15/04/2011

Discriminazione eliminata dalla Scienza o dalla Coscienza?

Salvare i discriminati sembra un obiettivo ammirabile, porvi a servizio la Scienza o la Coscienza sembra offrire a sostegno di quell’obiettivo strumenti accertati come perdenti alla luce della Storia della civiltà!

Occorre invece servirsi di molta meno logica matematica e di più empatia verso l’imperfetta realtà umana, sia sotto il suo profilo ‘razionale’, sia sotto quello ‘etico’; come ci insegna la storia della scienza, quella delle tecnologie come la storia della filosofia e della politica. Infatti la scienza è sempre instrumentum regni è cioè sempre in mano ai potenti, mai ai discriminati! Solo diventando 'consumatori' i discriminati ricevono dai 'potenti' adeguata attenzione grazie ad una non voluta coincidenza di fini diversi che compongono una vera e propria eterogenesi dei fini generata dal ‘libero mercato’ che è una ‘tecnologia’ trasparente alle volontà e aspirazioni individuali e dotata di intrinseci meccanismi non programmabili che riescono a convertire le avidità e le meschinerie più ‘locali’ in aggregazioni gerarchiche capaci di produrre maggiore e più diffuso benessere per tutti, buoni e cattivi, santi e peccatori, avari e dissipatori. Un meraviglioso ed apparentemente irrazionale meccanismo elargito alla natura umana dal 'disegno intelligente' non dalla scienza dell’uomo ma dal Grande Architetto dell'Universo; purché Egli esista …….. altrimenti se Egli non esistesse …. che crepino tutti i discriminati .... chissenefrega di loro; verrebbe a cadere infatti ogni ragione per moderare l’avidità che sollecita ogni individuo a intraprendere iniziative per migliorare la propria situazione e quella dei suoi cari.

La Storia ha con chiarezza denunciato che ogni tentativo di ‘moderare ope legis’ l’avidità si è tradotto in una forma di privilegi per la ‘casta’ che s’è arrogata il diritto di definire sul piano politico quali norme debbano ritenersi ‘eticamente corrette’ e di imporre l’adesione a quell’’ortodossia’ tramite forme dirette o indirette di ‘educazione’ reprimendo gli eventuali dissidenti. A sua volta generando fasce di dissenso che, una volta che si stigmatizzino e ghettizzino, si compongono in relazioni che costituiscono tipi illegali di ‘libero mercato’ e di relative forme di altrettanto illegali processi di lobbying.

È l’avvio di quelle forme di ‘paese reale’ (sommerso, tollerato o illegale) che convive col ‘paese legale’ (più o meno ideologicamente autoritario) sostenendone ogni tipo d’insuccesso generato dall’ideologia politicamente corretta sul piano pragmatico tramite l’adesione all’ortodossia dottrinaria; è l’eterno fallimento dei regimi illiberali la cui logica politica è una governance top-down che tenta di prevedere scientificamente gli sviluppi del sistema complesso socio-economico per programmarne l’evoluzione a misura di una configurazione che è prevista tra altre meno desiderabili; ogni ‘innovazione’ che non sia ‘organica’ allo sviluppo pianificato è deprecata in quanto apporta perturbazioni che spesso contravvengono perfino le previsioni ‘scientifiche’.

Insomma nessuna Radio-TV ‘libera’, né Personal Computer e tantomeno reti Internet a libero accesso dotate di autonome capacità di Wikipedia e Wikileak sarebbero mai tollerati dai sinedri degli scienziati organici alle più illuminate satrapie di governo top-down. Solamente la libera e responsabile creatività del libero mercato riesce a stravolgere ogni capacità previsionale dei gruppi più monopolisti grazie all’apporto di giovani privi di altro sostegno che la propria creatività e capacità imprenditoriale (Chester Carlson, Steve Jobs, Bill Gates, Mark Zuckerberg).

I sinedri accademici continuano ad alimentare con false certezze tutti i programmi di sviluppo economico, nonostante l’ormai accertata impossibilità scientifica di raggiungere previsioni ‘prescrittive’ relativamente ai sistemi termodinamici complessi come sono quelli composti da microcelle legate da mutui scambi ispirati da logiche ‘locali’ che si riverberano a cerchi gerarchicamente più ampi e stocastici il cui effetto è la turbolenza evolutiva del sistema macroscopico globale in studio. Ciò vale per tutti i sistemi termodinamici complessi; dai sistemi stellari fino a quelli biologici attraverso quelli intermedi degli scambi economici.

È solo l’innovazione industriale (sollecitata dall’avidità del guadagno) ad orientare l’innovazione tecnologica (ricerca applicata) per tradurre in crescita economica le innovazioni scientifiche (ricerca pura) garantendone un ritorno sull’investimento (ROI) adeguato a soddisfare l’ambizione dell’imprenditore tramite la più ricca raccolta di scelte di consumo (piccoli guadagni derivanti da numerosissime spese unitarie a prezzi minimi).

Una sequenza di cause-effetti sollecitati dall’avidità dell’imprenditore che generano un effetto collettivo di grande gratificazione (offerta di maggiore scelta di beni e servizi a costi accessibili a fasce sempre più vaste di consumatori). Una sorta di Serendipity che trasforma la creatività immaginifica e poetica degli scienziati in pragmatiche offerte di beni e servizi spesso prosaici ma desiderati dalla maggioranza dei consumatori al di la di ogni criterio etico o razionale di collocazione dei propri guadagni e del proprio risparmio; una vera eterogenesi di fini che riesce a convertire i prodotti, altrimenti sterili, dei poeti (scienziati puri) in più ricche offerte di maggiore benessere per tutti trasformando le motivazioni più individualiste (etiche, a-morali o immorali) in risultati condivisi e gratificanti a seconda delle libere scelte di consumo individuali (munifiche, parsimoniose o avide). La libertà, grazie al liberismo, si traduce in socialismo di mercato; la via di mercato al socialismo!

Nella logica del capitalismo-liberista non esistono ‘discriminati’; gradualmente l’avidità individuale spinge il mercato a soddisfare le aspettative meno esplicite e la più inespressa domanda di consumi. Senza bisogno di ‘educare’, ‘imporre’, ‘prevedere’, ‘incentivare’ o ‘interdire’ iniziative sulla base di sempre opinabili dottrine eticamente corrette.

La ‘discriminazione’ viene sempre ventilata per offrire rimedi a spese altrui da parte di politici demagoghi che cercano di rinforzare le proprie ‘clientele’ elettorali appellandosi sempre alle ragioni del ‘buon cuore’ che anima la coscienza umana al fianco degli altrettanto naturali avidità, egoismo, diffidenza, prudenza, stima, affetto, dedizione … tutti fattori che in un mondo ‘liberale’ vengono fusi in profili di comportamento e di motivazione personalissimi di crescente grado di sofisticazione decisionale in funzione del livello di cultura individuale ma anche del clima che caratterizza l’ambiente in cui le decisioni vengono assunte in piena ed autonoma libertà di coscienza. Ciò sia sotto il profilo civile (sfera di Cesare), sia sotto quello religioso (sfera di Dio). Ogni commistione demagogica che sottragga ai singoli individui la libertà di decidere in merito alle specifiche forme di ‘discriminazione’ è un ritorno a regimi che si ispirano allo stato etico; ritorno a satrapie monocratiche solo formalmente nascoste dietro complicate ma insormontabili procedure che tutelano ogni ‘illuminato’ regime oligarchico che si propone di governare i suoi ‘amati sudditi’ verso – ma sempre in un irraggiungibile ‘avvenire’ - luminosi orizzonti emblematicamente illustrati da soli nascenti, falci e martelli.