08/04/2008

‘Gioco di Borsa Valori’

 

Le ‘battaglie’ di Pelanda sono battaglie realmente liberali e spesso solitarie non tanto perché siano pochi i liberali ma perché pochi sono tra loro quelli che accettano di essere classificati tra gli ‘imbecilli’ (in-baculum dei latini significava solo debole in materia e costantemente bisognoso di cercare un appoggio per non cadere) ma responsabili delle proprie scelte rispetto a quelli che invece preferiscono ritenersi addottorati e tuttavia bisognosi di ricevere tutela dallo Stato.

Dio ci scampi cercare tutela nello Stato (soprattutto se popolato dai falliti nelle loro professioni di origine come sono i leader politici in tutti i Paesi del globo) è come chiedere protezione alla mafia contro la rottura delle proprie vetrine.

D'altronde, se si accettasse in astratto che esistesse qualcuno più onesto e paterno capace di tutelare dal rischio di scegliere e di vivere, dovremmo anche accettarne i lumi in materia di scelte di governo ed elettorali che ci impedisse di scegliere male nel segreto delle urne (cosa che tra l’altro avviene smentendo la costituzione fondata sul lavoro e sulla sovranità popolare).

Infine se mi si lascia ragionare ad alta voce da vero imbecille presuntuoso quale sono orgoglioso di professarmi, ‘giocare in borsa’ è né più né meno come ‘giocare d’azzardo’ in qualsiasi altro campo. Se si vuole sperare di vincere molto occorre puntare sui puledri meno noti e dunque più soggetti a rischio per quanto concerne le previsioni (altrimenti non si va a ‘giocare d’azzardo’ ma si va a prendere una sana boccata d’aria immersi nel mondo dell’ippica). Se invece si vuole giocare sul sicuro occorre puntare sui titoli ‘sicuri’ che non possono riservare sorprese né in negativo né in positivo.

Se delegassimo a qualche ‘esperto’ il compito di liberarci dal rischio delle scelte di investimento occorrerebbe (sperando che egli fosse ‘onesto’ e disinteressato) accettare che egli si trattenesse una congrua ‘provvigione’ onde evitare che cercasse maggiori compensi presso le aziende (o da parte di esse) i cui titoli egli valuta (prima) e ci propone (poi). Ora tutti gli imbecilli sanno per pregiudizio accumulato dalle sue generazioni precedenti (il famoso ‘scettico buon senso’) che delegare a qualcuno i propri rischi è pari a ridurre i margini dei propri profitti (qualora gli investimenti siano andati a buon termine) e a sostenere totalmente il peso degli eventuali fallimenti (quando gli investimenti ‘suggeriti’ siano andati male). È come l’avvocato che ci patrocina in tribunale: “qui li bastoniamo, …. qua invece ti bastonano”.

Ora pagare qualcuno (quindi rinunciare ad una quota dei nostri potenziali guadagni) perché egli nella migliore ipotesi ci suggerisca di ‘non giocare’ in borsa senza peraltro compensarci per eventuali (suoi) errori mi sembra totalmente ‘idiota’ (ben peggiore status rispetto a quello di noi ‘imbecilli’). Infatti nella suddetta migliore delle ipotesi i nostri risparmi individuali, una volta ‘raccolti’, verrebbero investiti a basso rischio (e bassisima remunerazione) con margini di profitto appena superiori a quelli dell’inflazione mentre la loro massa servirebbe agli ‘esperti’ (e alle aziende i cui titoli essi studiano ‘in scienza e coscienza’) per finanziare le iniziative di ‘maggiore rischio’ (e quindi ‘speculative’ nobilissima parola che ha concorso a promuovere lo sviluppo industriale, tecnologico e scientifico della nostra<povera umanità di imbecilli) con una generazione di profitti assolutamente superiore a quella del tasso di inflazione (e di rischio dei cambi valutari).

Chi vuole ‘giocare in borsa’ da imbecille invece di ‘delegare agli esperti’ di scaricarci sulle spalle i rischi appropriandosi dei potenziali maggiori profitti …. metta il dito qui sotto (si diceva da bambini).