09/06/2009

Standard legale globale

Il professor Pelanda ha illustrato con estrema sintesi e chiarezza su ‘il Foglio’ del 9 Giugno la proposta annunciata da Tremonti di un nuovo standard globale in sede G8. Il timore di Carlo Pelanda è che la proposta pienamente accettabile qualora fosse dotata di realismo strategico (e cioè se mirasse a rafforzare l’occidente per contenere l’emergente potere dei Paesi dell’Asia), possa risultare utopica e deteriore qualora cercasse di compattare un’identità dei Paesi del G8 ‘contro’ le decisioni USA assunte in ambito G2 con la Cina.

Sono personalmente convinto che tale timore sia infondato in quanto si tratta di proposte di tipo individuale che quindi corredano con la luce d’una logica geo-politica di inequivocabile lucidità la pur complessa struttura sistemica delle relazioni internazionali.

Ritengo pertanto che i timori di Pelanda di ispirazioni alternative al più solido pragmatismo che possano suggerire Tremonti (in sicuro accordo col premier Berlusconi) a esporsi in ambito G8 non possano avere alcuna possibilità di affermarsi nel contesto globalizzato in cui vengono esposte.

Infatti, come ho cercato di esporre sul sito ‘Occidentali’ subito dopo i risultati della recente tornata elettorale, tutto ciò che muove le iniziative di Berlusconi (che oltre ad essere patron di Tremonti è certamente anche l’unico personaggio italiano dotato di reale autonomia in termini di decisioni prospettiche e di esperienza adeguata a ricercare una propria collocazione futura internazionale sia in economia che in politica) nello scenario politico nazionale ed estero sia saldamente ancorata ai criteri del pragmatismo.

Ciò rende ‘giustificate’ (cioè logiche e coerenti) sul piano tattico tutte le scelte che gli impegnano in modo stupefacente ogni energia personale.

Infatti credo che la ricerca di Berlusconi (e la proposta concordata con Tremonti ne è segno) di ricavarsi un proprio ruolo personale nel nuovo ordine globale parta dalla convinzione di totale buon senso che egli non possa sperare di fondarne la solidità sull’economia industriale italiana ma che, la tradizionale fedeltà dell’Italia all’alleato USA, possa ricavare un ruolo di protagonista proprio come determinato sostenitore di una maggiore integrazione tra economia USA e dell’UE.

Ogni iniziativa internazionale (a partire dall’evento di Pratica di Mare fino agli incontri triangolari da lui ospitati nelle sue residenze private tra i leader di Italia, USA e Russia) gli ha guadagnato un’immagine credibile di mediatore tra gli interessi economici di tre protagonisti certamente ‘Occidentali’ (Russia, USA e UE). Si tratta d’un ruolo assolutamente personalizzato a misura del ‘tycoon’ e ‘premier’ Berlusconi che, se egli morisse o rinunciasse a portarlo a compimento, non potrebbe essere raccolto da Tremonti, Fini, Bossi, D’Alema o chiunque altri potesse astrattamente aspirare a farlo.

Credo analogamente che il carattere coerente di ‘patto d’acciaio’ in politica interna tra Bossi e Berlusconi serva ad assicurargli altrettanta insostituibile permanenza sulla scena italiana finché non sia maturo il tempo (obiettivo strategico) di essere chiamato dall’estero (il Parlamento Europeo con le sue nuove e maggiori prerogative istituzionali) a ricoprire una carica adatta a condurre a termine il disegno da lui lentamente, coerentemente e caparbiamente costruito: la Presidenza della Commissione Europea (ma dotata dei nuovi e più efficaci poteri di Presidente Europeo).

Infatti disinnescato il meno pericoloso aspirante al ‘delfinato’ (Gianfranco Fini), la logica coerente di Berlusconi lo conduce a istituzionalizzare la ‘dualità politica’ di PdL e Lega Nord in modo che risulti assolutamente conveniente per entrambi. Un partito di lotta-e-di-governo (la Lega) che riesce a clonare il suo modus operandi con gradualità nell’ambito di tutte le multiformi ‘economie locali’ gli assicurerebbe un partner capace di crescere politicamente nel ruolo di ‘lobby interna’ al duetto a beneficio delle economie regionali e provinciali caratterizzate da resilienza e scarsa mobilità e quindi estranee alle sue capacità e aspirazioni di primo-tycoon Europeo (da qui tutte le sue spese personali per accattivarsi le simpatie personali di leader europei e extra-europei che gli possano appoggiare l’aspirazione a primo Presidente Europeo a misura del nuovo ordine globale in fieri. Il ‘suo’ PdL sta crescendo sulla base di giovani che si faranno le ossa negli anni a venire e che non potranno né minacciarne il premierato politico, né sottrargli ogni appoggio personale per la successiva tappa di premierato in Europa.

Tutte le considerazioni esposte non possono fare altro che rendere ‘logica’ la alternativa da lei suggerita di spirito pragmatico strategico della proposta tremontiana di ‘standard legale globale’.

Tra l’altro dubito che si possa sostituire il peso di Cina e USA (il G2) come protagonista assoluto del nuovo ordine globale e non tanto perché la Cina possa disporre di strumenti di ricatto rispetto agli USA (infatti la sua crescita economica dipende dalle relazioni industriali maturate con gli USA e le sue riserve in dollari USA subirebbero tracolli qualora dovesse fallire una decisione concordata tra i due del G2) ma perché occorre che i consumatori crescano per alimentare la domanda sul mercato globale (e chi potrebbe sostituire i tre miliardi di affamati che vivono in Cina e India?). Ogni proposta di Tremonti che sia estranea all’integrazione interna dei paesi del G8 nel pieno rispetto delle decisioni del G2 sarebbe ovviamente poco credibile perfino in ambito UE (dai Paesi nuovi aderenti a quelli ‘euro-scettici’ che hanno votato di recente), si immagini in ambiti in cui l’Italia viene vista come una simpatica ‘disneyland’ che ha il solo merito di ‘ospitare’ il Pontefice di Roma.

La Russia deve vendere il suo petrolio per poter crescere di reddito e gli unici consumatori credibili e rapidi del suo petrolio che non siano ‘alieni’ rispetto alle aspettative sociali dei suoi cittadini sono le industrie dell’UE.

Arabi, Sud Americani, Indonesiani e altri inquilini del G20 non sembrano costituire un interlocutore di peso nella definizione del nuovo ordine globale.

Stiamo tranquilli la proposta di Tremonti è pragmatica e aderente alla strategia di aggregazione di volontà politiche in ambito G8 finalizzate a sostenere il ruolo di una UE ‘ponte’ tra Asia e USA nell’occidentalizzazione completa (che cioè aderisca ai criteri istituzionali e politici del capitalismo-liberista dapprima e della liberal-democrazia successivamente) del globo. È solo in quest’ottica che la straordinaria leadership (carismi e stile di comunicazione) di Silvio Berlusconi potrà esprimere con successo le sue capacità di azione e il suo potenziale di creatività costruttiva e pragmatica di un sogno: la civiltà ‘Occidentale’ globale.