19/07/2009

Humanizing globalization

In the age of irreversible globalization pulled by the internationalization of the mature industrial economy, the old Nation States are condemned to gradually lose partly their traditional role in the governance of the geopolitical system in the benefit of emerging supranational istitutions whose benefit they will have to devolve portions of the old legitimacy.

Under the pressure of the economy growth, the new industrial settlements are initially solicited by the strategies of the main multinational groups. Those settlements take only into account the organizational needs of an industrial production aimed to optimize the allocation of the scarce available financial resources by re-structuring the chain of the productive phases along the criterion of transferring South the more Manpower intensive ones while potentiate North the capital intensive ones.

This criterion abates on one side the costs of the industrial production and on another side it accelerates the access of wide masses of needy in the South to the global market of consummations and savings. De-localizing the productive more mature phases South generates two immediate backlashes North and South. North is losing the less competitive job opportunities imposing the local communities to reappraise their professional habits. South is gaining new job opportunities with an immediate growth of incomes but of the connected new expectations of a better quality of life.

Both phenomena induce a destabilization in the political consensus both North and South. This if associated to the shrinking power of the old Nation States, provokes a physiological trend of the local communities both North and South to seek protecting their destabilized habits by hiding behind sterile cultural intolerance. Such a regression solicits the local politician to collect consensus by their constituencies by offering the defence of traditions asking their National States the devolution of functions and resources aimed to implement policies able to collect the fading consensus.

The need emerges to give a special attention to ensure an immediate perception of the benefits that the process of globalization may ensure to the local communities by designing the industrial investments South within productive settlements capable to integrate the needs of the industrial project financing with the expectations of the new producers entering the industrial civilization. This may only happen by revitalizing the principles of the humanist culture inspired by harmonizing the economical growth with the social traditions.

This is translated into offering the families South, together with the new income opportunities, new login structures as well suited to offer hospitality during free time and social relations within an urban context fully coherent with the yesterday’s habits. This can be achieved enclosing within the project financing the local real estate capital used for the new plants and urbanizations whose value added growth could even exceed the mere financial investment of the today’s industrial joint ventures.

The architectural and urban design is the very means offered by the socio-political western technology to implement a humanistic growth of globalization. This is not only feasible but recommendable too if the task is to facilitate and to gradually channel on a geopolitical global base the economical-social consensus at the lobbies within the old Nation States in the national parliaments at the lobbies and at the most peripheral electoral constituencies both North and South.

Globalizzazione a misura d’uomo

In epoca di irreversibile globalizzazione trainata dall’internazionalizzazione dell’economia industriale gli Stati Nazione sono destinati a perdere parte del loro tradizionale ruolo di governance del sistema geopolitico a beneficio di nuove istituzioni soprannazionali cui dovranno devolvere porzioni della vecchia legittimità. Sotto la spinta dello sviluppo economico, i nuovi insediamenti industriali sono sollecitati inizialmente dalle strategie dei grandi gruppi multinazionali. Questi insediamenti tengono conto delle esigenze organizzative di una produzione industriale che mira a ottimizzare l’allocazione delle scarse risorse finanziarie disponibili ristrutturando la catena delle fasi produttive sul criterio di trasferire al Sud quelle Manpower intensive e di potenziare al Nord quelle capital intensive. Ciò da un lato abbatte i costi della produzione industriale e da un altro lato accelera l’accesso al mercato dei consumi le vaste masse dei diseredati del Sud. La delocalizzazione delle fasi produttive più mature al Sud genera due immediate ripercussioni al Nord e al Sud. Il Nord perde le meno competitive opportunità occupazionali costringendo le comunità locali a rivedere le proprie abitudini professionali. Il Sud acquisisce nuove opportunità occupazionali con immediata crescita di reddito ma anche delle associate nuove aspettative di migliore qualità di vita. I due fenomeni causano la destabilizzazione del consenso politico sia al Nord che al Sud che, associato al calante ruolo dei vecchi Stati Nazione, provoca una fisiologica tendenza delle comunità locali sia al Nord che al Sud a cercare di proteggere le consuetudini in via di destabilizzazione rifugiandosi nel più sterile integralismo culturale. Questa regressione sollecita i politici locali a raccogliere il consenso delle loro constituency all’insegna della difesa della tradizione richiedendo che vengano loro devolute dallo Stato nazionale funzioni e risorse orientate a gestire politiche atte a raccogliere il consenso in libera uscita. Occorre porre particolare attenzione a dare immediata percezione dei benefici che il processo della globalizzazione può assicurare alle comunità locali progettando gli investimenti industriali al Sud nell’ambito di insediamenti produttivi capaci di integrare le esigenze del project financing industriale con le aspettative dei nuovi produttori inseriti nella civiltà ‘Occidentale’. Ciò può accadere solo recuperando i principi della cultura umanista che si ispira ad armonizzare lo sviluppo economico con le tradizioni sociali. Ciò si estrinseca in offrire alle famiglie del Sud, al fianco delle nuove opportunità di reddito, anche nuove strutture abitative che offrano ospitalità nei periodi del tempo libero e delle relazioni sociali in un contesto urbanistico pienamente coerente con le abitudini di ieri. Ciò può essere conseguito inserendo tra le risorse del project financing il capital fondiario locale usato per i nuovi impianti e per le urbanizzazioni il cui valore aggiunto potrebbe crescre in modo da superare il puro investimento finanziario delle tradizionali joint venture industriali. La progettazione architetturale e urbanistica è il mezzo offerto dalla tecnologia socio-politica dell’’Occidente’ allo sviluppo umanistico della globalizzazione ciò non è solo fattibile ma è anche raccomandabile se si vuole agevolare e incanalare gradualmente su base geopolitica globale il consenso economico-sociale nei vecchi Stati Nazione sia presso le lobby dei parlamenti nazionali che presso le consituency elettorali più periferiche