09/06/2010

Una introduzione storica all’Illuminismo ed alle relazioni con la Massoneria Universale

Grazie alla crisi in cui si è ridotta a dibattersi la ‘sinistra’ in Italia, stiamo arrivando a scoprire anche nel nostro paese ai noccioli originari della dicotomia politica in ‘Occidente’.

La dicotomia che rende ‘incompatibili’ con la civiltà ‘Occidentale’ i regimi che si ispirano a un integralismo etico nasce con l’ispirazione tollerante della civiltà greco-romana-cristiana che stabilì le fondamenta della liberal-democrazia in opposizione alle satrapie che avevano infestato l’orbe terracqueo fino alla nascita della civiltà ‘laico-religiosa’ di Roma Imperiale.

Col crollo della governance globale dello stato romano, nacquero gli Stati Nazione che abusarono di tutti i simboli di distinzione ‘locali’ per fondare su essi in modo stabile la propria legittimità politica ‘contro’ lo strapotere dell’autorità centrale simbolicamente indicato come avente sede in ‘Roma’; la suprema autorità in materie civili (l’Imperatore del ‘sacro romano impero’ - anche se di nazione germanica e residente a Pavia o in Aquisgrana) e la suprema autorità in materia etica (il Santo Padre e la sua Curia-Senato – anche quando residente a Viterbo o in Avignone). La lingua per essere capiti quando il ‘satrapo’ locale emetteva editti a fini fiscali o gli ordini ai suoi scherani di famiglia per condurre le azioni militari necessarie a tutelare ogni potere ‘regale’, la religione per uscire dalla ‘dualità’ dei poteri esistente in origine tra stato-e-chiesa come una sorta di check&balance sulla quale il potere civile aveva scarsa capacità d’interdizione e dalla quale ricavava le basi della legittimità della sua azione legislativa. Poche nazioni sono riuscite a salvaguardare l’originario criterio di Roma Imperiale nella loro ispirazione politica; la Confederazione Elvetica, l’Impero Austro-Ungarico e gli USA alle soglie della restaurata governance globale che sarà forzatamente ‘incompatibile’ cogli integralismi etici (comunista o islamico che esso sia) e con il multi-linguismo (che ghettizzerebbe ogni fonte di creatività produttiva che vi si richiudesse – cinese, araba o indiana che fosse il suo fondamento ‘culturale’).

L’esigenza di distinguersi e recuperare una legittimità ‘locale’ senza rinnegare le fondamenta ‘Occidentali’ di appartenenza obbligarono i ‘satrapi’ locali a combattere i vecchi poteri universali entrambi simbolicamente residenti a Roma e ad imporre con la violenza militare la serena convivenza civile che simbolicamente erano rappresentati da quei simboli della civiltà e che rischiavano di sopraffare le ambizioni ‘totalizzanti’ dei nuovi satrapi (vissuti come concettualmente anti-storici alla luce del progresso civile della Roma Imperiale – anche se regressioni consentite temporaneamente e localmente dal disgregarsi del potere centrale).

Dall’epoca degli Stati Nazione discendono tutte le regressioni settarie della civiltà ‘Occidentale’. Nazionalisti o ideologici, atei o religiosi tutti gli integralismi che si sono susseguiti nel lento e sanguinoso recupero della tollerante convivenza civile inaugurata dalla civiltà ‘Occidentale’ della Roma Imperiale tra i suoi più ‘diversi’ amministrati.

Gli Stati Nazione hanno attraversato tutti periodi più o meno brevi e dolorosi di satrapie illiberali e tutti lo hanno potuto imporre ai propri amministrati grazie all’eliminazione di qualsiasi autonoma fonte di potere alternativo; stampa organica, assemblee legislative, governi del re, religioni nazionali o ateismo di stato. Per prime subirono aggressione le istituzioni religiose per ridurle all’obbedienza al nuovo satrapo locale.

Al tempo di Roma Imperiale la tolleranza consentiva alla casta militare di armonizzare l’espressione della sua fede religiosa in specifiche ‘logge massoniche’ ante-litteram che organizzarono il culto di Mitra in tutto l’Impero. La separazione tra potere civile e potere religioso avvenne poi formalmente all’epoca di Costantino mentre la separazione ‘tra i poteri civili’ (legislativo, esecutivo, giurisdizionale) aveva già maturato i suoi diritti che, anche se dovette subire costanti aggressioni in epoca imperiale, restò un fattore solido e costante nella cultura civile ‘Occidentale’.

La casta militare ha sempre dovuto garantirsi il rispetto e la lealtà alla gerarchia indipendentemente dalla nazionalità, dalla lingua e dalla religione. Essa ha anche sempre dovuto stabilire su base globale il rispetto di codici etici nei comportamenti verso prigionieri, non-combattenti, inermi, feriti, ambasciatori, beni culturali e culto dei morti che formasse una sorta di contesto etico in cui potessero svolgere le operazioni belliche in assenza di mutuo rispetto umano. Essa quindi ha sempre dovuto rispettare la religiosità come elemento di peso pari se non perfino superiore per la civiltà di quanto non fosse la lealtà nei confronti dell’autorità civile sommo comandante in capo.

Il contesto soprannazionale di mutuo rispetto per le reciproche culture valse anche per la protezione degli stranieri in qualità di visitatori (commercianti, studiosi, pellegrini o esuli) sin dai tempi più antichi e venne incarnata in epoca imperiale cristiana dalla tutela dei luoghi sacri e dei pellegrini lungo i loro tragitti fino ai più illiberali e incivili regimi degli Stati Nazione (distruzione di immagini sacre, di luoghi sacri, di letteratura e di simboli che hanno caratterizzato l’era degli Stati Nazione).

È emblematico che questa forma para-massonica di infrastruttura militare soprannazionale sia stata uno degli elementi peculiari che ha integrato i comportamenti della marineria al di la degli interessi settari in ogni epoca anche nei più acuti conflitti armati tra Stati Nazione costituendo non solamente uno dei pochi elementi globali della civiltà ‘Occidentale’ sui mari con la carta dei diritti dei naviganti ma anche fondando una rete di logge massoniche in cui trovavano cittadinanza tutti gli ‘stranieri’ che visitavano le basi disperse nelle località più aliene del mondo. I carteggi massonici danno evidenza di questa sorta di ‘fratellanza’ che la massoneria è riuscita a conservare dall’epoca di Roma Imperiale attraverso le travagliate e incivili deviazioni dell’era degli Stati Nazione in coerenza con le ‘logge’ para-massoniche dei legionari nel templi di Mitra.

Il carattere di instabilità militare e di precaria sicurezza per gli scambi civili (culturali, mercantili e religiosi) unitamente al crollo della milizia imperiale quale preziosa infrastruttura tecnologico-organizzativa che era stata il sostegno centrale d’ogni altro patrimonio infrastrutturale della civiltà ‘Occidentale’ in epoca di Roma Imperiale, suggerì l’istituzione degli ordini monastici per assicurare continuità al capitale civile di Roma.

Gli ordini monastici dovevano risultare un patrimonio di diffuso interesse comune senza poterlo fondare più sul potere civile dell’Imperatore dapprima in costante crollo all’epoca delle invasioni barbariche e poi in costante sostituzione dai satrapi locali privi di potere globale e perfino spesso estranei ai valori fondanti del cristianesimo ‘cattolico’ di Roma.

Fu quindi naturale che gli ordini monastici nascessero sotto il ‘potere’ di Santa Madre Chiesa – l’unica che aveva conservato il suo carattere di legittimità soprannazionale – e che i loro beni secolari fossero dotati di piena autonomia rispetto ai rappresentanti locali del potere civile. I beni secolari degli ordini monastici erano il bene essenziale perché essi potessero svolgere le loro funzioni di tutela culturale e di diffuso servizio civile nell’interesse universale; senza limiti di nazionalità, lingua, fede, razza.

Nacquero così gli ordini monastici ospedalieri, conservatori della tradizione (luoghi sacri e beni culturali) e missionari (incarnazione di bibbia e vangelo nelle culture più aliene). Il patrimonio secolare che consentiva a questi ordini monastici di svolgere la propria missione istituzionale doveva essere tutelato dall’avidità che si sospetta possa animare gli stessi monaci che vennero quindi, con saggezza, distinti dal Pontefice di Roma da ‘preti’ e vescovi - cui era consentito sposarsi e trasmettere i beni in propria gestione ai discendenti col rischio di sottrarli a Santa Madre Chiesa – con l’adesione al celibato.

Da quel momento gli ordini monastici crebbero in dotazione patrimoniale grazie ai lasciti liberali e non via fiscale che i fedeli affidavano alla loro dotazione secolare. Gli ordini missionari hanno potuto diffondere in tutto il globo i principi della civiltà ‘Occidentale’ che è profondamente religiosa in quanto è profondamente rispettosa dei criteri della convivenza laica; fede in una ‘legge naturale’ trascendente le ‘leggi civili’ e fede come ‘incarnazione’ e ‘testimonianza’ della religiosità nel contesto e rispetto delle ‘culture’ e delle leggi civili locali. La ‘testimonianza’ dei martiri ha ‘convertito’ alla civiltà ‘Occidentale’ molto più di quanto non abbia fatto la colonizzazione manu militari di satrapi. Analogamente la ‘testimonianza’ dei maggiori contenuti di benessere e di libertà apportati dall’avvento del capitalismo-liberista tramite il libero mercato ha ‘convertito’ alla civiltà ‘Occidentale’ molto più di quanto non sia riuscito a fare alcuna vittoria sul campo delle liberal-democrazie rispetto ai sempre vigili integralismi religiosi, ideologici o nazionalisti.

Tra gli ordini monastici più ricchi e potenti figurano anche gli ordini di chiarissima ispirazione massonica (Templari, Maltesi, Rodigini, Teutonici, etc.) tutti ispirati a una profonda fede cristiana e alla adesione a riti iniziatici non difformi da quelli che ispirano in tutto il mondo analoghi ordini para-massonici sia in oriente che in occidente, sia nel mondo dell’esoterismo laico (massoneria anglosassone) o religioso (Gesuiti ed Opus Dei). La più spettacolare evidenza storica di laicismo para-massonico è incarnato nella storia dall’Ordine del Tempio fondato da laici dediti al celibato ed alla tutela dei luoghi sacri e degli ‘ospizi’ lungo i molti percorsi dei pellegrini dalle più remote località del mondo civile di allora verso la Terra Santa nel pieno rispetto anche degli ‘infedeli’ e ispirati da una ‘regola monastica’ stesa appositamente per i Templari da San Bernardo da Chiaravalle. Le loro attività come qualunque altra armata per tutelare i diritti, si sono intergrate con molti tentativi di strumentalizzare la missione dell’Ordine a sostegno di iniziative di puro carattere colonialista dei satrapi degli Stati Nazione che fornivano sostegno armato ma che erano ispirati da ragioni aliene alla regola di Sant Bernardo. Ma questo è l’inevitabile inquinamento che il potere secolare apporta alle finalità ideali di qualsiasi istituzione. Le relazioni diplomatiche, commerciali e culturali intrattenute dai Templari coi regimi esistenti nei vari paesi in cui insediavano le proprie strutture sono restate eccellenti così come le relazioni che i Templari intrattenevano con gli analoghi ordini esoterici di altre religioni (drusi, sufi, etc.). Molti Stati Nazionali dopo la dissoluzione formale dell’Ordine del Tempio in Francia conservarono integri i diritti delle sue gerarchie para-massoniche e dei loro beni modificandone solo talvolta la denominazione (in Portogallo i castelli templari sono restati integri fino ad epoca recente, a Rodi e Malta l’ordine monastico degli ospedalieri ha chiare affinità e derivazioni dai Templari, etc.). Ciò che tuttavia ha caratterizzato la vitalità degli istituti para-massonici in qualità di infrastruttura soprannazionale di enorme utilità per garantire la continuità dei principi universali della civiltà ‘Occidentale’ attraverso l’era deteriore ma obbligata degli Stati Nazione è dato dalla loro trasformazione dall’originaria Massoneria operativa (con la costruzione di strutture immobiliari ispirate alla religiosità ma aperte alla partecipazione non settaria in tolleranza laica – ostelli, ospedali, chiese, rifugi, etc.) a una forma di Massoneria speculativa (in cui le Logge accettano fratelli senza discriminazione che non sia un’intima religiosità e la tolleranza verso chi accetta di convivere in armonia nella società civile). Questa forma di Massoneria è stata inaugurata formalmente nel Regno Unito nel 1700 grazie alla peculiare esperienza storica vissuta da quello Stato Nazione al momento in cui ha potuto ridefinire i confini della propria sovranità nazionale senza tagliare i vincoli iniziatici della Chiesa Anglicana con Quella di Roman e grazie alla consolidata tradizione para-massonica della sua marineria in tutto il mondo. L’obbedienza della Massoneria speculativa alla ‘regola’ stabilita per le Logge in tutti i paesi del mondo impose principi tuttora da ottemperare per la legittimità operativa e i riconoscimenti soprannazionali; principi che garantivano la continuità con le tradizioni cui si ispirava la ‘fratellanza’ laico-religiosa sin da Roma Imperiale – con radici ideali e filosofiche anche delle più antiche scuole filosofiche ed arti sanitarie (Pitagora, Platone, Esculapio). La ‘fratellanza universale’ di ordine speculativo esplose in tutto il mondo ‘Occidentale’ che riconobbe nella sua filosofia le tradizioni più genuine e universali proprie della civiltà ‘Occidentale’. Le forme della ‘speculazione’ invasero ogni campo della cultura armonizzata dall’Umanesimo al Rinascimento a sempre crescenti livelli di tolleranza universale grazie all’Illuminismo che superava ogni confine settario grazie al riconoscimento che la ‘ragione’ umana (se ispirata da una profonda religiosità verso il Dio unico, trascendente e comune a ogni sua Creatura) riesce a comunicare ulteriori ‘lumi’ stimolando nei ‘diversi’ liberi spunti di riflessione atti a ‘illuminarlo’ nel suo autonomo e responsabile percorso verso l’auto-trascendenza. Si moltiplicarono Logge in tutto il Commonwealth e nei paesi che intrattenevano più saldi rapporti culturali e istituzionali in ogni Continente col Regno Unito (America del Nord, Australia, Oceania, India, Olanda, Scandinavia, etc.). Ma anche i paesi che avevano seppur difficoltosamente conservato fede nei principi ispiratori dell’universalità di Roma Imperiale aderirono in modo diffuso anche se più elitario alla Massoneria speculativa del 1700 (la Russia zarista e l’Impero Austro Ungarico nei quali i più sensibili ‘fratelli massoni’ sollecitarono a proprie spese una crescita culturale di grande universalità in letteratura, filosofia, arti figurative e in musica).

La frattura in questa obbedienza Massonica è avvenuta in occasione dell’intollerante regressione in Francia della cultura ‘illuminista’ da parte di ideologi settari e anti-clericali che, dopo la morte dei pensatori più celebri del paese, elevarono la ‘scienza’ ad unico strumento umano per la trascendenza e dichiararono ogni religione ‘oppio dei popoli’ utile solo per mantenere l’umanità nella più profonda superstizione, asserviti al potere clericale. Il passo consequenziale fu la negazione di Dio Creatore e la sua sostituzione con la Ragione eretta a divinità secolare al cui servizio solo la Scienza esatta poteva sperare di ergere sempre più alti Templi ricacciando nell’abisso la superstizione della ‘plebaglia incolta’. Questa visione elitista della civiltà liberal-democratica e della partecipazione alle Logge non era compatibile con la tradizione che aveva costruito la civiltà ‘Occidentale’ contro ogni arrogante settarismo e intolleranza religiosa. Il conflitto armato tra Regno Unito e Francia non estinse la regressiva deviazione dalla tolleranza universale all’autoritarismo laicista che si è riproposto in Europa, in Asia e nel Sud America cavalcando analoghi regimi intolleranti, settari e ateisti (comunismo, nazional-socialismo, fascismi, etc.). Ognuna delle deviazioni storiche che hanno replicato la frattura della Rivoluzione Francese sull’illuminismo umanista, rinascimentale e massonico, è stata costretta a cercare di soffocare la religione e le sue manifestazioni nella vita civile per non perdere la propria egemonia sui comportamenti ‘laici’ da loro interpretati in accezione riduttiva (laicismo=libertà dalla religione).

Come già all’alba degli Stati Nazione, il potere dei satrapi al vertice degli Stati Nazione non può tollerare l’autonomia dei poteri religiosi come avvenne al tempo degli ordini monastici alla nascita degli Stati Nazione e la loro avidità umana appetisce in modo sempre crescente di appropriarsi dei beni degli ordini stessi come avvenne al tempo del conflitto di interesse tra Filippo il Bello e l’Ordine del Tempio.

Il Pontefice di Roma fu posto di fronte al dilemma di cedere alla prevaricazione di Filippo il Bello o opporvisi scomunicando ogni satrapia nazionale col rischio di anticipare ciò che inevitabilmente sarebbe accaduto alla luce delle tendenza politiche in Europa. Il richiamo al Sacro Romano Impero era ormai sterile sul piano degli assetti ‘laici’ in corso di consolidamento e quindi la Chiesa di Roma, nella sua millenaria saggezza, aderì alla richiesta di dissoluzione dell’Ordine del Tempio coi risultati spettacolari e drammatici che ne derivarono.

Oggigiorno restano le scorie della Rivoluzione Francese (e di tutte le rivoluzioni sue emule nella storia della civiltà ‘Occidentale’) importate in ogni paese, per emulazione acritica o preconcetta, da intellettuali frustrati dalla loro impotenza ‘scientifica’ che li spinge ad aderire a sterili forme di intollerante anti-clericalismo o ad un ateismo fideista.

Queste premesse ‘storiche’ ci permettono di valutare la totale sterilità di una lotta alla Massoneria da parte dei movimenti politici più integralisti e di origine ideologica più settaria nel timore di perdere la loro ormai tramontata egemonia politica negli Stati Nazione coinvolti sempre più strettamente in un processo esogeno e inarrestabile; la globalizzazione industriale. L’internazionalizzazione industriale è stata promossa dal capitalismo-liberista che ha abbattuto gli ultimi argini alla estensione globale della civiltà ‘Occidentale’ che erano stati eretti al crollo dell’Impero Romano proprio dagli Stati Nazione in via di dissolvimento.

Una discussione sulla Massoneria e sulla sua distorta strumentalizzazione politica in Italia in occasione del cento cinquantenario della unità d’Italia condotta sotto le bandiere di una delle ‘signorie’ regionali che era maggiormente inquinata dalla dipendenza provinciale delle peggiori scimmiottature intellettuali radical-chic e deviazioni culturali dell’’illuminismo’ francese (ancora vivissime nei circoli dell’’intellighentia’ più magico-ateista massonica e ‘scientista’ in Piemonte) sarebbe certamente meritevole in occasione delle celebrazioni di fondazione del penultimo Stato Nazione. L’ultimo essendo forse Israele; i restanti nati dalla disgregazione degli imperi coloniali essendo totalmente privi di ragioni unitarie ‘nazionali’ interne ma ‘disegnati’ in modo artificiale dagli Stati Nazione europei al momento della loro smobilitazione su base di criteri geopolitici e di ‘potenza’ piuttosto che sulla base di accorpamenti etnico-tribali interni.

Una discussione ‘divulgativa’ del tema potrebbe rilevare l’intolleranza religiosa delle elite che costruirono a tavolino l’Italia contro la profonda fede delle popolazioni italiane ivi incluso il ‘popolo piemontese’; come è dimostrato dall’epopea di Don Bosco nella fondazione dell’Ordine Salesiano, contro le vessazioni delle elite e sostenuto da criminali e onesti ‘sudditi’ della corona che, come i belgi-valloni, erano solo una ‘enclave’ di provincia francese oltre i confini geografici caratterizzata da popolazione italiana sotto un regime feudale e filo-francese – non diversamente dalla Corsica.

Emergerebbe finalmente che la ‘massoneria’ già allora ideologicamente ‘deviata’ (anche nei suoi esponenti più profondamente ‘massonici’ come Garibaldi con le sue intraprese di liberazione armata dei popoli del Sud America - ma docile ospite, con Meucci, degli USA anglo-massonici) venne strumentalizzata a fini politici dalle elite intellettuali con ‘istituzioni segrete’ e rivoluzionarie (Giovane Italia e Carboneria) più affini alla tradizione anarchica che caratterizza da sempre la ‘provincia’ in Italia – dalla Romagna di Malatesta alla Toscana al Lazio e alla Campania e Calabria. Strumentalizzazione politica che si può forse riscontrare nella P2 – loggia riservata con finalità politiche. Strumentalizzazione forse comprensibile alla luce del carattere autoritario dei regimi susseguitisi in Italia nei secoli ma certamente non condivisibili dallo spirito massonico storicamente più ortodosso se si pensa che erano fratelli massoni personaggi schierati su opposte fazioni in politica come, anche di recente, è avvenuto nel corso della guerra civile in Spagna o in Cile ove sia Pinochet che Allende erano Massoni.

Emergerebbero poi in modo più eclatante le differenze liberali ed elitarie che ispirano le due visioni dello spirito massonico dalla frattura creata dalla Rivoluzione Francese. Lo spirito tradizionale della Massoneria anglo-americana sottolinea la ‘libertà dallo stato’ come un dovere che i privati si assumono nei confronti del pubblico interesse frequentandosi in Loggia indipendentemente dalla loro appartenenza a una ‘religione’ ma nella rigorosa adesione a una fede religiosa. Dalla frequentazione in Loggia nasce una reciproca fiducia e la comune convinzione che sia la ‘fraterna solidarietà’ a doversi fare carico individuale dei problemi più gravi della comunità rifiutandone ogni burocratizzazione e fiscalità di stato; fonte di pericolosa perdita di libertà.

Sono nate così istituzioni altamente umanitarie e totalmente private come Alcolisti Anonimi in cui dodici Fratelli ubriaconi hanno avviato un’efficacissima metodica di auto-educazione di gruppo che rifiuta apporti di stato e fiscali nel suo lavoro di successo mondiale. Anche associazioni a fini umanitari come i Rotary, i Lions o i Kiwanis sono nati da iniziative massoniche che collegano i più volonterosi operatori industriali dei vari circondari che discutono in spirito massonico la loro disponibilità a finanziare iniziative umanitarie e culturali capaci di stimolare il diffondersi dello stesso spirito liberal-massonico nella comunità liberandola ulteriormente dalle pericolose intromissioni dello stato per assumere la responsabilità della convivenza tra i privati che formano le comunità locali realmente libere e orgogliose della propria libertà.

In paesi inquinati da visioni scientiste, elitarie e stataliste invece tutte quelle istituzioni originariamente nate nel mondo anglo-sassone su iniziativa massonica sono state ‘deviate’ come status symbol di appartenenza a ‘circoli dei migliori’ in cui si entra per cooptazione su criteri che contraddicono lo spirito originario. Si tratta di indossare una spilletta come il mostrare la croce di cavaliere o quella di commendatore – o di acquistarne il diritto versando quote agli interlocutori più appropriati.

Sono tutte manifestazioni della deviazione statalista che ha inquinato la Massoneria anglo-americana dopo la frattura della Rivoluzione Francese al filo rosso che ha guidato la crescente liberazione delle masse con le fasi dell’umanesimo, del rinascimento e dell’illuminismo creando le premesse dell’attuale globalizzazione fino al momento della nefasta crasi creata nella civiltà ‘Occidentale’ dal 1789 e terminata nel 1989.

Benvenuta sia una riflessione sulla Massoneria Universale da parte dell’ultimo erede dell’inciviltà dell’’800.