08/09/2009

Sanità e servizi “erga omnes”

La soluzione al problema di un servizio sanitario nazionale non è di natura medico-farmaceutica bensì di carattere assicurativo-finanziario.

Per rendere compatibile col reddito nazionale l’accesso universale ai servizi di questo tipo occorre infatti por mano ad una progettualità di assistenza suddivisa per fasce di assistenza in priorità e grado gerarchico commisurato al tipo di rischio di morbilità, al costo del danno e al rischio di truffa assicurativa.

Per rendere compatibile invece col reddito spendibile pro-capite la sostenibilità dei premi assicurativi occorre articolare l’assistenza ai tipi di morbilità sulla base del criterio di minima incidenza dei servizi non-sanitari (ospitalità del ricovero, durata della degenza pre- e post- intervento sanitario, servizi di analisi, servizi para-medici, servizi riabilitativi post- intervento sanitario) su quella di carattere strettamente sanitario (esami di anamnesi, diagnosi, prognosi, definizione dei protocolli preventivi, terapeutici, chirurgici, di intensive care, di impianto delle protesi).

Per contenere i costi complessivi di gestione dei servizi occorre infatti strutturarne l’organizzazione in modo da minimizzare la presenza sul territorio delle risorse più specialistiche nel livello di qualità e disponibilità necessario per garantirne l’impiego sulla base del criterio di massimo ammortamento e di corredare quella distribuzione di centri sanitari con centri di ospitalità e servizi non-sanitari ma destinati alla ricettività e ai servizi preparatori e successivi all’erogazione delle prestazioni più strettamente sanitarie i cui costi siano mirati a consentirne la fruizione a una vasta gamma di reddito individuale senza necessariamente incidere sulla qualità complessiva dell’assistenza sanitaria assicurata.

Le risorse più specialistiche (personale, apparati, impianti) devono quindi essere distribuite sul territorio col criterio di costituire una rete gerarchica di costi e di massimo impiego operativo. Tale rete gerarchica deve quindi comporsi di due reti di servizio in reciproca sinergia operativa: la rete dei centri strettamente sanitari e la rete infrastrutturale logistica.

La prima delle due reti ha come vincoli la presenza sul territorio per assicurare tempestività dei servizi a-misura della distribuzione statistica dei rischi delle evenienze dei vari tipi di morbilità sanitaria in chiave di curarne la prevenzione primaria e secondaria. Ciò al fine di ridurre l’esigenza degli interventi che non si possono programmare (emergenze, epidemie, urgenze, imprevidenze) e l’inadeguatezza di assistenza da parte dei servizi locali. Due fattori che compongono i maggiori pericoli di perdita dell’integrità dei pazienti, la perdita di efficacia dei servizi sanitari e l’aumento dei costi complessivi per contrastare ogni forma di morbilità.

La seconda rete ha come compito la disponibilità adeguata di materiali e di impianti che consenta alla rete dei centri sanitari lo svolgimento a tempo pieno della gerarchia dei servizi e la loro programmazione di gestione delle risorse e dei trasporti degli utenti presso i centri del servizio sanitario in modo appropriato in tempi e specialità del servizio.

Le due reti quindi devono risultare reciprocamente fasate per rispettare l’adeguatezza dei due tipi di servizio in funzione della probabilità di evenienza dei rischi di morbilità. La rete di comunicazione interna alle due reti e tra di esse deve quindi risultare aggiornata e reattiva al mutare della struttura di probabilità dei rischi con il mutare della situazione sul territorio ed al mutare delle associate necessità dei servizi sanitari e para-sanitari con l’evolvere del potenziale di servizio offerto dal progresso scientifico e tecnologico.

Una banca-dati-Sanitari e un’associata banca-dati logistico-sanitari sono i due elementi iniziali necessari per illustrare la struttura dei rischi sanitari ed associarvi le capacità di servizio sul territorio. Queste banche-dati saranno poi soggette ad essere aggiornate periodicamente sulla base delle rilevazioni sia delle adeguatezze di servizio sanitario sia del mutare delle richieste operative di domanda di assistenza e di erogazione dei servizi. Si tratta di banche-dati ad aggiornamento dinamico che migliorino le capacità globali del sistema di riuscire a prevedere ed a prevenire le situazioni di urgenza/emergenza, cause maggiori dei disservizi, delle carenze e dei bassi livelli di impiego delle risorse disponibili. Al fine di strutturare sempre meglio la distribuzione dei rischi di morbilità, delle abilità previsionali e migliorare quindi l’efficace contenimento delle urgenze tramite servizi periferici di prevenzione primaria e secondaria, occorre partire dalla conoscenza sulle esposizioni ai rischi che presenta la distribuzione degli utenti sul territorio e le associate incidenze storico-sanitarie delle morbilità. Esposizioni al rischio storiche (genetiche, ambientali, igieniche, comportamentali), o contingenti (affollamenti, periodicità, epidemie, inquinamenti).

Una volta strutturata la gerarchia dei rischi, se ne può valutare le associate necessità di servizi alternativi e di dotazioni dei relativi centri sanitari. A questo punto possono essere definite le procedure assicurative che regolamentano i comportamenti degli utenti a fronte dei protocolli di assistenza sanitaria programmata e possono essere stimati i costi del servizio globale a fronte della struttura delle esposizioni a rischio ed ai costi derivanti dal loro mancato contrasto.

Essendo il servizio a copertura erga omnes se ne può prevedere la copertura assicurativa globale ma è necessario prevederne una composizione sulla base di un insieme di bonus/malus e di franchigia al fine di esercitare sugli utenti del servizio un incentivo ad assumere comportamenti sempre più adeguati al successo dell’assistenza sanitaria. Per organizzare la struttura delle polizze su questo criterio e poter garantire l’erogazione contemporanea di certi servizi più onerosi erga omnes, è necessario ad impostare la struttura delle polizze sui collaudati criteri della ‘logistica A-B-C’ in campo industriale e militare.

Il concetto base della logistica A-B-C è che, finita l’era dei servizi fondati sulle ‘botteghe artigiane’, in ogni comparto applicativo. L’industrializzazione impone di creare un’organizzazione infrastrutturale idonea a sfruttare il maggiore valore aggiunto che il progresso delle conoscenze scientifiche e tecnologiche ha apportato al potenziale di servizio della vecchia struttura di isolate botteghe artigiane.

Le conoscenze scientifiche e le innovazioni tecnologiche hanno spinto verso una crescente diversificazione dei servizi specializzando sempre più i tradizionali artigiani. Il know how del comparto si è arricchito di procedure capaci di assicurare una maggiore quantità di servizi e di capacità di integrarne sinergicamente le prestazioni per concorrere ad erogare un più elevato livello di qualità di servizio agli utenti finali. Se la fase industriale vuol riuscire ad esaltare questo maggior valore aggiunto potenziale estendendone così alla più ampia fascia di mercato la accessibilità, occorre che si implementi preliminarmente una rete infrastrutturale capace di consentire alla vecchia struttura di botteghe artigiane di integrare i propri servizi e di raggiungere gli utenti finali con la migliore efficienza ed abbattimento di costi permessi dal progresso raggiunto.

Ciò accade in ogni comparto di industria, anche in tema di servizi sanitari, come è già accaduto in molti altri comparti agricolo, manifatturiero e distributivo, il progresso che abbiamo ormai raggiunto non riesce ad evidenziare nella pratica quel salto di qualità potenzialmente possibile in termini di rapporti tra costi e benefici trasferiti all’utenza finale più vasta e diffusa solo per la carenza di un duplice sostegno al proprio potenziale di servizio. Duplice servizio che potrebbe consentire di offrire agevole e appropriata integrazione tra le prestazioni specialistiche in cui queste si sono ormai venute articolando oltre a una più accessibile disponibilità di risorse tecniche a-misura della dispersione degli utenti finali, delle caratteristiche peculiari dei loro rischi di morbilità e del loro reddito pro-capite che permettano così di definire una programmazione sostenibile per il reddito globale e remunerativa per il reddito degli addetti e delle aziende che curano le varie prestazioni. Una programmazione capace quindi di migliorare gradualmente per estendere i servizi al di là dei confini geografici alla luce delle migliorie permesse dal progresso scientifico e tecnologico.

Il concetto-base di ogni servizio erga omnes compatibile con il reddito complessivo disponibile e con un accesso consentito indipendentemente dal reddito pro-capite degli utenti è che esso impone di erogare a tutti eguali servizi imponendo però l’attribuzione di alleggerimenti dei premi assicurativi per chi aderisce a comportamenti virtuosi aderendo ai protocolli assicurativo-sanitari previsti e responsabilizzando tutti gli assicurati penalizzandoli con bonus/malus sui premi per incentivarne l’educazione a tenere comportamenti virtuosi sotto il profilo dell’integrità psico-fisica sia individuale che di gruppo.

Questa visione ingegneristico-infrastrutturale è applicabile non solo nei Paesi emergenti ove manca un servizio sanitario nazionale ma anche nei Paesi ove esso esiste ma in cui la struttura geo-politica non rende redditizio al sistema di libero-mercato di offrire servizi alle comunità più periferiche e disperse (isole, località remote, territori desertici e montani). In quei Paesi occorrerebbe tuttavia negoziare la transizione dal vecchio sistema elitario di libero-mercato vigente al nuovo erga omnes (ma compatibile nello spirito del liberismo- capitalista) con le lobby consolidate medico-assicurative, chimico-farmaceutiche e degli elettro-medicali. Questo è l’unico approccio che potrebbe concordare Obama negli USA per programmare nel tempo una transizione del sistema privato attuale ad un assetto sempre privato ma capace di ridurre i propri costi globali e riducendo i profitti pro-capite per accrescere il reddito complessivo raccolto estendendo la base degli utenti assicurati. Un accordo di scambio garantito dal governo federale purché esso non si intrometta in modo diretto nel mercato distorcendone la competitività tra aziende e istituti assicurativi addetti. Soluzioni diverse prima di condurre fuori del criterio liberale-capitalista troverebbe ostacoli industriali, professionali e di consenso politico che lo condurrebbero, nella migliore delle ipotesi, al fallimento.