24/04/2009 |
Ristrutturazione e risorse finanziarie Accertato ormai che:
Detto ciò e per cercare una parziale conferma di quanto sostenuto, cerco di attrarre l’attenzione dei lettori su un fenomeno tanto massiccio e costante quanto trascurato dai mezzi di comunicazione sociale e dalle ‘menti sottili’ organiche alle politiche degli Stati Nazione: i costanti successi nella lotta alla droga. Se sono vere le affermazioni relative al ‘successo’ del liberismo-capitalista cui stiamo assistendo, si deve anche concentrare l’attenzione sulla velocità in cui è necessario si concludano le negoziazioni tra i Paesi alla ricerca di un reciprocamente accettabile Nuovo Ordine Globale. Abbiamo suggerito che il vero sintomo e mezzo di accordo è quello dell’assunzione di porzioni di debito accumulato e incombente su tutti i Paesi che partecipano alla globalizzazione industriale e che trovano in essa proprie e diversificate opportunità di crescita. L’assunzione del debito deve essere rapida e ciò non consente di migrare dal dollaro USA (la valuta egemone di oggi) a altri, futuri strumenti di scambio che richiederebbero altrettanto lunghi processi di negoziazione tra Organi di Emissione dei Paesi coinvolti. La celerità contrasta con l’accettabilità alla luce dei sacrifici che ogni Paese sarebbe costretto a chiedere ai propri risparmiatori (sia famiglie che aziende) e alla luce delle stasi di sviluppo che ne conseguirebbero. Ciò conduce tutti i Paesi più interessati a svolgere ruoli da protagonista a limitare l’apporto di risorse a spese dei contribuenti sostituendole con risorse sottratte ai canali extra-istituzionali. Questi sono di due tipi fondamentali: la ‘speculazione finanziaria’, e la ‘criminalità organizzata’. Entrambi quei canali si servono dei ‘paradisi fiscali’ per ricollocarsi o per riciclarsi. Tuttavia agire in modo indiscriminato sui ‘paradisi fiscali’ chiudendoli non terrebbe conto dell’interesse diversificato che hanno i Paesi negoziatori ad impiegarne i servizi per ragioni di Stato e d’altronde contrasterebbe nell’immediato colla fonte stessa dei finanziamenti necessari per alimentare la globalizzazione corrente. Resta quindi aperta la sola possibilità nei tempi brevi di sottrarre risorse finanziarie al canale della criminalità organizzata. Ciò significa porre a disposizione dell’economia industriale di USA, UE, Cina e India le risorse costanti che fluiscono dalle tasche dei consumatori (eminentemente negli USA e nell’UE) a quelle dei trafficanti (criminalità est-europea, asiatica, medio-orientale e messicana) e ai leader corrotti della politica sud-americana, est-asiatica e centro-asiatica. Si tratta di benefici per l’economia industriale di USA, UE, Cina, India contro gli interessi di leader politici corrotti e finanziatori di terrorismo, narco-traffico e della manovalanza più criminale che interessano principalmente triangolo d’oro, Colombia e Messico e Afghanistan. Ciò ‘giustifica’ molti fatti geo-politici recenti (ovverossia consente una loro lettura logica) dal conflitto USA in Iraq, al suo travaso con Bush ed Obama in Afghanistan-Pakistan, all’apertura USA a Chavez, ad Iran e Cuba, ai costanti successi nella lotta anti-mafia in Italia (sia in Calabria, che in Sicilia e Puglia e nelle Regioni italiane ed europee in cui la criminalità organizzata stava cercando di riciclarsi, alla lotta alla immigrazione clandestina ai confini USA-Messico di Bush e ora di Obama. Un indicatore di grande interesse a proposito è la recente ‘conversione’ di Santa Madre Chiesa dal sostegno all’accoglienza agli immigranti di ogni tipo e quantità in Occidente e al Nord al sostegno invece all’’adozione di un papà’ nel Sud per impedirne lo sradicamento e l’emigrazione insostenibile se di dimensioni da vera e propria ‘Volkswanderung’ come sarebbe quella delle popolazioni di Cina e India in Europa. Sarebbe interessante che gli ‘specialisti’ ci aiutassero ad avere una lettura quantitativa di questa massa di risorse finanziarie fresche e improduttive se travasate rapidamente a bilanciare il debito accumulato per finanziare il ‘successo finale’ del capitalismo-liberista della civiltà ‘Occidentale’. |