23/02/2008

Attendendo la Bad Godesberg italiana (Aprile ’48-Aprile’08)

Nulla è cambiato nel corso dei secoli in Italia nel fare politica, chiunque ritiene di trovare facile consenso politico ergendosi a paladino dei ‘laicismo’ dello stato con allocuzioni da sprovveduto alla Cola di Rienzo. Raccogliendo messe incredibile di plausi da parte delle ‘sinistre’ (da quelle estreme sostenitrici della ‘disobbedienza civile’ dei centri sociali, delle occupazioni e delle spese proletarie – Carusi vari – fino a quelle più intellettualmente attrezzate dei Capezzoni che collegano ‘esternazioni’ prive di senso culturale a ‘quadri strategici’ che segnano il discredito della ‘sinistra’ da sempre).

Un primo risultato della ‘bagarre’ è che i sindacati hanno raccolto ulteriore discredito presso la pubblica opinione in quanto non sono riusciti ad evitare a uno strimpellatore quasi sconosciuto di impadronirsi del ruolo chiave in una loro manifestazione unitaria.

Un secondo risultato è di avere creato un’inutile ulteriore fonte di discordia nell’ambito della sinistra stessa discreditando anche la presunta unitarietà della trimurti paleo-industriale (e di conseguenza nell’ambito del costituendo partito democratico che del sindacato si vorrebbe avvalere per conservare in piedi la vetero-politica dei redditi di infausta memoria di Visentini e Carli – Moro-LaMalfa e consociativismo).

Di entrambe le conseguenze dobbiamo ringraziare l’improvvido oratore sia che si sia di sinistra o di destra. Infatti queste costanti e indesiderate ‘martellate’ costringeranno le ‘sinistre’ a svolte tardive (Bad Godesberg italiana) senza le quali nessun partito democratico riuscirà a liberarsi delle sue radici ottocentesche ed anti-fasciste che ne inibiscono l’adeguamento alla realtà della travolgente e irrefrenabile globalizzazione.

Ma al di là di questi risultati positivi occorre riscontrare come ancora in Italia ‘laico’ significhi ‘ateo’ o quantomeno ‘agnostico’. Infatti sembra che in Italia De Gasperi non sia riconoscibile come ‘laico’ non ostante la sua condotta esemplare di libertà nelle decisioni politiche. Né lo possa essere il Gran Maestro della Massoneria Giuseppe Garibaldi che, di spirito carbonaro, rivoluzionario e repubblicano, ebbe tuttavia l’intelligenza politica del gesto di Teano e dell’accettazione del laticlavio. Né possa esserlo un eccellente sindaco di Roma come il massone Nathan che era fedele in sinagoga. Potrei portare molti altri esempi di laici seri a me ne astengo per ragioni di tempo di lettura.

In Italia per dimostrare di essere ‘laici’ occorre esternare ‘contro’ la Chiesa di Roma auspicando di ‘finalmente potersene liberare’ (magari dicendo cose inesatte o totalmente distorte) o addirittura occorre ‘bestemmiare’ (come avvenne con Mastelloni alla RAI e in molteplici altre occasioni più recenti). Salvo poi legiferare contro offese alle religioni (purché diverse da quella cristiana).

La conseguenza di una tale pochezza culturale a base dell’essere di sinistra si evince dalla crescente credibilità che ne risulta per la Chiesa di Roma. La pubblica opinione ‘trasversalmente’ simpatizza col Vaticano e la Chiesa Cattolica proprio in quanto riconosce l’abissale baratro che separa la qualità intellettuale dei rappresentanti religiosi anche quando tratta tematiche ‘laiche’ (non cito esempi che mi sembra sia più che evidenti ai Suoi lettori) rispetto alla nullezza delle ‘menti sottili’ di sinistra che nel migliore dei casi si presentano con un filosofo narcisista e arrogante o con una cosmologa di ‘religione atea’. Tale nullezza del sostegno di ‘menti sottili’ è una costante in Italia ed ha condannato da sempre alla subalternità della politica italiana alle potenze straniere o all’essere ‘organica’ alle strategie della Chiesa di Roma. Una strategia così potentemente basata su solida visione geo-politica (della Curia a maggioranza schiacciante fino ad oggi di italiani) da riuscire ad adeguarsi con debito anticipo al mutare dei contesti anche senza disporre di proprie ‘divisioni’ – mi riferisco a quel cretino di un satrapo georgiano che ha guidato il più perverso ed illiberale regime totalitario del secolo scorso).

È proprio vero in Italia non impareremo mai. Invece di selezionare oculatamente chi ha diritto ad essere eletto e a parlare in pubblico apriamo l’accesso all’insegna di una mal compresa uguaglianza democratica anche ai più cretini. Anzi come ben sa chiunque abbia frequentato la nostra ‘politica’ sono proprio i più cretini a venire scelti come consulenti e fiancheggiatori dei ‘leader’. Infatti se un leader ha un livello di intelligenza diciamo pari a 100 sceglierà come collaboratore o riporto uno con intelligenza non superiore a 80. Per non rischiare di vedersi scavalcato o comunque di vedersi opporre ragionevoli e basate obiezioni a scelte demagogiche e perdenti. Questo processo obbliga a ridurre la competizione tra migliori ergendo una sorta di ‘legami di cosca’ impenetrabili ai nuovi arrivati (vedasi il ‘caso Berlusconi’). Opportune leggi tutelano gli interessi di cosca e falsi approcci democratici (leggi ‘consociativismo’ e ‘programmazione dei redditi’) legittimano quelle tutele trasformandole in veri e propri ‘privilegi’ (addirittura ereditari come dimostra leggere tra i politici, i giornalisti, i sindacalisti e perfino i docenti accademici il ripetersi dello stesso cognome). Abbiamo inventato in Italia la ‘via democratica all’aristocrazia ereditaria’. La conclusione è che la successiva generazione di ‘leader’ politici sarà di livello 80 e si sceglierà collaboratori di livello 60 per le ragioni suddette. Conducendo all’assenza di competitività del ‘sistema Italia’ in ogni settore.

Poi parliamo male della mafia e sminuiamo il potente apporto dell’astuzia italiana alla sopravvivenza (al ‘tengo famiglia’).

Di tutto ciò io non mi scandalizzo né lo pavento. Infatti Santa Madre Chiesa ha garantito la sopravvivenza nei millenni della centralità di Roma e la conservazione della credibilità per tutto ciò che essa rappresenta nel mondo. Di ciò vado anzi orgoglioso. Solo non capisco per quale motivo non ci limitiamo a mettere a frutto questo dono che la storia e la natura ci hanno gratuitamente elargito senza dover continuare a sprecare energie in un gioco a perdere e frustrante come quello di creare partiti, investire in industrie, creare deficit di bilancio per appagare le legittime esigenze di chiunque ‘tenga famiglia’.

Come mi disse un alto ufficiale in visita a un impianto di assoluta eccellenza cui avevo contribuito e che rappresentavo sostenendone la scelta come standard in sede soprannazionale (che aveva ahimè condotto la sua visita in occasione di scioperi generalizzati, arresti di treni ad alta velocità di altissima qualità, assenza di informazioni da parte di chicchessia cui ci potessimo rivolgere, assenza dei servizi di ristorazione dopo le lunghe attese in treno, ‘sussidiarietà’ di volonterosi villici che salivano sul treno offrendo mozzarelle, salame e vino, etc. etc. – in breve la normalità delle strutture in Italia): ‘perché vi ostinate a lavorare, fate pagare un biglietto di ingresso a ogni turista che entra in Italia, organizzatevi in attività folcloristiche locali per intrattenere gli ospiti lungo tutto l’arco dell’anno: come a Disneyworld’. Vivreste senza fatica ciò che ognuno di noi aspira a ottenere dopo una lunga lotta competitiva in altri Paesi meno benedetti dall’Onnipotente!).

Credo sia stata la migliore sintesi dei ‘grandi successi del ’68 in Italia’.