17/04/2010

I miti emblematici della cultura ‘Occidentale’

Ogni cultura si ispira a modelli culturali che vengono trasmessi nei secoli tramite i racconti mitologici.

I miti non sono uguali in tutte le culture. Le specifiche tradizioni culturali ispirano racconti mitologici capaci di rappresentare sia i drammi attraversati dai singoli individui nel corso della loro evoluzione dal ruolo di “irresponsabili” privi dei diritti civili alla cerimonia di iniziazione al ruolo adulto accettato dai suoi simili. Si tratta della sequenza dei miti descritti dallo psicodramma delle tragedie greche che è capace di narrare il “percorso” che ciascuno attraversa per assurgere dallo stato di bambino a quello di adulto riuscendo a liberarsi dalla soggezione alla figura del padre. Una figura introiettata durante la prima infanzia la cui consistenza è spesso totalmente avulsa dalla reale consistenza delle relazioni genitoriali e piuttosto ispirata dalle percezioni relazionali proiettate da ciascuno sui suoi referenti fisici operanti nel contesto della propria famiglia.

Questi miti si sviluppano in percorsi narrativi caratteristici dell’età evolutiva che presiede alla formazione della personalità e del profilo relazionale e comunicativo che codifica la cultura viva nel nucleo più intimo della società. Il nucleo del (che libera dalle dipendenze parentali e consolida l’autostima e la assertività) e il nucleo del noi (che tutela ogni personalità nella sua ricerca di costruire un grado adeguato di proattività e di responsabilità verso se stessa). Si tratta di miti universali adatti a alimentare percorsi d’educazione iniziatica proponendo modelli comportamentali tramite le favole, le parabole, i proverbi, le usanze, la scuola che deve assicurare l’educazione primaria degli esseri umani. Le diversità educative sono molto ridotte e concernono soprattutto la diversità di genere.

I modelli culturali si arricchiscono poi di un altro patrimonio di narrazioni mitologiche che educano ogni specifica società ad adottare comportamenti aderenti ai valori, ai loro pesi reciproci, ai criteri da rispettare nella negoziazione di possibili scambi tra di essi, etc..  Si tratta di narrazioni mitologiche che educano le nuove generazioni ad ispirare i propri comportamenti nel rispetto delle tradizioni che hanno costruito la specifica forma di civiltà di appartenenza. Sono comportamenti che legittimano, stigmatizzano, penalizzano socialmente per tutelare l’ortodossia culturale; la base delle manifestazioni di spicco in ogni comparto delle manifestazioni individuali e di gruppo (arte, scienza, filosofia, tecnologia, imprese, aziende, esplorazioni, atti eroici, etc.) che caratterizzano nel loro insieme ogni civiltà che si distingue dalle altre proprio grazie alle manifestazioni pratiche e alla loro coerenza interna.

La civiltà industriale è stata implementata grazie alle caratteristiche più peculiari della civiltà ‘Occidentale’ che si possono riepilogare evidenziando particolari atteggiamenti elevati dalla narrazione mitologica come esempi di eccellenza.

Tra gli altri il mito di Ulisse sembra particolarmente emblematico. Ulisse re di Itaca rappresenta una isola “provinciale” nel contesto di una federazione di altrettanto “provinciali” città-stato. Ulisse non esita ad aderire al conflitto armato su invito di Agamennone e, prima che mostrare le sue preclare virtù sul campo di battaglia, prodiga ogni sua forme di eccellenza relazionale al servizio della causa comune convincendo il “provinciale” Achille a superare le sue fisime etiche ed aderire nell’interesse superiore della comune civiltà. Dopo avere dimostrato il suo coraggio ed eroismo sul campo di battaglia, Ulisse dimostra anche l’eccellenza delle sue doti di astuzia, subdola ma consentita alla luce dell’interesse superiore, con il marchingegno del Cavallo che rappresenta l’impiego delle tecnologie più sofisticate al servizio della vittoria sul nemico; un mix di guerra tecnologica e psicologica.

Ulisse si trasforma poi nell’emblema ‘Occidentale’ dell’irrequietezza umana nella ricerca di conquistare l’ignoto; i cui valori vengono anteposti a quelli della famiglia e della tutela del proprio gruppo di compagni dai rischi imposti dall’impresa e perfino dai benefici pratici che potrebbero derivare dal successo della stessa. Le colonne d’Ercole presentano per Ulisse un’attrattiva a sé indipendentemente dai rischi o dai premi che si potrebbero ricavare dall’impresa. Il ritardo del rientro in patria, nelle braccia della moglie e tra gli affetti di famiglia o il rischio della propria sopravvivenza niente costituisce premio maggiore della ricerca di vincere la sfida del futuro.

Il radicamento nel “provinciale” più locale costituisce un valore per sé e viene evidenziato dal rientro d’Ulisse con le stesse arti di astuzia, di determinazione, di audacia eroica e di eccellenza bellica che ripulisce la reggia dai parassiti indegni di clemenza col solo ausilio della propria superiorità individuale. La fedeltà coniugale di Penelope messa a dura prova da oltre vent’anni di assenza non è condizionata dalle ragioni dell’assenza di Ulisse; il “capo” in famiglia, in guerra, nell’esplorazione verso l’ignoto e nell’isola.

Gli “eroi” sono coloro che scelgono di rischiare lanciando il cuore oltre la trincea ma che non disdegnano di usare le arti dell’astuzia e della tecnica per raggiungere scopi che sarebbero preclusi senza ricorrervi. Questo evidenzia l’analogo carattere emblematico d’eccellenza per l’imprenditore industriale in tutti i comparti, da commercio, a manifattura, a terziario. È il sapere-per-fare che costituisce un valore superiore rispetto al sapere-per-il-sapere; anche in politica è privilegiato il consigliere della strategia vincente (il Machiavelli) a fronte del filosofo sapiente che suggerisce solo la prudenza fine a se stessa che si traduce in contemplazione della realtà consapevoli che nulla giustifica un’azione che è sempre prevaricatrice e offensiva delle altrui opinioni.

Enrico Mattei e tutti i tycoon che hanno costruito il capitalismo-liberista costituiscono gli eroi del progresso civile ‘Occidentale’; un progresso che non ha solo costruito maggiore benessere economico ma a suo seguito anche maggiore rispetto dei diritti civili fondati sulla responsabilità individuale priva dai tipi di protezione dall’alto dietro ai quali si nasconde sempre un rischio di sfruttamento e una forma di asservimento.