile in altre piú utilizzabili.

Le forme piú primitive di impiego dell´energia fornitaci gratuitamente dalle stelle sono quelle che “bruciano“ i combustibili formatisi in epoche geologiche e che sono stati immagazzinati nelle miniere di carbone, nei pozzi di petrolio, nel legno delle foreste e nelle miniere dei materiali nucleari fissili o di quelli di cui é possible ottenere la “fusione”.

Si tratta di “bruciarne“, in appositi processi di combustione controllata, quantitativi atti a generare calore (vapore) che a sua volta genera energia meccanica di rotazione e, infine, di sfruttare questa forma di energia meccanica per muovere fisicamente delle masse oppure per trasformare a sua volta quella forma di energia meccanica in energia elettrica a corrente continua o a corrente alternata idonee alla distribuzione alle utenze finali piú remote.

Ogni fase di trasformazione di forma dell´energia richiede il passaggio attraverso specifici processi tecnologici che presentano (impongono) un ammontare di dissipazione interna dell´energia da trasformare e che quindi possono restituirne in forma diversa solamente ammontare piú ridotti. Ció caratterizza il “rendimento” dei processi tecnologici nelle loro fasi di conversione e di trasporto tra la fonte e la gerarchia delle utenze finali.

 

Tesla si dedicó dapprima a questo tipo di trasformazioni dell´energia criticando i processi in corrente continua di Edison e sostituendoli con processi tecnologici in corrente alternata caratterizzati da rendimenti piú elevati sia nelle fasi della produzione, che della trasformazione e del trasporto dalla fonte di generazione alle utenze.

Il suo secondo passo in questo campo fu quello di criticare gli stessi processi di trasformazione in corrente alternata che egli affermava essere fondati su una (legittima ma riduttiva) “semplificazione” della struttura originaria formulata da Maxwell per il campo elettromagnetico. Semplificazione che ne aveva costretto a studiare ed a progettare applicazioni “riduttive” incentrate sui tipi di processi “simmetrici” adottati dai macchinari ancora a noi noti in ingegneria elettrotecnica che sono costretti (dalla simmetrizzazione derivante dalla “semplificazione” della teoria originaria) a eseguire inutili “dissipazioni” d´energia da essi stessi generata a causa della pura simmetrizzazione dei processi ripetitivi e ciclici di apertura e chiusura dei circuiti di generazione elettrica.

 

Altre forme meno primitive di estrazione dell´energia fornitaci in modo “gratuito” dalle stelle sulla Terra studiate da Tesla sono quelle che si limitano a “raccoglierne” le dosi giá distribuite in Natura in modo disomogeneo sulle strutture fisiche da noi raggiungibili per convogliarle in tempi, quantitá e luoghi utili alle esigenze dell´uomo.

Tesla in questo campo studió la distribuzione delle cariche elettrostatiche che si trovano accumulate (e che vengono costantemente rinnovate “gratuitamente” dagli agenti atmosferici) in modo altamente disomogeneo sulle strutture naturali orografiche (boschi, colline, valli, laghi, fiumi, etc.) per innescarne processi di scarica, controllata in tempo, dosi e direzione volute, in un suo laboratorio situato a New York e finanziato da J.P.Morgan; la Radclyff Tower.

Nella stessa localitá Tesla studió poi un´altra forma di utilizzo dell´energia “gratuita” delle stelle tentando di raccogliere e convogliare le enormi quantitá di energia elettrostatica presenti nei fenomeni atmosferici piú drammatici (temporali, uragani, tifoni, etc.) realizzando artificialmente fenomeni sperimentali che sono stati registrati dalle cronache della stampa locale e sono studiati anche dai servizi segreti militari fino a oggi.

 

Un ultimo tipo di sfruttamento dell´energia “gratuita” erogata di continuo dalle stelle e distribuita in modo pervasivo, omogeneo e diffuso su tutta la Terra al cui studio Tesla si é dedicato, é poi quello che presenta il maggiore potenziale innovativo e che dimostra la genialitá delle intuizioni di Tesla.

Si tratta di un´intuizione ante-litteram dell´esistenza dei processi quantistici che Tesla non poteva a quel tempo né conoscere né osservare ma che egli intuí col solo estendere il concetto di “campo energetico unitario” della Natura. Una visione olistica che si distacca dalla visione riduzionista e parcellizzante delle osservazioni specialistiche delle “forze” cui gli scienziati si erano ormai dedicati al suo tempo innescando l´era della frammentazione delle conoscenze.

Tesla riteneva che il campo energetico unitario e primordiale – in quanto unica realtá esistente in Natura – dovesse essere caratterizzato da un´intima unitarietá e organicitá la cui struttura formalmente unitaria la teoria di Maxwell aveva tentato di suggerire fondendo tra loro fenomeni solo in apparenza difformi come elettricitá, magnetismo e ottica (e infatti rivelatisi successivamente pienamente “coerenti” con la struttura dello spazio-tempo della relativitá gravitazionale di Einstein e con la quantistica della teoria quanto-elettro-dinamica di Dirac).

Questa sua convinzione filosofica lo portó insomma a intuire che le “forme osservabili” dall´uomo non siano altro che conseguenze macroscopiche di accumuli di “dosi elementari” di energia che si formano costantemente al livello microscopico all´interno del corpo delle stelle e che vengono da esse irradiati nel cosmo in modo diffuso ed omogeneo pervadendo cosí ogni punto dello spazio sia all´interno degli stessi osservatori che al loro esterno e da essi osservabili solamente al manifestarsi di specifici fenomeni sollecitati sui quattro campi di forza a noi noti tramite “sonde” cui i campi stessi sono sensibili.

Ció condusse Tesla a intuire i fenomeni elementari microscopici, sub-atomici, quantistici e “virtuali” essere le vere manifestazioni fondamentali del campo di energia primordiale e in costante rinnovamento e il loro invisibile accumularsi con un insieme di fasi di preparazione di quantitativi di energia (pacchetti) autorizzati a poter innescare solo periodicamente i fenomeni da noi osservabili (transizioni quantistiche “reali” sia sul piano elementare che su quello macroscopico). Una sorta di intuizione dell’”energia nera” non osservabile cui oggi attribuiamo il 95% dell’energia cosmica globale.

Al suo tempo non esisteva una teoria della fisica quantistica né Feinman aveva ancora ipotizzato il suo meccanismo del “ratchet” (una sorta di “meccanismo d´accumulazione” analogo al meccanismo della ´ruota libera´ nelle biciclette) per consentire che avvenga l´accumulazione di eventi quantistici “virtuali” che riescano gradualmente ad aggregare dosi di energia non osservabile fino a raggiungere la saturazione di livelli quantistici tra i quali possano invece avvenire le transizioni d´energia osservabili sperimentalmente. 

Le sue intuizioni vennero condotte con esperimenti di laboratorio primitivi in quanto troppo prematuri rispetto non solo alle conoscenze scientifiche ma anche rispetto alle disponibilitá della componentistica tecnologica ancora troppo primitiva di allora che ignorava l´elettronica, i meccanismi di controllo digitale allo stato solido e i fenomeni di amplificazione indotta dalla risonanza tra onde coerenti.

Tesla rifiutó di condividere ben due premi Nobel per la sua assoluta e dimostrata anticipazione nelle ricerche applicate condotte rispetto ai candidati a condividere il merito dei Nobel; Thomas Edison (per i brevetti di produzione di potenza elettrica in corrente alternata) e Guglielmo Marconi (per la trasmissione di fasci di onde radio in alta potenza da lui realizzati ben prima dei segnali di radio-telegrafia).