02/05/2008

Eterno infantilismo delle 'sinistre' in Italia

Temo che in Italia, dopo il recente sconvolgimento elettorale, stiamo per
assistere ad un comportamento che è stato una costante delle ‘sinistre’ in ogni
epoca; il rifiuto della ragionevolezza politica a beneficio del ‘ribellismo’
all’insegna di un astratto ‘tutto e subito’. Senza una sinistra ragionevole e
quindi capace di assumersi credibili ruoli di governo del Paese (e non di
nicchie di ‘economie locali’ come è avvenuto nelle ‘regioni rosse’) il Paese è
destinato a restare emarginato in quanto non competitivo sullo scenario geo-
politico internazionale cui siamo obbligati sia per ragioni di strategia
politica sia per l’impossibilità di chiudere il proprio sistema produttivo
industriale in un ambito ‘autarchico’ (cfr. l’Italia ‘fascista’ o la attuale
Cuba). Siamo un Paese ‘trasformatore’ sul piano manifatturiero e ‘turistico’
per dono storico e naturale. Ciò che sta avvenendo ‘a sinistra’ è l’ennesimo e
auto-punitivo rigetto del ‘migliore’. Veltroni è stato (magari
involontariamente e per pura ‘fortuna storica’ più che non per meriti personali
– ma ciò è puro tema di dibattito salottiero) così coraggioso da imporre alla
sinistra una linea di ‘rinnovamento politico’. Ciò richiederebbe di essere
ufficializzato da una vera e propria Bad Godesberg italiana che, con più
efficacia e credibilità degli scimmiottamenti della politica USA (che sta dando
pessima visione nella attuale competizione elettorale in quel Paese) e seppur
tardiva, potrebbe avvenire nel prossimo Congresso programmatico del neo-nato
Partito Democratico. L’iniziativa avviata da Veltroni è utile al Paese e può
essere agevolata dall’esclusione di ogni partito che si richiamasse al
‘socialismo reale’. Ciò che potrebbe impedire che la sinistra finalmente porti
a compimento questa ‘svolta all’italiana’ credo sia una sorta di condanna all’
infantilismo che le ha fatto perdere sempre i ‘migliori’ esponenti politici a
danno suo e del Paese intero. Ciò è avvenuto a partire dall’ottocento nell’
Italia unita per poi rinnovarsi lungo tutto il novecento col rifiuto di Turati
alle proposte di Giolitti, con l’espulsione di Mussolini che infatti riuscì da
solo (e quindi al di fuori di ogni dialettica democratica di partito) a portare
a termine il ‘suo’ programma di sinistra (con il consolidamento di ogni
istituzione di diffuso interesse pubblico da INPS, INAIL, tubercolosari,
Ferrovie, Agip, Poste, scuole, colonie, sport giovanile, cinema, RAI, Scuola
Normale e Littoriali di Arte e Cultura che selezionarono le migliori
intelligenze utili al Paese anche nel periodo post-bellico), con il rifiuto
della proposta di autonomia di Saragat, fino alla persecuzione subita da Craxi
sul piano personale. Benvenuto Veltroni e auguri sentiti di successo non
ostante le lezioni che possiamo ricavare dalla storia delle ‘sinistre’. Tutti
(anche le ‘istituzioni derivate’ come i sindacati) siamo in attesa di ciò che
avverrà da quelle parti più di quanto verrà attuato dal nuovo governo ‘di
destra’ che è inevitabile potrà conseguire risultati e immagine politica
migliori di quelli della passata amministrazione gestita con grande abilità da
un uomo ‘di destra’ come Prodi sotto spada di Damocle dei ‘ribellisti’ (da
Caruso a Pecoraio Scanio a Turigliatto) e coi patetici, sterili e masochistici 
tentativi di ‘recupero dell’immagine’ delle inutili ‘zampate fuori termine’
della Turco (analisi prenatali in chiave eu-genetica) e di Visco (pubblicazione
su Internet delle dichiarazioni dei redditi degli italiani).