11/12/2009

Banalità e ipocrisie da Ancien Régime

“Talvolta per la pace occorre la guerra” ci ricorda la più datata saggezza del “si vis pacem, para bellum”. Forse al suo rientro a Washington DC in qualità di senatore Obama ci abituerà all’altra saggia allocuzione: “Ceterum censeo Carthaginem esse delendam”.

La cerimonia dei “Reali di Norvegia” è stata la rappresentazione teatrale delle forme più tradizionali della ipocrisia che ha caratterizzato la fase al tramonto degli Stati Nazione. L’Impero Romano era di gran lunga più democratico e anticonformista.

Insomma sembra che si sia consegnato al Presidente degli USA (il “Cesare” di oggi) il premio Nobel per la Pace attribuitogli affinché egli vincesse la “guerra giusta”. Si è trattato solo di un errore di ambientazione scenografica, in realtà il “Costantino” del 2000 avrebbe dovuto ricevere il riconoscimento di “guerra giusta” e di “defensor fidei” a Roma in San Pietro dal Pontefice di Santa Madre Chiesa. L’unica autorità morale che si è conquistata la credibilità globale e l’ha conservata integra a partire dalla formalizzazione del “libera chiesa in libero stato”. Altra formula della saggezza civile di Roma Imperiale “ecclesia libera in libera patria”.

Copenaghen, altro Regno nordico, altra sceneggiata ricca di banalità ed ipocrisie. Va in onda l’assemblea mondiale contro un fenomeno ambientale “global warming” e contro il suo colpevole “man-made”. In uno spirito da vera e propria “caccia alle streghe” di stampo integralista da parte del “popolo dei fedeli” che lo scorso anno ha attribuito analogo Premio Nobel ad Al Gore ad Oslo come “defensor fidei” della neo-religione ambientalista. Un fideismo intollerante che ha perfino stigmatizzato come “negazionista” ogni opinione scientifica contraria e, per aumentare la credibilità dell’”ipse dixit” necessaria ad escludere dal dibattito ogni parere contrario, ha santificato Al Gore come summa mediatica attribuendogli ad Hollywood un Oscar per il documentario che illustrava un rapporto di un’agenzia delle Nazioni Unite sul tema dei cambiamenti ambientali (e non “climatici”). Ciò non ostante la maggioranza degli scienziati e studiosi della materia da Bjorn Lomborg (ex-ambientalista) a Nicholas Stern (tra i maggiori economisti studiosi della materia) non sia d’accordo neanche sul fatto che sia confermata l’esistenza di una fase di cambiamento climatico che (a cicli periodici ed a causa delle variazioni nelle emissioni solari) stia andando nel senso delle temperature del globo crescenti anziché calanti. Infatti manca una serie storica e scientificamente credibile di rilevazioni globali delle temperature che ci consenta un’affermazione fattuale in merito. Non esiste un termometro inserito sotto la concordata ascella che consenta al medico di accertare il sintomo con sicurezza. Inoltre si sta mettendo in piazza una vera e propria truffa comunicativa dei dati sottratti alla diffusione in quanto non in linea coi fini demagogici dell’eco-terrorismo alla Al Gore nel teatrino dell’accedemia delle “menti sottili” osannate dalla massa degli integralisti eco-religiosi. Questa non è “scienza” né comunicazione sociale “democratica”. Si tratta solo di “celebrazioni teatrali” di Rigoletti ospiti dei Sovrani “a la ancien régime”.

È chiaro che un conto sono le periodiche variazioni climatiche cui le radiazioni cosmiche sottopongono il pianeta Terra che non sono eventi di fronte ai quali ci si possa allarmare e di fronte ai quali comunque è giusto migliorare le nostre capacità previsionali per attrezzarci a conviverci con ogni risorsa di cui dispone l’animale uomo. Dalle migrazioni di massa alla variazione delle coltivazioni, degli impianti, delle soluzioni tecnologiche (ivi incluso eventualmente la colonizzazione di pianeti più ospitali qualora il nostro si venisse – e si verrà – a trovare assolutamente invivibile per la specie umana). Per questo conto occorre che il dibattito scientifico e divulgativo sia il meno inquinato possibile per informare non tanto sul piano politico ma sul piano dell’orientamento culturale che potrebbe indirizzare i futuri scienziati ad approfondire una materia (quella della climatologia) che è totalmente priva ancora di strumenti previsionali a carattere prescrittivo (tranne che per i filmati in diretta trasmessici dai satelliti di sorveglianza. Altro conto invece è il dibattere di ambiente cui tutti gli animali uomo debbono tenere se sani di mente, indipendentemente dalla situazione di riscaldamento o di raffreddamento periodici del pianeta Terra.

Ebbene anche in quel tema il dibattito sembra ricco di ipocrisie e banalità demagogiche. Se infatti fossimo tutti d’accordo che le emissioni termiche e di anidride carbonica fossero dannose per l’ambiente di vita più propizio all’uomo (e non è un “fatto” scientificamente condiviso), allora occorrerebbe che le “menti sottili” accademiche che guidano le masse isteriche degli eco-terroristi plaudissero all’uso massiccio dell’energia nucleare in sostituzione di quella termica classica fondata sui combustibili naturali. Ma soprattutto occorre che il dibattito non fingesse di avere “tre” fonti alternative di energia per la civiltà industriale. Infatti non è vero (in quanto non scientificamente commisurabili) che le fonti “rinnovabili” (sole, vento, maree) siano di pari costi, quantità e disponibilità nel tempo rispetto alla combustione termica (fossili o nucleari). Non è neanche vero che ricorrere al risparmio energetico sia di pari significatività rispetto alla dimensione delle esigenze della civiltà industriale. Né è vero (alla luce dei fatti scientifici e tecnologici) che le intuizioni di Tesla e dei fisici teorici diano una credibile alternativa affidata all’accelerazione della ricerca applicata per reperire fonti di energia assolutamente “alternativa” (quella della fusione nucleare per ridurne i costi e la diffusione e quella di Tesla per raggiungerne la “gratuità” pratica e risolutiva finale).

Se allora questa è la situazione risulta ipocrita e demagogico il “teatrino” eco-terrorista di tutti i “no-” (no-nuke, no-TAV, no-gassificatori, no-incineritori, etc.). Risulta evidente inoltre l’altrettanto ipocrita ed elitario “teatrino” dei demagoghi alla Al Gore che (sostenuti dagli interessi finanziari delle “sette sorelle” e dei gruppi industriali interessati a conservare il controllo del sistema industriale), predicano austerità e pauperismo col sostegno di Santa Madre Chiesa per ridurre la crescita dei danni.

Il progresso industriale e scientifico nascono per risolvere i problemi della carenza. È indubbio che oggi la carenza nel mondo industriale sia stata eliminata (abbiamo infatti critiche dei demagoghi e della Chiesa sul nostro “consumismo” di società affluenti!) e che l’industrializzazione globalizzata stia gradualmente estendendo l’”affluenza” a masse di derelitti afflitti da carestie fino a ieri (India e Cina). È anche chiaro che, predicare il pauperismo come soluzione a minacce di ecoterrorismo non scientificamente suffragate, porti a bloccare lo sviluppo industriale con conseguenze immediatamente deteriori (e politicamente insostenibili) al Sud prima che al Nord. Riservando il benessere solo ai sinedri delle “menti sottili” che recitano da novelli Rigoletti il loro ruolo tragi-comico alla corte dei novelli Ancien Régime dispensieri di sciarpe e orpelli come quelli che abbiamo visto di recente attribuire a Al Gore e ad Obama (entrambi democratici de-sinistra) coi loro bei Nobel (attribuiti dall’”Accademia”) e con gli Oscar (attribuiti dalle “menti sottili” dei buffoni di corte a Hollywood).