15/10/2010

‘Progresso scientifico, innovazione industriale e crescita del benessere

Le tecniche fondate sulle conoscenze genetiche hanno condotto ormai a imprevedibili aumenti di produttività nei comparti rurali dell’industria.

Salti di qualità assolutamente inimmaginabili rispetto alla crescita già sperimentata in precedenza in quei comparti e realizzata dai progressi tecnologici applicati alle metodiche della coltivazione; anti-parassitari, fertilizzanti, innesti di specie più produttive, OGM, etc..

Oggi finalmente le conoscenze di genetica si sono sviluppate oltre alle limitate frontiere originarie di Mendel e la decodifica al computer dei genomi ha condotto l’allevamento di diverse specie e razze ad abbattere i vecchi limiti di produttività e di qualità di quasi tutte le derrate alimentari producibili per ettaro coltivato, per litro di acque irrigue impiegato, per chilo di anti-parassitari impiegato, per chilo di fertilizzante utilizzato, per kilowatt necessari al ciclo complessivo di semina-crescita-tutela-raccolta-trattamento-trasformazione, per numero di addetti alla gestione dello stesso ciclo complessivo.

La resa di grano per ettaro e’ passata dalle tre tonnellate per ettaro al tempo di Roma Imperiale alle odierne otto e al prevedibile aumento iperbolico alle cui soglie ci ha posto la genetica applicata.

La qualità nutrizionale e gustativa della tonnellata dei tempi di Roma Imperiale è cresciuta fino ai livelli di oggi e l’offerta di prodotti finali ricavati dalle medesime derrate rurali si è arricchita per soddisfare sia le esigenze del gusto sia quelle imposte invece dalle ragioni sanitarie più personali.

I livelli d’impiego di energia, acqua, risorse umane per tonnellata immessa al consumo si sono ridotti così come si sono ridotti gli sprechi della produzione nelle fasi d’immagazzinamento e distribuzione dei prodotti sul mercato finale.

La scienza e la tecnologia hanno proseguito a porre al servizio degli imprenditori nuovi e suggestivi strumenti di lavoro e di potenziale valore aggiunto in termini di lucro.

Il Nobel sul Fullerene, il calcolo quantistico, le nanotecnologie, i software interattivi, i software infra-strutturali le reti di comunicazione integrate hanno già promosso rivoluzionari salti di qualità a tutti i comparti industriali. La crescita esponenziale del mercato globale di consumatori sta costruendo il pre-requisito di interesse economico capace di stimolare nuovi imprenditori ad assumersi il rischio di nuove proposte tecnologiche.

Steve Jobs sta certamente lavorando sull'uso di pellicole di Fullerene come schermo TV-3D sugli head-up displays che l'informatica quantistica e le nanotecnologie microelettroniche consentirebbero di sfruttare come 'mercato' wireless globale sul quale veicolare ogni tipo di informazione liberando il mondo dai regimi 'locali' purché il 'quarto potere' (i 'providers') venga regolamentato nel gioco dei check & balance liberal-democratici.

Solo i fornitori di informazioni devono essere costretti alla competizione a fini di lucro. I gestori delle ‘reti’ (il mercato ove avvengono gli scambi di informazione) devono garantire il loro carattere liberal-democratico come ogni istituzione di interesse politico. La strada dell’ulteriore estensione delle istituzioni in coerenza coi principi e i valori della civiltà ‘Occidentale’ è già consolidata, secondo i criteri che governano le tre tradizionali ‘istituzioni politiche’; legislativo, esecutivo, giurisdizionale.

Al loro fianco oggi si impone l’istituzionalizzazione di altri due poteri politici; la ricerca universitaria e i media - cioè l’informazione divulgativa che include la stampa, la scuola, l’Università e tutte le trasmissioni aventi finalità di ‘educare’ le nuove generazioni a familiarizzare col progresso scientifico.

Il caso dell’annuale assegnazione dei premi Nobel potrebbe aiutare a definire, tra i diversi interessi che confluiscono nelle scoperte premiate, quali meriterebbe tutelare dall’esercizio d’un potenziale ruolo egemone sulla ricerca pura da parte dei grandi gruppi industriali, quali invece sarebbe opportuno regolamentare per incentivare la sponsorizzazione dei grandi gruppi responsabilizzandone il rischio industriale intrinseco alle loro scelte strategiche di innovazione tecnologica e quali, infine, occorrerebbe tutelare da indebite intromissioni ‘politiche’ nelle valutazioni autonome di quel primario e credibile sinedrio accademico che è il comitato dei premi Nobel. Un’istituzione che gode di maggiore credito della ONU. Occorrerebbe istituire un’’indipendenza responsabile’ per quel consesso dotato di autonomia e di credibilità (pur essendo finanziato dal reddito generato dall’industria chimica). Potrebbe essere la via pragmatica per aggiornare gli equilibri tra poteri istituzionali di interesse per garantire la governance liberal-democratica nel corso dell’attuale sviluppo industriale globale di carattere esplosivo.

Per indicare un percorso alle riflessioni conviene condurre un’analisi sulla profonda interferenza di tre aspetti ‘scientifici’ esistente in ogni premio Nobel che viene assegnato. Un’interferenza che è rafforzata dall’obsoleta divisione dei premi in comparti ottocenteschi ormai sempre più integrati tra loro; fisica, chimica, biologia, etc.. Interferenza che invece trascura l’apporto sempre più comune della matematica come strumento per lo sviluppo di tutte le discipline tradizionali. La matematica non viene presa in considerazione dal comitato di assegnazione dei premi Nobel e viene invece premiata da simili riconoscimenti attribuiti da distinti ed altrettanto credibili sinedri scientifici; ad esempio il premio Field. Comitati che sarebbe necessario associare al sinedrio scientifico responsabile di regolamentare il gioco di check & balance di quelle due nuove istituzioni da introdurre nel sistema liberal-democratico legittimato dall’elettorato.

Ogni premio Nobel riconosce la ‘scoperta’ dell’esistenza sperimentale di una ‘previsione’ teorica che la precede di decenni, previsione che in genere è stata avanzata sulla base di una creativa integrazione tra intuizione ‘artistica’ e la sua formulazione in linguaggi matematici che, a loro volta, sono spesso già datati di molti decenni e talvolta solamente abbozzati come teoria altamente innovativa di quella disciplina.

In altri termini ogni premio Nobel presenta tre aspetti meritevoli di valutazione da parte del comitato scientifico: un primo aspetto, il più anticipatore, è senza dubbio quello della ‘previsione teorica’ del fenomeno rilevato sperimentalmente; un secondo aspetto, quello della ‘rilevazione sperimentale’ della pratica esistenza dei fenomeni già previsti, presenta il fattore comune di ‘ingegneria della ricerca’ per implementare la ricerca sperimentale nello specifico settore di studio. Un elemento molto innovativo e talvolta rivoluzionario; un terzo aspetto è l’adeguatezza dello strumento matematico che ha consentito la previsione teorica del fenomeno.

Si tratta insomma di tre assegnazioni congiunte; teorica, sperimentale, matematica nel medesimo premio Nobel.

Sono i tre filoni della ricerca che occorrerebbe integrare e tutelare nella loro autonomia rispettando ogni risvolto pratico per l’innovazione industriale. Al fine di stimolare l’apporto di finanziamenti, di tutelare l’autonomia della ricerca e consentire alle istituzioni di comprendere le strategie di sviluppo industriale.

La mutua integrazione tra le discipline (matematica, scienze naturali e ingegneria) si può migliorare sia coi programmi educativi che con una divulgazione più attenta su media dedicati in modo specifico alla scolarità di ogni o4rdine e grado, alla formazione permanente e all’edu-tainment.

La formazione universitaria dei ricercatori ed il loro impiego al servizio della ricerca fondamentale si possono curare incentivando l’osmosi del personale tra università e industria e sostenendo la diffusione della stampa scientifica tra specialisti in discipline tra loro apparentemente molto distanti.

Ma soprattutto è fondamentale che si curi il miglioramento della stampa divulgativa diffondendola al servizio della pubblica opinione più vasta che verrà sempre più spesso chiamata a decidere in merito ad istanze scientifiche di grande impatto per la tutela dell’etica nello sviluppo economico.

Occorre, insomma, tutelare oggi i ‘cinque’ poteri istituzionali per arrestare la degenerazione della cultura ‘Occidentale’ verso il crescente ‘riduzionismo’ scientista che causa una cultura sempre meno capace di conservare una visione ‘olistica’ del progresso; la caratteristica che ha generato l’umanesimo e il rinascimento.