01/03/2008

Evasione: un’analisi

 

Conviene convincere i propri cittadini a rispettare le richieste di prelievo fiscale invece di inseguire le più ingegnose forme di evasione percepita come la sola legittima tutela del proprio reddito da uno stato opprimente e alieno. Ciò specialmente in contesti geopolitici legittimati dal libero mercato e sui criteri di libera circolazione di beni, servizi e persone su cui si fonda la corrente globalizzazione liberal-democratica. D’altronde, con un’analogia alla classificazione A, B, C della logistica industriale, l’evasione può essere analizzata secondo le tre fasce: C la più diffusa di ‘piccole’ evasioni costituisce la quota maggiore che permette alle famiglie di ‘sbarcare’ il lunario ed è percepita come legittima difesa dalle inefficienze del sistema; A la più ridotta come sostiene la competitività dei produttori industriali sui mercati esteri e spesso riesce ad esprimersi in forme legali affidandosi ai più attrezzati servizi professionali; B la fascia intermedia che può ridursi o crescere a seconda della percezione dei produttori emergenti circa il carattere liberale della fiscalità e delle leggi nei confronti del rischio da essi affrontato. Lottare con meccanismi repressivi contro la fascia C (il ‘secondo lavoro al-nero’) è insostenibile sul piano economico ed è comunque controproducente su quello politico. Reprimere la fascia A non è possibile né in regimi autoritari né in quelli democratici a meno di accordi internazionali illiberali ed è comunque dannoso sul piano della crescita industriale (delocalizzazione e conti aziendali all’estero). Lottare contro la fascia B è possibile (Luciano Pavarotti, Valentino Rossi) ma di ridotti benefici e spinge i più intraprendenti tra i nuovi produttori ad emigrare verso Paesi di fiscalità più liberale arricchendo di potenziale imprenditoriale le economie concorrenti. Il ‘caso Liechtenstein’ è emblematico di questa forma di masochista illiberalismo fiscale che denuncia la persistente aspirazione dello stato al ruolo di Re Giovanni senza Terra assistito da una burocrazia nel ruolo di Sceriffo di Sherwood-Robin Hood. Ai contribuenti resta costante l’autopercezione di ‘fratelli della foresta’. Le ‘menti sottili’ che ci governano invece dibattono eleganti ma incomprensibili argomenti dialettici arroccati a sostegno di visioni di parte sui ‘concetti’ di legittimità-legalità mentre, per fortuna, l’internazionalizzazione dell’economia industriale progredisce portando l’innovazione su base geopolitica. È patetico leggere i commenti sul tema sui media nazionali da parte sia di economisti che di politici concentrati su visioni provinciali e ‘locali’.